Ho visitato la mostra itinerante “Seduzione repulsione. Quello che le piante non dicono” e sono rimasta affascinata da queste creature. Vi racconto il perché con quattro esempi.
La mostra itinerante “Seduzione repulsione. Quello che le piante non dicono” è arrivata all’Orto Botanico di Brera a Milano. Organizzata dalla Rete Orti Botanici della Lombardia, ha toccato diverse località della nostra regione. Sono stata a visitarla, sfidando il freddo di questi giorni.
La mostra è all’interno dell’Orto Botanico di Brera, nella sala utilizzata per le mostre, gli incontri e i workshop. Una serie di pannelli, con interessanti spiegazioni e belle fotografie, racconta i diversi aspetti di queste fantastiche creature che abitano la natura.
Sembrano ferme, ma… Sì, il fatto di essere ferme, di non poter scappare in caso di paura, pericolo o attacco, come fanno gli animali, ha fatto in modo che le piante mettessero in atto una serie di strategie sorprendenti. Ogni volta che leggo, mi ricordo o vedo qualcuno di questi meccanismi rimango davvero a bocca aperta…
La mostra affronta vari temi, che vi elenco in breve. Si parte dalle forme delle piante, la spinosità, la solidità, la rotondità. Poi c’è il colore: il verde e i colori della seduzione. Pensando alle piante ci vengono in mente gli odori, dolci, ma anche terribilmente nauseanti… Con i suoi frutti, la pianta è ricca di sapori, sia per l’uomo, che per altri animali, soprattutto insetti. I sapori possono diventare veleni, per combattere animali nocivi.
Le piante sono anche in grado di cooperare con altri esseri viventi in modo da poter sopravvivere tutti quanti. Sono capaci di innescare delle “guerre” con delle armi chimiche micidiali verso insetti che le masticano (masticatori) o che succhiano loro la linfa vitale (succhiatori). Le piante hanno dei loro habitat caratteristici e la mostra affronta il tema delle invasioni di piante aliene. Ma le piante sanno anche ingannare durante la seduzione.
Quattro esempi per capire meglio le piante. Tutto il percorso della mostra è interessante e ci racconta il mondo della botanica, con elementi scientifici e curiosità. Quattro sono gli esempi che mi hanno colpito durante la visita.
1. I colori. Resto sempre affascinata dai colori delle piante, dei fiori, delle foglie. Ma quello che mi sorprende maggiorante è la differenza di colore che un fiore assume se lo guardiamo noi esseri umani – incapaci di vedere l’ultravioletto – oppure se lo guarda un insetto, che invece vede questo tipo di radiazione. Molti pigmenti, che danno colore ai fiori, come i flavonoidi della foto, sono invisibili all’occhio umano.
Allora vorrei davvero essere un insetto, per un giorno, e poter ammirare da un diverso punto di vista fiori e piante. Chissà se saprei riconoscerli? Credo proprio di no! È un mondo tutto nuovo, tutto diverso, bellissimo. Guardate come sembrano due fiori diversi, le immagini della Oenothera biennis L., viste da noi umani e dagli insetti?
2. I profumi delle piante sono davvero fantastici, tanto è vero che noi utilizziamo molte di queste essenze per profumarci, per regalarci quell’odore buono che non abbiamo. In mostra ho letto della Nigritella nera – Nigritella nigra (L.) Reichenb – un’orchidea diffusa sulle Alpi e nelle regioni artiche europee. Questo fiore profuma sia di cioccolato che di vaniglia, essendo in grado di produrre la vanillina, composto volatile.
Profumi da giorno e da sera. Come fossero abiti da indossare in diverse ore del giorno, le piante “si vestono” di profumo nei momenti delle giornata nei quali i loro impollinatori vanno a visitarle. Così il caprifoglio emana il suo profumo la notte, per attirare falene e pipistrelli, mentre la bocca di leone profuma di giorno per insetti e farfalle diurne.
Ma anche profumi… vomitevoli. Avete letto il libro (o visto la fiction) L’Allieva? La povera Alice, specializzanda in medicina legale, per punizione doveva nutrire e curare larve di Calliphora vomitoria, la mosca blu della carne, così chiamata perché attratta dall’odore di carne in putrefazione. Insomma, le piante lo sanno che i gusti son gusti e si ingraziano anche gli insetti più difficili, quelli che amano sapori e odori disgustosi.
3. I veleni. Le piante producono veleni per difendersi. Se amate anche voi i gialli e polizieschi, saprete che ci sono moltissimi veleni di origine vegetale. Spesso si nascondono in creature che sembrano innocue, come i mughetti. Chi lo direbbe mai? Una pianta così piccola e fragile, con un dolce profumo, ma molto velenosa. Contiene la convallottossina, tossina con azione cardiaca. Ma interessante è il caso della speronella e dell’aconito. L’aconito è molto usato nella storia e nella narrativa per compiere omicidi. (Con questo parlare di sostanze tossiche non voglio impressionarvi: si sa che è sempre la dose a fare il veleno…)
4. Perché un fiore muore? La morte di un fiore è un momento triste, (mi ricorda la canzone Quando una stella muore) ma allo stesso tempo felice, perché vuol dire che presto si trasformerà in frutto. La natura, che non spreca mai nulla, nemmeno il tempo, ha pensato di farlo appassire presto per dar vita al frutto. A noi uomini che teniamo i fiori in casa e li vediamo appassire spiace sempre, comunque…
Ecco dunque le mie impressioni su questa mostra. Spero di avervi incuriosito a visitarla se approderà nella vostra città. Spero anche di avervi appassionato al mondo vegetale, davvero molto diverso da quello animale, ma altrettanto intrigante.
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