Venerdì scorso ho visitato la mostra fotografica che porta a Milano le 100 migliori fotografie naturalistiche. Ho partecipato al gruppo della visita guidata col fotografo naturalista Marco Colombo e ho scoperto qualche trucco del mestiere.
Anche quest’anno l’Associazione culturale Radiceunopercento porta a Milano le 100 migliori fotografie naturalistiche che hanno partecipato al prestigioso concorso del Natural History Museum di Londra. Ospitate dal Comune di Milano presso la Fondazione Luciana Matalon fino al 4 dicembre 2016.
Quest’anno ho deciso di partecipare alla visita guidata serale curata dal fotografo naturalista Marco Colombo. La serata è stata piacevole e ho imparato qualche trucco sul mondo della fotografia. Amo fotografare, ma con un semplice macchina fotografica digitale, modello base.
Da quel che ho letto anche negli scorsi anni visitando la mostra, fotografare la natura è un’impresa che richiede molta passione, molto tempo e anche attrezzature adeguate. La visita guidata me lo ha confermato. Occorre restare attenti per ore o lasciare la macchina fotografica in posa per tempi molto lunghi. Ma la voglia di ottenere quello scatto particolare ripaga poi di ogni fatica.
Quello che vi racconto quest’anno è qualcosa sulle foto vincitrici, sulla volpe in Inghilterra e sulla fotografia giornalistica, tre punti che mi hanno colpito durante il racconto di Marco Colombo. Altre notizie su come è organizzata la mostra e sulle categorie in gara le potete trovare in questo mio post.
Le foto vincitrici hanno sempre qualcosa di molto particolare sia dal punto naturalistico che da quello dell’immagine. “Un racconto su due volpi”, la foto vincitrice scattata dal canadese Dan Gutoski, riprende una volpe rossa che insegue qualcosa nella neve. Solo successivamente il fotografo si accorge che quello che la volpe cerca è la carcassa di una seconda volpe, ormai morta. Dan rimase fermo nella neve, a -30°C, finché la volpe prese in bocca la carcassa e la trascinò via.
Nella tundra canadese le volpi rosse stanno espandendo il loro areale verso nord, verso il territorio occupato dalla volpe artica e questa espansione è dovuta al cambiamento climatico. Le volpi artiche vengono predate dalle volpi rosse: non solo, entrambe le specie competono per il cibo, costituito soprattuto dai lemming. Una foto che ci colpisce visivamente per la simmetria delle due volpi sullo sfondo bianco totale. Una foto che ci fa riflettere sul cambiamento climatico in atto, provocato dall’uomo:
“Questa scena è ricca di forza simbolica: la volpe rossa caccia sempre più la volpe artica, come risultato dell’aumento del riscaldamento globale. È la natura, allo stesso tempo brutale e misteriosamente bella. La grande fotografia naturalistica combina la didattica all’esplorazione, insieme alla capacità di cogliere l’attimo, e in questo scatto tutto si combina perfettamente” – (Lewis Blackwell, Presidente della giuria)
Le volpi in Inghilterra. Le volpi sono presenti ogni anno nelle foto del concorso. Forse perché sono tanto amate, ma anche tanto maltrattate nella triste tradizione della caccia alla volpe. Oltre alla foto vincitrice descritta sopra, anche una seconda foto mi ha molto impressionata. Si tratta dello scatto “Un’ombra che cammina” di Richard Peters. Una notte, nel Regno Unito, nel giardino di casa, una volpe passa accanto al muro e il fotografo riesce ad immortalare la sua ombra. Una femmina di volpe che cammina, che si muove, mentre la luce di una torcia e lo scatto della fotocamera la riprende lì davanti al muro. Le volpi ormai vivono in città e il loro territorio può comprendere l’area di 400 giardini. Anche nello scatto di Neil Aldridge si vede “Una piccola volpe in una grande città”. Si stima che negli ambienti urbani della Gran Bretagna vivano 33.000 volpi, una delle più alte densità al mondo. Ormai si avvicinano sempre più ai luoghi abitati dall’uomo, sono più intraprendenti e crescono abituandosi a vivere a contatto con l’essere umano.
Le foto inchiesta, i fotoreportage sono la parte più nuova e interessante della mostra. Sono le immagini che ci fanno riflettere sul comportamento umano. Anche quest’anno ho visto scatti che raccontano degli animali in cattività (degli elefanti legati alle catene nei templi indiani, degli animali nei circhi), del bracconaggio, del traffico illegale e della pesca eccessiva. Immagini molto forti che ci fanno riflettere ancora una volta sul rapporto uomo-natura.
Anche quest’anno, se avete la possibilità, vi consiglio di visitare questa bellissima mostra fotografica, Wildlife Photographer of the Year, magari seguendo il percosso in compagnia di Marco Colombo. Per ammirare la natura, il paesaggio, gli animali e per riflettere sul presente e sul futuro della vita su questo nostro fantastico Pianeta.
Info utili Wildlife Photographer of the Year 2016 – presso Fondazione Luciana Matalon – Foro Buonaparte 67 – Milano – fino al 4 dicembre 2016
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