“Siamo sotto un portico, non vi sembra?” Disse a tutti noi. Il tempo di scambiare qualche parola e aspettare i soliti ritardatari e ci avviamo lungo corso Garibaldi. Pochi passi sulla strada ostacolata da motorini e biciclette parcheggiate e subito ci assale la fragranza del pane appena sfornato e la dolcezza del profumo di mille tipi di dolci e biscotti. “Allontaniamoci da questo luogo di perdizione!” riprese scherzando e continuando a passeggiare. Ancora qualche passo e poi:” Sentite lo scorrere dell’acqua dalla fontanella? Che suono fantastico e rilassante!” Non si fa in tempo a riprendere la passeggiata che abbaia un cane e gridano dei bambini. “Certo, questa è una strada poco trafficata perché passano solo motorini e arrivano da una sola direzione!”
Siamo arrivati così alla fine del corso e svoltiamo a destra per fare ancora qualche passo, verso la fermata della metropolitana di Lanza, in attesa di attraversare la strada. “Strada molto trafficata, nei due sensi. Se prima le auto arrivavano da quella direzione, ora è il nostro turno di attraversamento! Andiamo! ” così si passa dall’altro lato della via. Camminiamo. Pochi passi, davvero pochi: “Chiaramente c’è un muro sulla sinistra e ora un cancello e ancora un muro! Ne sentite le vibrazioni dal suolo?” Vibrazioni. Aroma di gelsomino e di fiori di tiglio. Nel frattempo sta passando un aereo e i bambini che gridano da lontano annunciano che il parco è vicino. Occorre di nuovo attraversare. Ora siamo entrati nel parco. Sotto le suole delle scarpe niente più mattonelle né asfalto ma la terra polverosa delle stradine di Parco Sempione. Giriamo per il parco, cerchiamo di allontanarci dal frastuono di un palco e di una festa. Ci addentriamo ancor più verso il laghetto. Ora si sente chiaramente l’erba sotto le suole delle scarpe. Delle cornacchie ci salutano. “Cosa sguazza laggiù?” “È una gallinella d’acqua!” “Posto abbastanza pericoloso per me!” continua lui “si rischia di caderci dentro a questo laghetto, che è alquanto maleodorante!” Allora camminiamo sull’erba per riprendere una delle strade sterrate del parco. Il caldo del sole si sente sulla faccia e poi lascia il posto alla frescura dell’ombra.
Ci fermiamo a chiacchierare, la nostra passeggiata è terminata. “Volete chiedermi qualcosa? Coraggio! Sento il frusciare di alcune teste, sinistra e destra, come per dire di no! Forza, fate una domanda cattiva! Siete un bel gruppetto! Circa 20-30 e avete dai 20 ai 50 anni al massimo. Siete tutti molto educati! Dài con le domande cattive?” E allora molti prendono coraggio e discutiamo ancora insieme.
“Cosa vi è rimasto di questa passeggiata tra la città e il parco?” Ecco, Silvano, amici, questo è quello che riesco a raccontare, ma mi è rimasto molto di più. Raccontare il percorso senza inserire colori ed elementi visivi. Come il percorso che ha fatto lui, Silvano, la nostra guida non vedente per una fantastica passeggiata in città.
Cosa mi ha colpito? Tutto. In particolare il ricordo del colore giallo del sole, l’associare all’erba il colore verde, ma non un verde qualsiasi, il verde dell’erba e al calore di un camino acceso il colore rosso, ma proprio quel rosso, quello della fiamma. Le vibrazioni, i suoni, i rumori, i profumi e gli odori.
Grazie mille a Silvano e ai volontari di Milano di “Insieme nelle Terre di Mezzo” per la bellissima esperienza. Davvero grazie.
Per maggiori informazioni Terre di Mezzo
Grazie Sabri, non hai dimenticato nulla!! Anche a me resterà il ricordo di questa bellissima passeggiata e soprattutto la ricchezza di tutte le sensazioni che Silvano ci ha aiutato a cogliere!! A presto 🙂