Natale è tempo di doni, della magia delle luci e dello stare insieme. In particolare, il pranzo di Natale dovrebbe essere un momento di condivisione e ospitalità. E se fossero stati gli animali – magari i gatti – ad ispirarci questa idea col loro comportamento? Un’ipotesi fantasiosa per augurare a tutti voi buon Natale e buone feste!
Buon Natale e buone feste a tutti voi che seguite il blog e a chi ci passa di qui per caso proprio durante queste feste. Natale è periodo di doni, di luce, di speranza. Una giornata per stare insieme ai nostri cari e agli amici, ma anche un’occasione per aiutare chi ha più bisogno.
Molte famiglie ospitano un senza tetto, un rifugiato, una persona in difficoltà, una famiglia di migranti per condividere il pranzo e la festa del Natale. Non solo per la religione cristiana, ma per molte religioni e per chi non crede, Natale è tempo di ospitalità a tavola, di cibo, di allegria, tempo per scambiarsi opinioni, idee, chiacchierare e stare insieme.
Leggendo il libro “Il gatto che arrestava i malviventi e altre storie” ho trovato il racconto di Frate Medardus. Il frate narra della nascita di questa tradizione natalizia, quella dell’ospitare i più poveri e bisognosi durante il pranzo del Natale.
Si tratta di un racconto, dunque non è detto che sia vero, ma, come ogni racconto che si rispetti, si basa sulla vita reale e ha una sua verità da rivelare e degli spunti per farci riflettere sul mondo animale, al quale anche noi apparteniamo, e che troppo spesso torturiamo, distruggiamo e danneggiamo.
Nel periodo del Medioevo, nei monasteri, molti frati davano da mangiare a dei gatti. Anche Frate Medardus nutriva dodici gatti, ospitati nella soffitta del convento. I gatti fanno sempre comodo, si sa, ancor di più nei pressi di una abbazia: cacciano topi e altri animali fastidiosi per la vita dei frati stessi e per le loro coltivazioni. Quando si parla di monastero, si parla di orti e giardini, api e alveari, coltivazioni naturali, produzioni di composte di frutta e miele, tutti prodotti da conservare e preservare dalle grinfie di animali selvatici di ogni specie.
Nella colonia di gatti del monastero, il più anziano ha 17 anni e si chiama Grigio. Ultimamente Grigio non sta molto bene e una gatta nera lo ha preso sotto la propria protezione. Ecco cos’è successo un giorno:
“Nel corso degli anni Medardus è diventato molto bravo e veloce nel distribuire il cibo nelle ciotole di legno. I gatti molto affamati si gettano sul pesce e il pollo, uova e fagioli e pancetta. Mentre Medardus riflette se deve porre la ciotola del Grigio nell’angolo, che il gatto sembra non aver lasciato da questa mattina presto, si accorge di qualcosa mai vista. La piccola gatta nera con le zampe bianche addenta con le sue zanne il pezzo del petto di pollo più grosso nella sua ciotola. Ma invece che mangiarlo, lo porta nell’angolo in cui si è ritirato il Grigio. Lì spezzetta la carne bianca in piccoli pezzettini e li depone davanti al gatto. Ogni tanto si guarda indietro per assicurasi che nessun altro gatto si avvicini per prendersi il pasto. Il Grigio ha visto la gatta ma non mangia. Giace sdraiato sul lato e respira velocemente.
Quando Frate Medardus si avvicina, la gatta mostra le fauci soffiando. “Sei una una buona gatta” le dice Medardus sottovoce. “Porti da mangiare al tuo amico malato. E lo difendi dall’avidità degli altri. Si è mai visto qualcosa di simile?”
Purtroppo le condizioni del gatto Grigio peggiorano. Anche la sua ultima vita ha fatto il suo corso e muore proprio all’inizio dell’inverno.
Sarà questo avvenimento della gatta nera che aiuta il compagno anziano e malato, sarà che gli animali, con i loro comportamenti, ci invitano a riflettere sui nostri, ad un certo punto, quando tocca a Frate Medardus fare il discorso ai frati, il suo monologo sarà tutto concentrato sulla morte del gatto Grigio.
Sì, perché proprio questo gatto ha dato l’idea – almeno nel racconto – di condividere il cibo con i malati, gli anziani, i bisognosi nel girono di Natale.
E il discorso di Frate Medardus suonava più o meno così:
“Accidenti, eri un eccezionale cacciatore di topi e un vecchio amico. E se la gatta nera non avesse condiviso con te il suo cibo, i fratelli oggi non sarebbero andati nei villaggi per dar da mangiare ai poveri. Perché non ci siamo arrivati prima da soli? A pensare ai poveri nel giorno del Signore? A far loro dei doni?
Chissà se qualcun altro seguirà il nostro esempio?
Gatto Grigio non ci hai lasciato per sempre, sei solo andata via prima”
Con questo racconto natalizio, auguro a tutti voi buon Natale, buone feste e buon anno! Che sia un anno felice e sereno per tutti, da trascorrere con i vostri cari e gli amici in tranquillità.
E un augurio da curiosa di natura: che tutti possano passare più tempo nella natura, conoscere meglio e rispettare gli animali e le piante che condividono con noi la vita su questo Pianeta! Auguri!
Cari auguri 🎁🎄
Grazie, anche a te
auguri
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