Biodiversi. Un punto per le piante

ECOLOGIA, libri, NATURA BIO, RECENSIONI

Ho appena finito di leggere il libro Biodiversi, un interessante dialogo tra Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e Terra Madre e Stefano Mancuso, studioso di neurobiologia vegetale. E le piante, segnano un punto a loro favore.

Come dicevo, per vari motivi, per me Expo 2015 non finisce qui. Uno di questi è che ho deciso di approfondire il tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita” e il libro Biodiversi è un punto di partenza molto interessante. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e Terra Madre, gastronomo e scrittore, incontra Stefano Mancuso, uno dei principali esperti italiani di neurobiologia vegetale, e nasce un bel discorso sul cibo e sul Pianeta.

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Il libro: Stefano Mancuso – Carlo Petrini – Biodiversi – Giunti Slow Food Editore – 2015

La riflessione parte proprio dal problema del nutrire il Pianeta, dall’ingiusta distribuzione del cibo. Cibo per l’uomo, ma anche cibo per tutti gli esseri viventi, perché l’uomo non è al centro del mondo. Anzi, se andiamo a guardare bene, sono le piante che hanno avuto il maggior successo evolutivo, inteso come capacità di sopravvivenza e di propagazione:

il 99,7 % della massa viva di questo Pianeta è fatta di piante

La gastronomia e il cibo sono molto legate alle piante. “Mangiare è un atto agricolo, ecologico e politico” (Michael Pollan). Chi vive in campagna, conosce la natura e sa conviverci. Ma le campagne sono state abbandonate e il territorio ha cambiato fisionomia. Il disastro ambientale, il depauperamento delle campagne, la perdita delle aree agricole, sono tutte da ricondurre alla perdita della bellezza e del senso della cura.

“Quando la bellezza non t’interessa più, allora perdi anche il rispetto per ciò che ti circonda”

L’uomo guarda alle piante con occhio strano. Le piante si muovono in tempi più lenti dei nostri e perciò non percepiamo questo movimento. Non diamo alle piante la dignità che meritano. Piante e animali condividono gli stessi obiettivi, ma hanno scelto e usano strategie opposte:

“Negli animali trovi centralizzazione, velocità, singolarità; nelle piante distribuzione, lentezza, ripetizione. Un modo diverso per ottenere gli stessi risultati… Anzi, vista la distribuzione delle piante sulla Terra, direi risultati di gran lunga migliori”

I vegetali sono più pronti ai mutamenti di quanto non lo siano gli animali. Le piante non possono scappare se l’ambiente esterno cambia in peggio. L’uomo ha un’organizzazione centralizzata, governata dal cervello. Il nostro corpo ha una struttura gerarchica e la stessa struttura tendiamo a dare alle cose che costruiamo. Gli organismi vegetali, invece, sono fatti da una serie di moduli che si ripetono: la pianta è come una colonia, priva di singoli organi vitali. Questo può essere un punto a favore dei vegetali: non essendoci organi vitali, è più facile per loro rigenerarsi. All’opposto, un predatore animale sa quali sono gli organi vitali della sua preda (cuore, cervello, polmoni) e cerca di colpire proprio questi punti.

La struttura dei vegetali è stata presa ad esempio anche nel nostro mondo tecnologico, l’avreste mai detto?!

Per evitare un attacco letale al centro di comando, anche la struttura di internet è decentrata, come quella dei vegetali.

 

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Il cavolfiore: esempio della “struttura a moduli che si ripetono” di un vegetale

I vegetali conoscono lo spirito di adattamento più di quel che pensiamo noi uomini:

“Se dovessimo prendere a modello degli organismi che conoscono il territorio, che sono flessibili e che non sono sottoposti a un controllo centrale, dobbiamo per forza indirizzarci verso le piante”

Animali e vegetali hanno fatto, nel corso dei secoli, due scelte evolutive completamente diverse, ognuna con i propri lati positivi e quelli negativi. Per noi uomini, non è facile capire le piante:

“Potremmo sintetizzarla così: tutte le funzioni che negli animali sono concentrate all’interno di organi specializzati, nelle piante sono diffuse sull’intero corpo. È una differenza così fondamentale che è difficile apprezzarne immediatamente le conseguenze. In effetti, cambia tutto”

A questo punto del discorso, possiamo dire che l’intelligenza non è solo umana, ma può avere diverse forme. Anche le piante sono, a modo loro, intelligenti. Da qui la proposta di riconoscere dei diritti base alle piante, come il diritto di avere luoghi di crescita selvatica. La storia del diritto è lunga e senza fine, perciò speriamo di arrivare anche a questo punto che consentirebbe non solo alle piante di veder preservato il loro habitat naturale, ma anche all’uomo di evitare molti disastri naturali, conseguenza del disboscamento ad esempio.

Il libro è molto interessante e parla anche di cibo, biodiversità e sostenibilità. Giustamente afferma che non bisogna abusare di questi termini, come stiamo probabilmente facendo un po’ tutti in questi anni, me compresa. Sostenibilità è un termine che deriva da “sustain” cioè portare più avanti; ma deriva anche da “sustainer”, il pedale del pianoforte che ne prolunga il suono.

L’alimentazione moderna è molto monotona e questo fa male all’uomo e all’ambiente. Anche perché, in natura, se una specie scompare, presto ne scompariranno altre 20 o 30: gli ecosistemi sono complessi e imprevedibili. Oggi siamo arrivati a tassi di estinzione altissimi: perdiamo più di 30.000 specie ogni anno.

La biodiversità è anche biodiversità del gusto. Mi ha colpito molto leggere questo racconto sul gusto. L’amaro era un tempo il gusto che i bambini incontravano di più nei cibi di campagna. Oggi, invece, ciò che è amaro viene ingiustamente rifiutato e il gusto più amato dai ragazzi è il dolce, ma non il dolce naturale, bensì un dolce artificiale, che si trova nelle caramelle, nelle merende, nei prodotti sintetici.

Il diritto al cibo per tutti, oggi, nel mondo, non è ancora acquisito. Cosa fare? Questa bellissima frase, sembra astratta, ma racchiude il vero amore per la terra e per il cibo:

occorre sollecitare la passione per la biodiversità e mobilitare le persone

Quello che serve è la bioispirazione: lasciamoci ispirare da tutti gli esseri viventi. Gli organismi vegetali, in particolare, con il loro successo evolutivo, potrebbero fornirci spunti fondamentali su come sopravvivere bene e a lungo.

Il libro: Stefano Mancuso – Carlo Petrini – Biodiversi – Giunti Slow Food Editore – 2015 – 128 pagine – prezzo di copertina 10€

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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