Qualche settimana fa sono stata a fare un giro al Museo Egizio di Torino dopo diversi anni e mi è piaciuto molto il nuovo allestimento con le aree dedicate agli animali
Ero stata al Museo Egizio di Torino diversi anni fa. Ho saputo che ora è tutto nuovo e ho voluto fare un giro per vedere. Devo dire che vale davvero la pena passare un pomeriggio immersi nel mondo degli Egizi.
Non sono molto esperta di storia e del popolo egizio perciò vi invito a trovare le informazioni che desiderate direttamente sul sito del Museo.
Quello di Torino è il Museo Egizio più antico al mondo: fondato nel 1824, raccoglie oltre 40.000 reperti. Statue, papiri, sarcofagi e oggetti della vita quotidiana che ci permettono di fare un salto indietro nella storia di oltre 4.000 anni.
Dal 2015 il Museo ha un nuovo allestimento: si sviluppa su quattro piani e comprende 15 sale. Si parte dall’Epoca Predinastica, passando dall’Antico, al Medio, al Nuovo Regno.
Gli animali nel mondo egizio erano tenuti in grande considerazione. Questo mi ha sempre appassionato nello studio di questo popolo. Qui al museo, nella galleria finale, si possono trovare le immense statute dei vari dei con testa e corpo di animali. Gli Egizi, popolo di navigatori e coltivatori, hanno sempre saputo apprezzare il mondo della natura e degli animali.
Un nome italiano, una divinità. All’interno del museo mi ha colpito un cartello che raccoglie tutti i nomi degli animali conosciuti e venerati dagli Egizi, con accanto il relativo simbolo e il nome inglese. Sono davvero tanti:
ariete, coccodrillo, elefante, toro, sciacallo, cavallo, ibis, babbuino, falco, serpente, scarabeo, pesce, toporagno, gazzella, gatto, leone, asino e lucertola.
La sala degli animali raccoglie tante statue e tanti animali imbalsamati. Qui si legge che gli dei egizi si manifestano in molte forme e sono spesso associati agli animali stessi. Per questo, fin dal 3.000 a.c, gli animali venivano sottoposti a processi di mummificazione, proprio come accadeva agli esseri umani.
Spesso un esemplare molto bello di un animale associato ad un dio veniva allevato apposta per essere poi mummificato e dedicato a quella divinità. Veniva inoltre inserito all’interno di un sarcofago. Molti altri animali venivano portati nel tempio proprio come oggi facciamo noi con gli ex voto: si trovano, ad esempio, l’ariete e il toro, i gatti, i cani e i pesci.
Una specie, una tecnica. La tecnica utilizzata per l’imbalsamazione cambiava a seconda del tipo di animale da imbalsamare. Alcuni venivano essiccati, ricoprendo il loro corpo col sale per 40 giorni. Per altri, i più grandi, come tori e arieti, si procedeva all’eviscerazione: i loro organi interni venivano tolti dal corpo e conservati in appositi vasi detti canopi.
C’era poi l’imbalsamazione, processo mediante il quale il corpo dell’animale era trattato con oli, unguenti e resine. Il corpo veniva poi avvolto nelle bende e spesso si aggiungevano degli amuleti. Molti animali esposti qui nel museo sono proprio ancora intatti nelle loro bende originarie.
Una finestra sul mondo egizio e sui gatti. Girando tra le sale del museo si arriva in un punto dove è stata creata una finestra in vetro che permette di vedere i laboratori interni alla struttura. Su questi tavoli si osservano le mummie di gatti che sono giunte fino ai nostri anni, resistendo per millenni.
Questi gatti sono davvero belli, le loro bende ricostruiscono e richiamano la forma dell’animale stesso e mostrano tutto l’affetto che questo popolo aveva per loro. Nei granai, nei magazzini, i gatti aiutavano a tenere lontani topi e altri roditori. Per questo venivano ricompensati dagli Egizi con l’imbalsamazione dei loro corpi e con una dea a loro dedicata.
Bastet, dea gatto-leonessa, era venerata inizialmente per la sua potenza, forza, bellezza e agilità. In seguito il suo culto venne associato a quello dei gatti e della luna.
Se siete a Torino vi consiglio di visitare il Museo Egizio. Grande, bello, ben organizzato, mi ha stupito vedere come, dopo migliaia di anni, i resti di oggetti, uomini e animali siano arrivati quasi intatti fino a noi a testimonianza della bravura di questo popolo e dell’affetto verso gli esseri umani e gli animali. Una cura che che hanno dimostrato anche nell’accompagnare persone e animali verso il loro viaggio oltre la vita.
0 commenti