Halloween spopola anche da noi. Ce ne accorgiamo entrando in un qualsiasi negozio o supermercato: zucche, ragnatele, streghe, fantasmini, zombie e altre orribili mostruosità. Anche in questo caso sono andata a vedere cosa c’è sotto questa festa, in particolar modo il suo richiamo alla natura. E non mi sono sbagliata, perché la natura, la ciclicità delle stagioni e della vita regolano in fondo ogni festa, pagana o cristiana che sia.
Il nome deriva dallo scozzese All-Hallows-Even, cioè la notte prima di Ognissanti. Le origini delle festa sono celtiche. Si ricollega alla festa di Samhain che indicava la fine dell’estate. Il calendario che allora usavano i popoli Celti dell’Inghilterra, della Francia e dell’Irlanda faceva iniziare il nuovo anno con il primo di novembre. I Celti erano un popolo che si dedicava principalmente all’agricoltura e con la festa di Samhain si accoglieva l’arrivo dell’inverno, associato un po’ all’idea del letargo, dell’immobilità, della morte. Questo popolo credeva che gli spiriti esercitassero un potere sul nuovo anno e sul nuovo raccolto: quindi la festa era essenzialmente legata al mondo della natura. Come un capodanno agricolo, si celebrava l’arrivo del nuovo anno solare, con riti che propiziassero i buoni raccolti.
A questi riti è legato uno dei simbolismi arrivato fino a noi: quello della zucca. Se i Celti usavano soprattutto intagliare le rape (verdura diffusa anche tra i più poveri) quando la festa arrivò negli Stati Uniti, le rape furono sostituite dalle zucche, più popolari nel Nuovo Mondo. La zucca viene intagliata e scavata all’interno per lasciar posto ad un lumino o una candela che serviva a ricordare le anime bloccate nel Purgatorio e a facilitare il loro passaggio al Paradiso. Altro elemento tipico della festa, che un po’ è andato perduto, ma che è rimasto in altre ricorrenze (come ad esempio la festa di Sant’Antonio Abate) è quello del fuoco, dei falò. Tutte le luci delle case venivano spente e si accendeva un grande falò buttandoci dentro le ossa del bestiame macellato. Poi ogni famiglia raccoglieva parte di questo fuoco e lo portava nella propria casa, un fuoco nuovo, per un anno nuovo.
Come ogni festa celtica, anche Halloween ha più significati. Dal punto di vista pratico, materiale, si celebrava l’arrivo dell’inverno, l’ultimo raccolto dell’anno, l’immagazzinamento delle provviste per la stagione fredda. Dal punto di vista spirituale, la festa era un momento di contemplazione. I Celti pensavano che la notte tra il 31 ottobre e il primo novembre fosse fuori da una dimensione temporale, non appartenendo né al vecchio anno, né a quello nuovo. Perciò in questa notte il mondo dei morti poteva entrare in contatto con quello dei vivi, i morti potevano tornare nei luoghi che frequentavano da vivi e i vivi contattare le anime dei defunti.
Samhain è un momento particolare del calendario, un punto di unione tra ritmo solare, lunare e agricolo, una festa di distruzione e di ricostruzione del tempo cosmico. Questo trova una sua conferma anche nell’osservazione delle stelle: il sorgere delle Pleiadi segna la supremazia della notte sul giorno, l’arrivo dell’inverno.
La tradizione di travestirsi e chiedere di porta in porta: “dolcetto o scherzetto?” nacque nelle stesse zone dell’Irlanda e della Gran Bretagna. Nel Medioevo questa usanza era molto diffusa e i poveri bussavano alle porte per chiedere del cibo, proprio durante la notte di Halloween, promettendo, in cambio, di pregare per le anime dei defunti il giorno seguente. Tradizione che si può ritrovare ancora nel sud Italia, dove sono le anime dei defunti a portare ai bambini dolcetti e regali nel giorno di Ognissanti.
Tutto è ciclico, tutto riporta alla natura, anche la più strana delle feste come questa di Halloween. E per finire ho trovato anche una bella filastrocca e un’immagine di gatti. Buona festa a tutti.
Interessante! In effetti di questa festa non sapevo granchè e a dir la verità non l’ho mai nemmeno festeggiata. A proposito di animali, so che alcune associazioni animaliste sono preoccupate in questi giorni per i gatti neri, hanno paura che alcuni possano fare una brutta fine!!! Speriamo sia solo una paura e che non sia vero!!!
Ti abbraccio, al prossimo post!
Ciao Emanuela, grazie per il commento. Ho fatto qualche ricerca e questa sembra la versione più accreditata, ma, come accade per queste feste, possono esserci più versioni, anzi ce ne saranno sicuramente. Sì, anche io ho letto di questa paura per i gatti neri e speriamo sia infondata. In particolare l’Aidaa so che organizza anche delle vere e proprie “ronde” di volontari per salvare i gatti neri in pericolo. Spero proprio non ce ne sia bisogno. Un abbraccio