Giardini Contemporanei di Milano

ECOLOGIA, EVENTI, NATURA BIO, STILI DI VITA

Grazie all’evento Green City Milano, sabato pomeriggio ho camminato per le vie del centro con un gruppo di amanti del verde insieme alla paesaggista Cristina Mazzucchelli che ci ha raccontato la bellezza di alcuni giardini contemporanei.

Dal 2 al 4 ottobre Milano ha ospitato Green City Milano, una serie di eventi per parlare e far conoscere il verde in città. Sabato pomeriggio alle 15 ci siamo trovati in via Turati per iniziare una passeggiata tra alcuni bellissimi giardini contemporanei del centro di Milano.
Milano è una città molto particolare: oltre a numerosi parchi e giardini pubblici di verde condiviso, ha molti altri giardini nascosti, in cortili interni e dietro ai portoni. Per alcuni basta affacciarsi e vedere cosa nascondono, altri si possono solo osservare da lontano.

Nei giardini di città si sono fatti dei cambiamenti per cercare di avere meno manutenzione delle piante. Per progettare un bel giardino, però, serve sempre ricordarsi delle fioriture in ogni stagione, soprattuto nei giardini in città, in modo che non sembrino spogli e incolori, come ci ricorda Cristina all’inizio del tour.

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Il giardino in via Turati

In via Turati 27 c’è la sede di una banca e uno show room di moda con un cortile che si affaccia quasi sulla strada. Da qui è iniziato il nostro percorso a piedi. Questi edifici sono degli Anni Settanta, di colore scuro e con vetri. Alcune piante erano presenti nel giardino, altre sono state messe in seguito.

La particolarità sta nel fatto che è un giardino pensile, come la maggior parte dei giardini in città: sotto ci sono dei garage e sono rimaste le griglie di areazione. Questi cerchi ora sono stati dipinti in nero e ha ragione la dottoressa a dire che danno eleganza al giardino e anche un’aria zen. Quello che si vuole creare in questi luoghi è una continuità tra gli edifci e il giardino e qui c’è un angolo davvero bello, silenzioso ed elegante.

Si trovano piante come le magnolie, le ginkgo biloba e i bellissimi cornus controversa con le loro foglie bicolori. Ci sono poi il mirto, gli anemoni, le ortensie, le bergenie, le felci e le begonie.

Ci spostiamo poi verso la zona di Porta Nuova. Lungo la strada ci fermiamo ad osservare giardini spartitraffico: anche qui è più che mai necessario fare le giuste scelte botaniche anche per motivi di sicurezza.

Il secondo giardino che incontriamo è un giardino del 1974 che ospita dei monumenti cubisti in marmo bianco e una statua dedicata a Giuseppe Mazzini. Un esempio di arte in un ambiente verde. Qui vediamo bagolari e frassini e possiamo ricordare molte personalità che sono morte per la nostra Patria.

Giardini con statue in marmo bianco

Giardini con statue in marmo bianco

Ed ecco che siamo dietro l’ingresso dell’Hotel Principe di Savoia. Bellissimo hotel extra lusso al centro della città. Qui nel giardino (no, non siamo entrati nell’hotel) ci fermiamo ad osservare le camelie, le azalee, la lonicera e il bosso come esempi di arte topiaria cioè del potare le piante.

Proseguiamo quindi verso la City (se vogliamo dire) cioè la zona di Porta Nuova. Ed ecco che incontriamo altri bellissim giardini pensili, un’area verde che poggia sul cemento armato. Uno dei problemi di questi giardini, ci racconta Cristina, è che occorre valutare molto bene il peso della terra bagnata (che è considerevole) perché la struttura non crolli su quel che c’è sotto.
Inoltre, in una zona di verde pubblico, quando si scelgono piante e architetture si deve tener conto della durabilità, della sicurezza pubblica, della fruibilità, delle zone di pausa e ricordarsi di mettere poche piante isolate e separate tra loro (perché qualche male intenzionato potrebbe nascondersi dietro e tendere un agguato alle persone). La pavimentazione è stabilizzata, cioè fatta di ghiaia inserita nella resina drenante.

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Verso la zona della City, verso piazza Gae Aulenti

Qui la scelta architettonica ha creato un corridoio, diverse altezze e zone a taglio triangolare. Le specie botaniche che troviamo sono il geranio, le abelie, le graminacee (come il Miscanthus), il Liriope muscari. Le bellissime Gaura lindheimeri e la Perovskia, simile alla lavanda, detta anche salvia russa.

Siamo arrivati dunque in piazza Gae Aulenti, dove ammiriamo i giochi d’acqua. Diffusi in Francia, arrivano anche da noi per attirare e divertire la gente. In questa piazza di recente costruzione si è vista la scelta di edifici che ottimizzano l’energia.

In cammino verso il “bosco verticale”, i bellissimi palazzi progettati dall’architetto Boeri che hanno vinto nel 2014 il prestigioso premio International Highrise Award .
Due torri: una alta 80 metri con 19 piani e l’altra alta 120 metri con 27 piani. La facciata dei palazzi è un alternarsi di spazi vuoti e pieni dove trovano posto piante e arbusti. Qui si vede bene l’architettura che dialoga con la natura.

La dottoressa Laura Gatti, agronoma del progetto, ci racconta di questi edifici alti residenziali. Le piante sono state scelte con grande cura. Dato che sono messe in modo da non essere bagnate dall’acqua piovana, la terra fornisce loro acqua e nutrienti. Regolando queste sostanze e potando le piante, si mantengono le loro altezze sotto controllo. La manutenzione delle piante è centralizzata e fatta sia dall’esterno che dall’interno. Ogni pianta viene controllata sistematicamente e si fa lotta biologica. È bello sapere che nel verde dei piani alti, in primavera e in autunno sono state osservate alcune specie di uccelli migratori.

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I palazzi del Bosco Verticale

Il vento sembrava essere un punto debole del progetto. Ai piani più alti può raggiungere notevoli velocità. Per questo ogni pianta scelta (e sono state scelte una ad una) è stata testata due volte nella galleria del vento. Le piante sono tenute (ma non forzate) da cinghie e cavi per impedire che possano ruotare o torcersi. Per il futuro si studiano sistemi per rendere tutta la struttura più leggera.

Il futuro vedrà sempre più la natura ovunque nelle nostre città.

Dopo aver ammirato i palazzi del Bosco Verticale, ultima tappa una fermata alla Fondazione Riccardo Catella che si occupa di progettazione del territorio milanese. Qui ci ha accolto Angelica per parlarci del progetto MiColtivo con l’orto da coltivare e da utilizzare per progetti con bambini e del campo di grano (ora coltivato ad erba medica) del progetto WeatField di Agnes Denes.

Con la visita al plastico della zona all’interno degli edifici della fondazione, si conclude il nostro bellissimo giro per i giardini contemporanei di Milano. Una bella esperienza che spero si possa ripetere ancora in futuro grazie all’evento Green City Milano. Un modo per stare insieme, conoscere gente e soprattutto scoprire le bellezze botaniche e artistiche di questa città, niente affatto grigia, ma molto, molto verde 🙂

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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