Ieri sera, nel bellissimo cortile de La Cordata a Milano, ho partecipato all’incontro conclusivo (per ora) del mini-corso “I Menù Amici del Pianeta” che avevo frequentato la scorsa primavera.
Gli amici di WWF, Fattorie del Panda e Eliante hanno salutato e ringraziato tutti i partecipanti alla serata, ribadendo ancora una volta l’importanza di una sana alimentazione.
Il corso, infatti, mi ha insegnato molte cose, ma soprattutto mi ha spinto a farmi molte domande, su quello che mangio, sulla provenienza degli alimenti, sulle etichette, sul prezzo in rapporto alla qualità e di domande ce ne sarebbero tante.
Ad esempio le 5 domande che ci hanno posto ieri sera, a proposito della sostenibilità a tavola e dei consumi e che ripropongo per chi volesse fare una piccola riflessione sulla propria alimentazione (poi vi risponderò sulla pagina del blog!):
- Secondo lei, a tavola, mangiamo anche petrolio?
- Su una ricetta legge che bisogna aggiungere qualche goccia di lime al piatto che sta preparando. Si precipita a comprarne uno oppure lo sostituisce con un limone?
- La quantità di acqua che consumiamo a tavola ogni giorno potrebbe bastare per una doccia o per un bagno?
- Quale verdura sceglierebbe oggi: pomodori, zucca o fagiolini?
- Le è mai capitato di buttare via del cibo? Secondo lei qual è l’alimento in testa alla classifica di quelli buttati via in casa?
Dopo l’introduzione, ho seguito con interesse le presentazioni delle Fattorie del Panda. I loro stand hanno subito attirato la mia attenzione, per la bellezza dei colori dei prodotti dell’autunno, per i barattoli di conserve con le etichette scritte a mano, per quel senso di artigiano e “fatto in casa” che nelle grandi città forse si sta un po’ perdendo. E perché hanno qualcosa in comune, la riscoperta di antiche sementi, che molte aziende stanno portando avanti in varie parti d’Italia.
Il Campagnino, Azienda Agricola, Agrituristica e Fattoria Didattica al confine tra le province di Cremona e Mantova: hanno iniziato come agriturismo e poi sono diventati fattoria didattica e tra poco saranno anche “fattoria sociale” per il loro impegno con ospedali e persone con disabilità.
Oltre a parlare di bellissime esperienze quali la semina su sodo, la coltivazione degli ortaggi e degli alberi da frutto, la costruzione del mulino a pietra e del forno, mi hanno sorpreso con le coltivazioni di cereali antichi, come il Grano Monococco, il Senator Cappelli, il Mais Rosso di Brescia da polenta e il Grano Saraceno. E mentre Riccardo parlava di tutto ciò, Monica nello stand impastava le farine nelle giuste proporzioni per il pane, e io ero seduta lì di fianco e il profumo dell’impasto era soffice e delicato.
L’Aia è un Agriturismo che svolge attività didattiche, culturali e ricreative a Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano. Anche loro sono partiti coltivando ortaggi e frutta e poi hanno iniziato a sperimentare la rotazione delle colture, quindi cereali seguiti dalle leguminose.
E poi è arrivata la proposta di coltivare 11 specie di grano antiche, specie che in genetica sono linee pure e quindi si possono seminare di nuovo, ma hanno il problema di essere spesso colpite da malattie. Sono varietà antiche e uniche, non come le specie di grano seminate comunemente che sono ibridi, spesso sterili, quindi ogni anno occorre ricomprare i semi per riseminarle. Anche in questo caso, riscoprire varietà antiche e portarle di nuovo in vita.
Ma l’Aia mi ha colpito per le strepitose confetture e gelatine di frutta che producono: sono rimasta incantata dalla gelatina di melagrane e dalle confetture di mela cotogna, pesca ed albicocche.
Poi, come se non bastasse tutta questa delizia, ho seguito con interesse gli interventi di Lisa Casali e Davide Ciccarese che hanno presentato i loro libri. Anche loro hanno parlato di evitare gli sprechi a tavola, andare verso l’autoproduzione e tornare al senso del tempo e delle cose.
Tornare alla stagionalità, al ciclo della natura, della semina e del raccolto e saper fare qualcosa con le mani. Trovo che sia molto vero, almeno per me, che coltivo qualche pianta e lavoro faccio anche lavori manuali, perché ne sento il bisogno, perché fa parte del mio essere nella natura.
E dopo le interessanti introduzioni, il giro tra gli stand per gli assaggi:
- ottimo vino rosso
- il riso dell’ Azienda Agricola “Riso del Contadino” con il formaggio Montèbore: formaggio che risale all’anno mille e che è stato riscoperto e protetto da Slow Food
- le confetture di mela cotogna, pesca, albicocche e la gelatina di melagrane
- il pane con Grano Monococco
E poi, a fine serata, ho portato a casa un piccolo pezzo dell’impasto per il pane e il profumo si diffondeva in tutto il vagone della metropolitana e oggi lo infornerò e tornerò anch’io ai cicli della natura 🙂
Grazie per la bella serata e a… alla prossima!
Per chi non era presente, ecco gli indirizzi di riferimento e la mia gallery fotografica che spero vi invoglierà a visitare gli agriturismi e a provare questi fantastici prodottti.
OnePlanetFoodWWF – Fattorie del Panda – Eliante –
Il Campagnino – L’Aia – Riso del Contadino – Il Montèbore
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Che bel post! eh, è davvero una fortuna, la nostra, quella di poter coltivare alcune piante o, nel mio caso, alcuni ortaggi… e ti dirò, anche noi facciamo sia la marmellata di cotogne sia la gelatina e quella la adoro! 😀
Grazie, @laliluce! In effetti è una fortuna poter coltivare qualche pianta o ortaggio! Alcuni contadini mi regalano delle melegrane raccolte dai loro alberi e quest’anno proverò a fare la gelatina. A presto!
Deve essere stata un bella serata! Mi piacerebbe assaggiare il Montébore… *_*