Sono passati alcuni giorni dalla scomparsa della grande scienziata Rita Levi Montalcini, che si è spenta serenamente all’età di 103 anni nella sua casa romana. La notizia mi ha rattristato, anche perché giunta inaspettatamente proprio alla fine dell’anno. Così vorrei ricordare una grande donna e una grande scienziata, con due parole sull’aspetto forse meno conosciuto del suo impegno, quello per i temi socio-ambientali.
Era nata a Torino nel 1909 dove iniziò i suoi studi di medicina, con particolare attenzione alle neuroscienze. I suoi studi, svolti anche in clandestinità a causa delle leggi razziali, riguardarono soprattutto il sistema nervoso, i neuroni e il cervello. Nel 1986, all’età di 77 anni fu insignita del Premio Nobel per la Medicina per le sue ricerche nel campo della neurologia che portarono alla scoperta di un importante fattore, NGF, (Nerve Growth Factor). Questo NGF è una piccola proteina che permette la crescita e il mantenimento in vita dei neuroni del sistema simpatico e sensoriale che altrimenti morirebbero o “si suiciderebbero”.
Ma Rita Levi Montalcini si è sempre interessata al mondo dei giovani, delle donne nella ricerca, al sociale quindi, ma anche all’ambiente e allo sviluppo sostenibile.
Nel 1998 fondò la sezione italiana della Green Cross International, organizzazione non governativa riconosciuta dalle nazioni Unite, presieduta da Mikhail Gorbaciov. Oltre a esserne tra i fondatori, Rita svolse il ruolo di Consigliere. Si impegnò molto nell’informare sulle conseguenze che una guerra può avere dal punto di vista sociale e ambientale e lottò contro lo sfruttamento delle risorse naturali, con un particolare interesse per l’esaurimento delle risorse idriche in certe zone della Terra.
Una donna che dedicò la sua vita alla ricerca di laboratorio, aperta nello stesso tempo alle problematiche del mondo circostante, alla parità tra uomo e donna, al problema delle guerre, dello sfruttamento della natura e della sostenibilità.
Tra le tante frasi che ha pronunciato, ho scelto queste tre e le riporto qui, insieme al mio pensiero e ricordo pieno di gratitudine e ammirazione.
“C’è una difficoltà nel rendersi conto che il nostro comportamento è molto complesso, che il cervello è fatto di tante componenti. E c’è una difficoltà nel vedere in ogni catastrofe la possibilità di un rovesciamento. Forse io sono una innata ottimista ma penso che ci sia sempre qualcosa che ci salva.”
“Ho perso un po’ la vista, molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.”
“Quando muore il corpo, sopravvive quello che hai fatto, il messaggio che hai dato.”
“Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente” è una delle citazioni che preferisco in assoluto, non solo della Montalcini. E’ stata una grande donna, un esempio da seguire.
E grazie per averla ricordata…