L’Artico è in pericolo, come zona geografica del nostro Pianeta e come ecosistema. Ho letto della campagna che Greenpeace sta portando avanti per salvare l’Artico: si chiama SaveThe Arctic. Molti aspetti, anche giocosi, mi hanno interessato e incuriosito.
Alcuni dati prima di tutto. Da quando gli uomini abitano la Terra, dalla notte dei tempi, come spesso diciamo, non è mai successo che il Pianeta rischiasse di restare senza ghiacciai: oggi questo potrebbe succedere! Negli ultimi 30 anni abbiamo perso gran parte dei ghiacciai che formano la calotta polare (circa i tre quarti), una frazione troppo alta per restare ad osservare senza far niente.
Dai ghiacciai dipendono molte vite. Quelle degli animali: orsi polari, narvali, trichechi e altre specie, che insieme a qualche vegetale popolano le zone artiche. Quelle degli esseri umani, che vivono nei villaggi di queste aree impervie o che le abitano per alcuni periodi dell’anno per compiere degli studi sul clima. Non solo: il ghiaccio riflette quella parte del calore del sole che rende la terra vivibile, con un clima più stabile. Per questo anche il clima è a rischio.
L’Artico è minacciato dalle perforazioni petrolifere, dalla pesca industriale, dall’uso che noi facciamo (alle volte un vero e proprio abuso) dei combustibili fossili. Ma c’è di più. C’è anche la minaccia di una guerra futura da combattersi proprio in questa parte del mondo.
Cosa possiamo fare noi? Come sempre, per prima cosa, informarci! Sul sito SaveTheArctic, ma anche su quello di altre associazioni, WWF per esempio, che insieme si stanno battendo per salvare questa parte bianca del mondo. Senza antagonismi, perché c’è in gioco la nostra vita e quella dell’unico Pianeta che abbiamo a disposizione per vivere.
Poi possiamo partecipare tutti insieme, il 15 settembre, alla prima Pedalata Polare che si terrà a Bari, Catania, Milano, Napoli, Roma e Verona: tutte le indicazioni sul sito.
Ma soprattutto, Greenpeace raccoglie le firme (e ne occorrono 5 milioni) per chiedere di creare un Santuario Globale dell’Artico, una zona protetta nella quale impedire le trivellazioni petrolifere e la pesca industriale e distruttiva. Per chi voglia firmare per questa causa, può farlo cliccando qui e inserendo la propria email.
Una volta registrati, dopo aver firmato, arriva la “sorpresa giocosa” che mi sta divertendo molto. Una mail mi ha invitato ad adottare un cucciolo di orso polare e ad occuparmi di lui. Curiosa come sono, sono andata subito a vedere. Si tratta di un modo originale per coinvolgere sempre più persone e diffondere l’appello alla firma. Si adotta un orsetto virtuale, al quale si dà il nome e del quale ci si deve prendere cura: dare del pesce da mangiare, coccolarlo, lavarlo e metterlo a dormire. Ogni volta che qualcuno firma la petizione, arrivano in premio dei pesci per l’orso. La mia orsetta, Sweety è qui, a destra in basso e aspetta il vostro aiuto.
A molti di voi, come a me, sarà venuto in mente un famoso gioco di qualche anno fa, al quale Greenpeace credo si sia ispirata. Ma se quel gioco mi è sempre sembrato triste (perché occuparsi di un animale virtuale, invece che prendersi cura di uno vero, anche adottandolo a distanza?) questo mi sembra molto carino.
Perché sì, mi occupo di un orsetto virtuale, ma so che dietro lui ce ne sono tanti veri che grazie al mio gioco e alle nostre e vostre firme, ovviamente, potranno continuare a vivere! E allora vado subito a dar da mangiare alla mia orsetta. Seguitemi e divertitevi con noi. E non dimenticate di firmare e … pedalare per salvare l’Artico!
Belle iniziative! E voglio anch’io l’orsetto virtuale… *_*
Un’idea molto simpatica!
Ah che farei se solo fossi un po’ più grande! Per ora mi limiterò a chiedere di firmare ai miei… Volevo chiederti se posso ribloggare questo articolo…? 😀
Beata te che sei così giovane! Certo puoi ribloggare, molto volentieri. Mi piace lo scambio di opinioni. Alla prossima!
L’ha ribloggato su seigattipotesseroparlaree ha commentato:
Guardate un po’ queste belle iniziative condivise da “Curiosa di natura” mi raccomando firmate!!! 😀
Grazie mille! Sono contenta che il mio post ti sia piaciuto tanto da fare un re-blog! Saluti a tutti i lettori di “se i gatti potessero parlare”!