Domani si celebrano i 150 anni dalla nascita di Nazareno Strampelli, agronomo e genetista, studioso del quale (forse) sappiamo ancora poco. Così lo racconta il biologo Sergio Salvi nel suo libro in occasione di questo anniversario.
I primi importanti esperimenti. Nazareno Strampelli nasce nelle Marche il 29 maggio 1866, lo stesso anno nel quale Gregor Mendel pubblica le sue Leggi sull’ereditarietà che verranno trascurate per anni. Strampelli fu proprio uno dei primi studiosi a comprenderle tanto che nel 1900, a Camerino, mette in atto uno dei primissimi esperimenti d’ibridazione del frumento al fine di ottenere un miglioramento genetico utile a produrre maggiori quantità di grano. Le piante incrociate sono della varietà Noè, resistente all’allettamento ovvero al coricamento a terra della pianta, e il Rieti, resistente alle ruggini.
Breve biografia e grandi successi. Dopo gli studi superiori, Strampelli si laurea in agraria a Pisa nel 1891 e lavora come assistente universitario e insegnante presso le scuole superiori. Partecipa al concorso per la Cattedra ambulante di granicoltura a Rieti e lo vince. La Cattedra diventerà poi la Regia Stazione Sperimentale diretta dallo stesso Strampelli.
Nel 1900 sposa la contessina Carlotta Parisani e da questo matrimonio nasceranno due figli, Augusta e Benedetto. La moglie Carlotta era una preziosa collaboratrice, sempre al fianco di Nazareno, lo aiutava negli esperimenti sul campo. È facile intuire come mai una delle prime varietà ottenute da Strampelli venne chiamata Carlotta Strampelli e presentata a Roma nel 1914 in occasione della “Mostra delle novità agrarie”. La stessa varietà vincerà il Premio Santoro dell’Accademia dei Lincei nel 1918.
Questo è il periodo di maggior successo personale e professionale per Nazareno Strampelli: diventa così famoso e conosciuto a livello internazionale, tanto da partire per Buenos Aires nel 1922 su richiesta del governo argentino.
La Battaglia del Grano e nuovi successi. Siamo negli anni del regime fascista che lancia la “Battaglia del Grano”, una ricerca di base con fine pratico, per produrre più grano e fare dell’Italia un Paese autosufficiente dal punto di vista alimentare. Questa battaglia venne vinta anche grazie a Nazareno Strampelli.
La ditta Ingegnoli di Milano nel 1911 inviò allo studioso un campione di semi di una varietà giapponese di grano, chiamata Akakomugi. Da questi semi, dopo studi, ricerche ed incroci, sono nate le varietà che hanno reso famoso Strampelli in tutto il mondo: Ardito, Mentana, Villa Glori, Damiano Chiesa e altre ancora. Nel dopoguerra i grani di Strampelli sono conosciuti, apprezzati e utilizzati in Argentina, nell’Est Europa, in Messico per ottenere sempre nuovi incroci e selezioni utili rispetto alle esigenze di ciascun luogo.
Le basi della Rivoluzione Verde. Se parliamo di Rivoluzione Verde, sistema per ridurre i tempi necessari a ottenere nuove varietà di grano resistenti alle ruggini, lo scienziato che ci viene in mente è Norman Ernest Borlaug. Grazie all’idea di studiare la crescita del grano in Messico, in due zone dalle caratteristiche climatiche completamente differenti, riuscì ad ottenere piante insensibili al fotoperiodo. Il 10 dicembre 1970 vinse il Premio Nobel per la Pace, per aver contribuito a migliorare la disponibilità mondiale di cibo. Ma lo stesso Borlaug riuscì ad ottenere i suoi successi con il grano perché partì proprio dalla varietà Mentana, opera di Nazareno Strampelli, famosa per la sua grande resistenza alle ruggini. Ci si domanda, allora: come mai Strampelli non vinse il Premio Nobel? La risposta è: perché nessuno lo hai mai candidato a tale premio (purtroppo).
Alcuni strafalcioni scientifici. Il libro di Sergio Salvi racconta la vita e gli studi di Nazareno Strampelli in modo semplice e chiaro, di facile lettura per tutti, con molte citazioni dalla bibliografia ufficiale. Come ogni studioso, anche Strampelli aveva i suoi pregi e difetti:
– utilizzava poco i termini e i concetti della genetica: il termine gene, ad esempio, era già conosciuto dai contemporanei, ma nei suoi scritti e discorsi non si è mai trovato
– si dichiarava scettico sull’esistenza delle mutazioni
– non credeva (per quel che sappiamo) alla teoria di Darwin sulla selezione naturale (mentre Vavilov, contemporaneo di Strampelli, era un sostenitore dell’evoluzione)
– non si aggiornava sullo stato di avanzamento delle conoscenze scientifiche contemporanee.
Nazareno Strampelli resta comunque un grande uomo e un’ottimo scienziato che ha dato importanza e riconoscimento all’Italia in un periodo difficile, a cavallo tra due Guerre Mondiali. Ha tralasciato volutamente la ricerca di base, la ricerca pura, a favore di una ricerca che potesse avere un fine pratico e di utilità per la Nazione. Nell’anno di Expo appena concluso, il cibo e la biodiversità, temi studiati e trattati da Strampelli, sono ancora attuali e in cerca di nuove risposte.
“Nazareno Strampelli ha coltivato il sogno di dare più pane al mondo e ha cercato di concretizzarlo come meglio ha potuto.
Nanismo, precocità, resistenza alle ruggini continuano infatti a giocare un ruolo fondamentale anche nelle moderne cultivars“
(dal libro di Sergio Salvi, pag. 85)
Sergio Salvi – L’uomo che voleva nutrire il mondo. I primi 150 anni di Nazareno Strampelli – Accademia Georgica Treia
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