Ogni tanto fa bene varcare i confini nazionali! Questo è quello che mi è successo lo scorso giovedì, quando ho trascorso la mia giornata in Svizzera, a Mendrisio, in occasione dalla conferenza stampa per la presentazione del vincitore di uno dei concorsi di architettura più giovani e allo stesso tempo più conosciuti al mondo.
BSI Swiss Architectural Award. Questo il nome del premio organizzato ogni 2 anni da BSI Architectural Foundation e Ufficio Federale della Cultura dell’Accademia di Architettura (Università della Svizzera italiana).
Questo premio è nato per segnalare artisti che danno un contributo particolare alla moderna architettura, con sensibilità e rispetto nei confronti del paesaggio e dell’ambiente. Ed è proprio per questa loro attività legata alla sostenibilità ambientale che sono stata invitata a partecipare, a osservare e raccontare.
Il vincitore di questa edizione è lo spagnolo José María Sánchez García.
Le regole per partecipare al premio. Essendo in Svizzera, si può ben immaginare che le regole per i partecipanti siano chiare e precise, anche se sono solo due, fondamentalmente. Infatti sono ammessi architetti giovani, fino a 50 anni di età: questo è consolante in generale, ma ha una precisa valenza nel mondo del design, perché “la vita degli architetti comincia tardi” (come ha precisato il professor Mario Botta, Presidente della Giuria) e che abbiano realizzato almeno tre opere significative.
Chi sceglie i partecipanti. I candidati sono segnalati da un “comitato di advisor” costituito da architetti e critici di architettura di grande rinomanza e residenti in ogni parte del mondo. Per questo motivo il premio, sebbene giovane, appena alla sua quarta edizione, è già molto conosciuto e ambito a livello internazionale perché è tra i più rappresentativi nel mondo dell’architettura e con un’alta qualità dei partecipanti.
I vincitori. Molto brevemente, per far capire le finalità del Premio, accenno ai vincitori delle precedenti edizioni:
1- Solano Benitez dal Paraguay ha vinto nel 2007/2008 per aver utilizzato “materiali semplici reperibili localmente, che gli consentono di raggiungere forme espressive di grande impatto e dall’intensa carica poetica; la povertà dei materiali utilizzati risulta inversamente proporzionale alle emozioni che l’architettura riesce a trasmettere”
2- Dièbédo Francis Kèrè dal Burkina Faso ha vinto la seconda edizione del Premio “per la capacità singolare di creare edifici che sono saldamente radicati nella tradizione culturale e nel tessuto sociale del proprio paese di origine e sono l’esito di un intenso coinvolgimento delle comunità locali”
3- Lo Studio Mumbay, dalla lontana India, ha vinto la terza edizione, quella del 2011/2012 “per la qualità delle opere presentate, per l’originalità del processo da cui derivano, fondato su un raffinato sapere artigianale e basato su uno stretto rapporto con la tradizione locale”
Come si può ben capire questo premio è molto legato al paesaggio, alla natura e alla sostenibilità ambientale. Viviamo in un mondo che “è un tutt’uno”, nel quale è possibile occuparsi di natura, ambiente ed ecologia da diversi punti di vista. Per questo è stato per me un piacere conoscere questo premio e sapere che il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità ambientale passano anche per l’architettura e il design moderno.
Quello che mi ha molto colpito nelle motivazione dei premi, è l’unione tra un’architettura presente che guarda al futuro delle generazioni, usando allo stesso tempo materiali del passato: materiali di scarto e di riuso, materiali poveri come la terra e la creta, materiali dell’artigianato locale.
“Architettura come bisogno primario, come l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo, ma che guarda anche alle origini dell’arte, quando si lavorava con i materiali a disposizione.
Architettura che ha come punto di partenza il territorio, la natura, le strade sterrate, i fiumi e i laghi.
Architettura che vede il paesaggio come parte integrante e non esterna del proprio lavoro architettonico”
queste le parole introduttive del Professor Mario Botta che hanno reso ancor più interessante tutta la visita 🙂
Ma, dato che mi sono dilungata parecchio con questo post, per conoscere meglio il vincitore di quest’anno, José María Sánchez García, e le sue opere dovrete pazientare ancora un poco … fino al prossimo post 🙂
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