Conosciuto come il “Giardino dell’Eden” e la “Terra del milione di palme”, ho scoperto il Regno del Bahrain e i suoi 10 frutteti ad Expo 2015. Un mondo di verde e di abbondanza, diversi modi di utilizzare i frutti in cucina e nella cosmesi.
Bahrain in arabo significa “due mari”. Il Bahrain è infatti un arcipelago di 33 isole situate nel Golfo Arabo. Non stupisce che fin dall’antichità questa terra fosse una tappa importante nelle rotte commerciali tra Oriente e Occidente. Una terra ricca e fertile, piena di sorgenti di acqua dolce, che ha permesso a questi popoli di prosperare e di praticare un’agricoltura diversificata.
Qui ad Expo 2015 il Padiglione del Bahrain è di un colore bianco candido: richiama alla mente tante zone del Sud del Mediterraneo. Questi pannelli in calcestruzzo e i 10 frutteti che racchiudono saranno spostati in patria (dopo Expo) e verranno ricostruiti per rimanere in vita come centro botanico.
10 frutteti e 10 specie vegetali che vi racconto, dalle più conosciute, alle meno note, tutte hanno catturato la mia attenzione durante la visita in questo spazio espositivo per la loro bellezza, per il verde e l’abbondanza dei loro frutti.
Il banano (Musa basjoo e Musa velutina) è una pianta erbacea tropicale e sub tropicale. Viene coltivata in Bahrain la varietà velutina perché si adatta meglio ai terreni salini. Questa varietà produce curiosi frutti dal colore rosato. Le foglie del banano vengono bollite e utilizzate dalle donne per rimuovere la pelle secca e per ammorbidire e illuminare la carnagione.
Il fico (Ficus carica) veniva indicato già nella Bibbia come una delle sette specie di piante autoctone del medio Oriente. Qui nel Bahrain, le foglie di fico vengono utilizzate in molti modi particolari: sono usate dalle ragazze in giochi popolari e per creare speciali composizioni floreali.
L’uva (Vitis vinifera) nel Bahrain era presente fin dal 500 a.C. Sono state trovate, infatti, delle tracce di uva carbonizzata che risalgono a quel periodo e alla civiltà Tylos. Oggi è possibile trovare questa pianta in orti e giardini di questo Regno. In cucina viene utilizzata come antipasto e nelle farciture di riso, carne macinata e verdure.
L’olivo (Olea europaea) è coltivato da sempre in Bahrain perché si adatta al terreno salino e agli inverni freddi. Un uso particolare di questo frutto: le olive sono usate per curare lesioni della faringe causate da lische di pesce. L’olivo viene descritto in questo padiglione come:
“più amaro dell’amaro e più dolce del miele, più piccolo di una vespa e più grande di un cammello”
Gli agrumi erano usati come piante ornamentali negli antichi giardini islamici.
Il limone (Citrus limon) è usato per condire il cibo oppure viene essiccato al sole e poi macinato per diventare una spezia per insaporire piatti di carne e riso.
Il cedro (Citrus medica) viene usato nel Bahrain per produrre marmellate e dolci tipici locali. Molto usata è la varietà chiamata “Mano di Buddha”
L’arancio del Bahrain (Citrus aurantium) produce un frutto amaro. Perciò non viene mangiato come tale, ma usato come condimento per vari piatti di pesce.
La papaya (Carica papaya) è una pianta comune nel Regno del Bahrain (sia nella varietà dioica, che in quella ermafrodita) La papaya verde viene usata in cucina per rendere la carne più tenera e in cosmesi questo frutto è comune come balsamo per capelli.
Il fico indiano (Opuntia ficus-indica) è una specie di cactus coltivato per i frutti. È anche considerato “pianta infestante” perché si riproduce rapidamente. Qui in Bahrain le piante di fico d’india abbelliscono orti e giardini e sono usate comunemente come siepe o barriera contro il vento.
Le palme da dattero (Phoenix dactylifera) rappresentano la principale coltivazione del Bahrain: l’85% delle terre coltivate a frutta è destinato a queste specie. Ne esistono, infatti, più di 100 varietà. Qui, del dattero sono usate quasi tutte le parti della pianta, non solo i frutti. Con i datteri si preparano dolci, dessert e melasse. Si dice abbia anche proprietà medicinali.
Il melograno (Punica granatum) è coltivato negli Stati Arabi da sempre. Secondo il Corano è uno dei frutti che crescono in Paradiso. È simbolo di fertilità, prosperità e ambizione. Nel Bahrain questo frutto (la melagrana) è usata per ricavarne succhi di frutta e melasse. Nei matrimoni è comune come decorazione per il suo forte significato simbolico.
Il giuggiolo (Ziziphus jujuba) tollera bene sia estati calde (purché abbia acqua per produrre frutti, come in Bahrain) che temperature fredde. Simbolo di ricchezza e prosperità si torva comunemente nei cortili delle case, sopratutto all’ingresso. Il frutto è usato per molti piatti tipici, sia in salamoia, che come confettura. I suoi oli essenziali sono usati per idratare la pelle e i capelli.
Se amate visitare giardini e orti, vedere il verde delle piante e l’abbondanza dei loro frutti, non perdetevi questo padiglione. Un giardino a cielo aperto, 10 frutteti per altrettante piante tutte da scoprire.
Qui (come in altri padiglioni che ho visitato) ho raccolto altre piccole curiosità che vi svelerò in seguito. Sto pensando, infatti, ad una sorpresa finale 🙂
*Nota* le informazioni del post sono tratte dai cartelli esposti nel padiglione di Expo 2015 e potete trovarle anche sul sito del Padiglione del Bahrain
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