Coronavirus e animali: proteggere la biodiversità

ANIMALI, ECOLOGIA, NATURA BIO

Il Coronavirus è il nuovo tipo di virus arrivato in Italia dalla zona di Wuhan in Cina nelle scorse settimane. Questo virus ha causato gravi danni dal punto di vista sanitario ed economico in Asia e ora anche in Italia e in Europa.

Come è arrivato questo virus all’uomo? 

Quali animali possono averlo portato? 

Cosa possiamo imparare da questa emergenza? 

L’importanza della protezione della biodiversità, la lotta al bracconaggio e al commercio illegale di specie: tutto questo ci aiuterà a prevenire contagi nel futuro.

Anche le tradizioni, gli allevamenti intensivi, le pessime condizioni di vita alle quali obblighiamo molte specie animali sono comportamenti da evitare e da condannare per la salute animale e umana.

Coronavirus: gli animali e l’origine del contagio

Il Coronavrirus è un ceppo di virus che si può trovare negli animali. I virus non sono in grado di replicarsi da soli ma hanno bisogno delle cellule di un ospite: gli animali sono gli ospiti che permettono a questo tipo di virus di vivere e replicarsi. 

Alle volte il virus può arrivare all’uomo facendo uno spillover ovvero un salto di specie. Questo passaggio è davvero raro perché non tutti i virus sono adatti a cambiare specie. 

Inoltre, per fare questo passaggio, occorrono due condizioni essenziali:

  1. Il contatto molto stretto tra uomini e animali selvatici
  2. La capacità del virus di replicarsi anche nel corpo umano.

Lo stretto contatto tra uomo e animali è quello che si è verificato nel mercato di Wuhan in Cina, zona dalla quale il contagio da Coronavirus si è diffuso in varie aree del mondo. In questo e in molti altri mercati le condizioni igieniche sono estremamente precarie: c’è tanta promiscuità tra gli animali. Animali vivi sono a contatto con animali morti presenti come carne macellata e con le loro deiezioni. Una situazione igienica che può facilitare il contagio.

Ma, come abbiamo visto, nella grande maggioranza dei casi i virus che infettano gli animali non sono in grado di replicarsi nell’uomo e quindi non infettano gli esseri umani. Alle volte i virus del tipo Coronavirus possono passare da un animale ad un altro, detto ospite intermedio, e così arrivare all’uomo.

Questo è già successo in due epidemie abbastanza recenti: la SARS e la MERS. Nel 2004, nel caso della SARS, Sindrome Respiratoria Acuta Grave, il virus è passato dai pipistrelli a piccoli mammiferi e poi è arrivato all’uomo. Per la MERS, Sindrome Respiratoria Mediorientale, nel 2012 il virus si è trasmesso dai pipistrelli ai dromedari e quindi all’uomo.

Anche nel caso recente del Coronavirus-Covid19 dalla Cina i pipistrelli sembrano essere gli animali dai quali è partito il contagio ma le ricerche sono ancora in corso e un altro animale è stato additato come animale che ha dato origine alla zoonosi: il pangolino.

I pangolini sono animali a rischio di estinzione. Il loro commercio illegale in Asia e Africa per utilizzare le loro scaglie o per la loro carne ha diminuito notevolmente il loro numero. Il commercio illegale non favorisce le condizioni igieniche necessarie: i pangolini nel mercato cinese possono aver portato la malattia dai pipistrelli al genere umano.

Coronavirus e animali: proteggere la biodiversità

Coronavirus e animali: proteggere la biodiversità

Coronavirus: i mercati, il commercio illegale di animali selvatici

Dopo le epidemie di SARS e di MERS questo nuovo contagio riporta all’attenzione il problema dei mercati all’aperto e del commercio illegale di animali selvatici. In Cina da molti anni si aspettano nuove leggi per la tutela della biodiversità e la salvaguardia degli animali selvatici. 

Nel mercato di Wuhan, carne e pesce, volatili e animali esotici in gabbia erano a stretto contatto. Le norme igieniche quasi per nulla rispettate. Basta poco, in queste condizioni, perché si verifichino contagi ed epidemie. 

Durante queste settimane di emergenza le autorità cinesi hanno sospeso i mercati all’aperto e vietato il commercio di molte specie selvatiche quali pipistrelli, zibetti, pangolini, civette delle paludi. Questo non basta. Occorre, come dicevamo, una legge che sia valida per sempre, nel presente e nel futuro. 

Il dottor Zhou Jinfeng si è fatto promotore di queste emergenze e ha promosso una nuova legge in Cina per la tutela della biodiversità. Tutelare le specie nel loro habitat, proteggere gli ecosistemi è importante: gli animali selvatici entreranno meno a contatto con gli esseri umani. 

Ogni specie dovrebbe poter vivere bene nel proprio habitat naturale

Un altro aspetto da tener presente è quello delle tradizioni locali. I mercati all’aperto con le loro pessime condizioni igieniche, l’abitudine a nutrirsi di parti di animali selvatici porta al contatto molto ravvicinato tra uomo e specie selvatiche. Ricordiamo anche le gravi sofferenze che infliggiamo a molti animali negli allevamenti intensivi. 

Spesso intervengono cattive abitudini, disinformazione, interessi economici. Animali  selvatici venduti illegalmente nei mercati, allevamenti intensivi di bovini e uccelli portano al contagio e obbligano ad uccidere in massa migliaia di animali, come è successo nel caso della BSE, l’Encefalopatia Spongiforme Bovina o “mucca pazza”.

Cosa possiamo imparare da questa situazione? 

A rispettare gli animali, siano essi selvatici o di allevamento. A non mangiare carni di animali selvatici, non commerciarli illegalmente per utilizzare loro parti per ipotetiche cure mediche. A tenere gli animali, siano essi vivi o già macellati, in condizioni igieniche pulite e controllate. A rispettare l’ambiente, gli habitat della nostra specie e delle altre specie. Poche e semplici regole che dovrebbero essere la normalità.

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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