Quanti animali ci siamo persi?

ANIMALI

Quanti animali si sono estinti nel corso dei secoli? Moltissime sono le specie animali che non vivono più sulla Terra. Ve ne racconto sette, incontrate durante la visita alla mostra “Estinzioni”. Per riflettere sul nostro presente e sul futuro

“Gli scienziati stimano che più di trecento tipi di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi si siano estinti dal 1500 a oggi”

Nel mio ultimo post vi ho raccontato della mostra “Estinzioni” citando alcune di queste specie. Ecco sette esempi di animali che non abbiamo potuto ammirare sul nostro Pianeta.

Uccelli

L’alca impenne (Pinguinus impennis) è una specie estinta. Si tratta di un uccello che viveva nell’emisfero boreale fino all’Ottocento. Gli individui si riunivano in colonie sulle isole dell’Atlantico settentrionale nel periodo della riproduzione. In inverno si spostavano a sud fino a raggiungere le coste più meridionali di Spagna e Italia. L’alca era simile, nell’aspetto, ai pinguini e come questi era incapace di volare ma molto abile nel nuoto. La sua estinzione è dovuta all’uomo che la cacciava per la carne e il grasso usato come olio combustibile a basso costo. Gli ultimi esemplari osservati in vita risalgono al 1852 nella zona del Canada.

Alca impenne

Alca impenne

L’emù nero (Dromaius novaehollandiae minor) era presente solo nell’Isola di King tra Australia e Tasmania (una specie di questo tipo è detta endemica, cioè vive solo in alcuni territori). Questo uccello non era in grado di volare e viveva nelle zone lagunari dell’isola. Anche questa estinzione è opera della caccia dell’uomo che si cibava dell’emù nero. Questa specie è stata dichiarata estinta nel 1805.

Emù nero

Emù nero

L’huia (Heteralocha acutirostris) è un uccello passeriforme endemico della zona di North Island in Nuova Zelanda. Viveva nelle foreste dell’isola, si cibava di larve di coleottero trovate sugli alberi. La distruzione delle foreste e la caccia da parte dei coloni europei nell’Ottocento sono le cause della sua estinzione. Gli ultimi esemplari vivi sono stati osservati nel 1907

Huia

Huia

Rettili

Lo scinco gigante di Capo Verde (Chioninia coctei) è un rettile dalla famiglia degli scincidi, endemico dell’arcipelago di Capo Verde. Notturno, viveva sugli scogli rocciosi accanto alle colonie di uccelli marini (si cibava delle loro uova e dei pulcini). La popolazione diminuì prima a causa di cani e gatti e poi dell’uomo: cacciatori, commercianti e collezionisti contribuirono all’estinzione di questa specie. L’ultimo esemplare fu avvistato nel 1912. Da allora è considerato estinto.

Scinco gigante di Capo Verde

Scinco gigante di Capo Verde

Marsupiali e Mammiferi

Il leone berbero (Panthera leo leo) era simile ai leoni che vivono nel sub-sahara, anche se di mole più massiccia e con una criniera molto estesa. Il suo areale era confinato ai deserti del Nord Africa. Il numero di esemplari è diminuito a causa dell’esportazione di leoni destinati ai circhi dell’Impero Romano. Nell’Ottocento e nel Novecento il leone berbero si è estinto per la diminuzione del suo habitat e per la caccia indiscriminata.

Leone berbero

Leone berbero

Il quagga (Equus quagga quagga) era un mammifero degli equidi simile alla zebra. Le sue striature erano di colore diverso e presenti solo nella parte anteriore del corpo. Viveva nelle pianure più aride del Sud Africa. Nel Settecento, con l’arrivo dei coloni europei, venne eliminato per creare pascoli per l’allevamento. Venne anche cacciato per la pelliccia e la carne. L’ultimo esemplare vivo fu avvistato nel 1878

Quagga

Quagga

Il tilacino (Thylacinus cynocephalus) o tigre della Tasmania, era un marsupiale carnivoro diffuso nelle zone dell’Australia, Tasmania e Nuova Guinea. Venne perseguitato dagli allevatori locali perché predava il loro bestiame. L’ultimo esemplare di questa specie morì in uno zoo della Tasmania nel 1936

tilacino

Tilacino

*nota* I dati e le citazioni di questo post sono tratte dal libretto guida della mostra Estinzioni biodiversità dei vertebrati in allarme rosso realizzato dal Museo Regionale di Scienze Naturale dalla Regione Piemonte. Le foto sono tratte dal web, molte di esse sono relative al Museo di storia Naturale di Torino

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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