Veronica Curvietto, blogger di Scoprire l’altro, partecipa al percorso Blog in Rete si racconta in questa intervista: la sua Torino, la passione per le altre culture e i viaggi, il cinema e la fotografia.
Veronica ama stare in mezzo alla gente, scoprire l’altro con le sue diverse sfumature. Ama la musica, il cinema e la fotografia e naturalmente la scrittura. Precisa e puntuale, in ogni cosa ci mette sempre grande impegno e professionalità. Il suo blog, Scoprire l’altro, vuole diventare un luogo confortevole per chi ama curiosare e conoscere la diversità che il mondo ci offre con le sue diverse culture.
Conosciamo meglio Veronica Curvietto e il suo blog Scoprire l’altro
Torino è la tua città: come ti trovi? Quale aspetto insolito di Torino racconteresti a chi non la conosce e vorrebbe visitarla?
Torino è la mia città da ben 44 anni: sono nata qui e ho sempre vissuto qui. Il mio rapporto è un po’ ambivalente perché in alcuni periodi dell’anno mi piace molto vivere qui e in altri periodi sono più propensa ad andar via. La soluzione ideale per me sarebbe vivere in un’altra città (estera più che in Italia) e tornare a Torino: hai presente chi vive sei mesi l’anno nella propria città e sei mesi l’anno lontano? Per me sarebbe l’ideale.
Torino è una delle città multietniche più vive d’Italia: in essa convivono molte culture ed è meraviglioso. L’aspetto più particolare è il suo paradosso: una città piuttosto austera e chiusa per certi versi, ma dove pulsa un cuore accogliente e anticonformista. Per conoscerla meglio consiglierei di visitare Porta Palazzo (il mercato multietnico) e il Balon, lo storico mercatino delle pulci dove ci sono anche banchetti di prodotti etnici.
Il tuo blog, Scoprire l’altro: raccontaci come hai iniziato e qual è il tuo progetto
Scoprire l’altro è nato dal desiderio di raccontare la bellezza e la ricchezza del diverso da noi: culture lontane dalla nostra, ma anche modi di vivere e di esprimersi che possono sembrare difficili da comprendere. Nel blog parlo anche dei rapporti umani e di temi anche “scomodi”. Lo scopo del progetto è di portare il lettore ad avere meno paura e più voglia di conoscere il mondo.
L’idea è nata nel 2015 ma è solo nel 2018 che il blog ha visto la luce. All’inizio ero maggiormente interessata a parlare di temi legati alla cultura mediorientale; ne ho parlato però con la persona sbagliata, che l’ha “preso in prestito”. Ho impiegato del tempo per digerire la cosa e ho anche pensato di lasciar perdere. Il progetto però continuava a frullarmi in testa e ho deciso di aprire il blog, grazie anche al sostegno di persone molto vicine a me.
Hai frequentato diversi corsi di scrittura, SEO, copywriting: in che modo la scrittura ti permette di descrivere le diverse culture che incontri tra la gente, nella tua città?
Bella domanda! Io amo scrivere, e da qualche tempo mi piace anche scrivere di storie di vita e di persone. Credo che la ricchezza di una lingua (soprattutto quella italiana) ti dia la possibilità di calibrare molto il modo in cui parli agli altri e degli altri.
Nelle interviste scritte fino a ora, ho cercato di soppesare tanto, sia per rispetto (valido per tutti), sia perché è facile non comprendersi bene e rischiare fraintendimenti. Dipende, e non poco, dalla sensibilità di ognuno di noi nel capire quanto e cosa puoi dire degli altri.
Nel tuo blog, Scoprire l’altro, ho letto la tua recensione al film sulla vita di Frida Khalo. Quali aspetti del suo carattere senti anche tuoi? Quali, invece, vorresti tanto poter avere anche tu?
Frida Khalo è un’artista che apprezzo e stimo soprattutto per la persona che era, per il fatto di essere stata sempre autentica e per il coraggio di aver vissuto la sua vita fino in fondo. L’aspetto che sento molto affine è il sentire tanto le emozioni e il bisogno di esprimere se stessi, il vivere intensamente i rapporti e le passioni culturali.
Ciò che le invidio, se possiamo dire così, è l’estrema sicurezza nel mostrarsi agli altri e il coraggio di sperimentare. Lei si è spinta oltre molti limiti: basti pensare all’incidente che l’ha costretta immobile e a letto per anni. Un’altra cosa che le invidio è la sopportazione del dolore fisico.
