Il racconto della mia visita a Broken Nature continua con 7 progetti di design e natura e la bellissima sala The Great Animal Orchestra
Nel post precedente ho raccontato perché visitare Broken Nature e come il design può incontrare la natura. Nel mio percorso mi hanno colpito questi sette progetti, ma ce ne sono davvero tanti e tutti interessanti.
Nuove parole, nuovi materiali. “Plastiglomerati” è una parola nuova che indica un conglomerato di plastica e sabbia. Ne sono stati trovati molti sulle rive delle Isole Hawaii. Rappresentano i fossili del futuro, i fossili dell’Antropocene, era geologica nella quale gli uomini hanno lasciato segni indelebili sugli ecosistemi
“Resuscitare un profumo” Grazie all’ingegneria genetica avanzata, gli scienziati hanno sequenziato il DNA di tre enzimi responsabili del profumo di tre specie di piante estinte, utilizzando materiale proveniente dall’Herbarium di Harvard. Bello questo progetto di ridare profumo a fiori estinti – anche se non sapremo mai se era davvero così il loro caratteristico odore – di ricreare la correlazione tra una specie e il luogo in cui ha vissuto
Bachi da seta ingegneri. Dopo aver studiato il comportamento dei bachi da seta, un gruppo di studiosi ne ha messi 6500 su dei pannelli poligonali. I bachi hanno seguito il pre-tracciato e hanno tessuto l’intera struttura dando origine ad una cupola perfetta
Nervous system è un progetto per creare al computer fenomeni naturali. Floraform, in particolare, studia il processo di crescita e di fioritura dei fiori.
Never Alone racconta la storia di Nuna, una bambina che scappa da una tempesta di neve portando con sé la sua volpe artica. Nuna vuole capire cosa sta succedendo alla sua terra e ci riuscirà grazie all’aiuto del suo popolo e della saggezza popolare.
Il “pesce” Sofi. Sofi è un robot a forma di pesce per esplorare le profondità oceaniche senza disturbare gli abitanti dei fondali marini (più dell’80% degli oceani è ad oggi inesplorato) Semplice e leggero, permette di studiare i fondali e le specie che li abitano in modo non invasivo.
Le canzoni dei cetacei. I cetacei cantano per comunicare. Monitorando le balene in via d’estinzione gli studiosi hanno raccolto i dati delle registrazioni subacquee. Questi dati sono stati trasformati in rappresentazioni visive del canto delle balene.
[wpvideo wFneTIlG]
The Great Animal Orchestra è un grande progetto realizzato dal musicista, esperto di bioacustica, Bernie Krause insieme al collettivo londinese United Visual Artist. Una meditazione estetica, visiva e sonora sul regno degli animali, un regno che oggi è molto minacciato.
Krause ha raccolto per 50 anni più di 5000 ore di registrazioni in habitat naturali. Dall’unione del lavoro di questi due artisti sono nati dei sonogrammi, delle rappresentazioni grafiche dei suoni.
Fermatevi nella sala ad ascoltare uno o più d’uno. Sono sette come le sette aree del mondo prescelte per la loro diversità biologica.
C’è la foresta di conifere americana con il coyote, il picchio, la ghiandaia e molti altri uccelli. Le praterie e la savana del Sud Africa ospitano le scimmie sciacma, la civetta, l’usignolo, la tortora. Nella tundra artica dell’Alaska incontriamo i lupi rossicci e le volpi artiche, l’oca, il ciuffolotto, l’organetto. Nella foresta pluviale del centro dell’Africa, gorilla e cercopitechi insieme all’elefante africano, all’ibis e al pappagallo cinerino. Nella foresta boreale del Canada è possibile sentire il lupo orientale, lo scoiattolo rosso americano e molti uccelli, cince, corvi, ghiandaie. Nell’Amazzonia, in Brasile, troviamo le scimmie urlatrici e molti insetti, ma anche pappagalli, tortore, gufi, tucani. E per finire l’oceano con le megattere, le orche e i capodogli.
Nella parte introduttiva, Krause propone anche alcune corte registrazioni – come questa qui sotto – che ci fanno vedere e sentire come il nostro ambiente naturale sia in pericolo. Prima dell’intervento dell’uomo – per un disboscamento, per costruire una strada o una diga – i suoni che si possono sentire, quelli degli animali presenti, sono molti. Dopo, è quasi solo silenzio.
[wpvideo h2cwaHn2]
Le parole di questo artista, nell’introduzione alla sua opera, mi hanno colpito e ci fanno riflettere:
“Gli animali non parlano mai uno sull’altro. Ogni specie ha una sua frequenza e comunica ad una certa lunghezza d’onda, diversa da quella di tutte le altre specie. Per questo ci è stato possibile ricostruire questi video della Grande Orchestra degli Animali”
Spero che questi post vi abbiano incuriosito. Ma Broken Nature non finisce qui. Nei prossimi post vi racconto della bellissima parte sul mondo vegetale: La Nazione delle Piante. Vi aspetto numerosi a fine mese 🙂
*nota* Le foto e i brevi video sono stati girati da me all’interno della mostra Broken Nature, dopo aver chiesto conferma allo staff. Se ci fossero problemi per la pubblicazione, invito i responsabili a contattarmi
0 commenti