Sei appassionata di fotografia e racconti le persone, la ricchezza della diversità, anche attraverso le immagini. Una foto, cosa racconta di una persona?
Una fotografia può raccontare tutto di una persona. Se prendi ad esempio i grandi fotografi, ma anche un fotografo non conosciuto ma che ama il suo lavoro e che ama le persone, può raccontarti addirittura una vita. Ti cito una frase di Henri Cartier-Bresson che mi piace tanto, perché descrive proprio il potere della fotografia:
“È un’illusione che le foto si facciano con la macchina… si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa”. Ed è proprio così, secondo me.
Partecipi al percorso Blog in Rete e fai parte del gruppo LeROSA: come ti arricchiscono queste esperienze?
Il percorso Blog in Rete è un bellissimo progetto, credo che il fatto di essere “al femminile” dia una forza diversa alla cosa. Mi piace molto il fatto che sia un lavoro di gruppo, dove ognuna sostiene le altre e propaga la luce. Questa cosa la trovo anche nella community de LeROSA e penso che sia tanto arricchente perché noi donne abbiamo la capacità forte di sostenerci.
Spezzo una lancia a favore della parte maschile perché per il mio progetto il sostegno maggiore l’ho avuto da uomini, forse per la loro caratteristica nel fare le cose “dritto per dritto”. Noi donne cerchiamo di prendere le cose più con dolcezza, per gradi, pur essendo poi molto capaci e caparbie.
Veronica Curvietto e la natura
Sei curiosa di natura? Raccontaci un episodio che lo dimostra
Potrei citarti più episodi: tutte le volte che mi muovo da casa, in pratica, finisco sempre per chiacchierare con qualcuno. Mi piace molto il contatto con le persone, parlare di qualsiasi argomento, dalle frivolezze ad argomenti esistenziali. Il bello è che mi metto a parlare di me anche a persone che non conosco.
Ami viaggiare e conoscere luoghi e culture diverse. Quale meta consiglieresti a chi ama la natura?
Personalmente, amo di più visitare le capitali, i centri urbani; mi piace molto quando trovo posti ricchi anche di verde. Tra i luoghi che ho visitato e dove puoi trovare ancora della natura selvaggia e zone non contaminate, c’è la Camargue.
Qui in Italia, comunque, abbiamo molte zone belle: la campagna toscana ha dei colori e delle forme che non credo di aver trovato fuori dal nostro Paese. Le altre mete estere dove la natura può dare soddisfazioni sono l’Olanda, dai paesaggi molto suggestivi, il Portogallo e il Marocco. Mi piacerebbe molto vedere l’Islanda, i parchi nazionali americani e il deserto.
Sei appassionata di cinema: quale film che parla di natura, animali o ambiente dovrebbe vedere assolutamente un lettore di Curiosa di natura?
Un documentario bellissimo che consiglio assolutamente di vedere è Il sale della terra, diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado (2014). Un film, invece, che consiglio è Into the wild, diretto da Sean Penn (2007), adattamento del libro Nelle terre estreme. Consiglierei anche Wild, diretto da Jean-Marc Valleé (2014), analogo a quello di Penn ma al femminile. Per chi ama il deserto (come me), un film molto bello è Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci (1990), girato prevalentemente in Marocco.
L’ambiente e l’ecologia sono temi che fanno parte della tua vita?
Sì, certo. Cerco di essere più attenta che posso a rispettare l’ambiente che mi circonda, sia per quanto riguarda la flora che la fauna. Combatto ogni tipo di inquinamento, sotto diverse forme, anche quello acustico. Faccio del mio meglio per non sprecare il cibo, in rispetto anche a chi non ha da mangiare, e mi arrabbio parecchio se per caso vedo persone che sprecano acqua o alimenti. Non ho l’auto e cerco di spostarmi più che posso a piedi, o con il bus.Odio il circo: una volta sono stata costretta ad accompagnare una mia vecchia conoscenza e sono stata male tutto il tempo.
Grazie Veronica per il tuo tempo e i tuoi preziosi consigli. La diversità è bella e ci arricchisce: suggerisco a tutti voi di seguire il blog di Veronica Curvietto Scoprire l’altro e la sua pagina Facebook
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