Si chiama Biova Project, la start up che trasforma il pane invenduto in birra premium artigianale. Dalla scorsa estate è nata una nuova partnership con Eataly, presentata oggi a Torino, e presto un nuovo prodotto: il Ri-Snack. Scopri nel post la storia di questo esempio di economia circolare nel settore del cibo. Perché il pane non si spreca, si beve.
L’economia circolare di Biova: il pane non si spreca, si beve
Biova Project è una start up nata a Torino nel novembre del 2019: il suo nome, biova, è quello dalla classica pagnotta piemontese. Il pane è il punto di partenza del progetto che vuole creare un esempio virtuoso di economia circolare reale nel settore del cibo.
Ogni giorno in Italia 13.000 quintali di pane restano invenduti sugli scaffali
Uno spreco alimentare, un danno economico e sociale.
Cosa possiamo fare? Si sono chiesti Franco, Emanuela, Simone e Martina, i fondatori di Biova project. Generare nuovo valore dagli scarti. Hanno pensato di utilizzare una filiera corta locale per poter recuperare gli avanzi del pane invenduto. La start up Biova Project si rivolge alle panetterie, alle piccole aziende, ai ristoranti e ai distributori di pane, a tutte quelle realtà locali che la sera si ritrovano con del pane invenduto.
L’idea si sviluppa su tre livelli, seguendo tre linee guida:
- trasformare il pane in birra
- fare responsabilità sociale d’impresa
- creare birra in co-branding.
I ragazzi di Biova Project hanno iniziato da Torino e dal Piemonte, individuando panifici e negozi con avanzi di pane da donare ai birrifici artigianali della zona per produrre birra secondo un modello di economia circolare a chilometro zero.
Il pane invenduto viene tostato e sbriciolato. Seguono poi i processi di macinatura e fermentazione. Infine viene utilizzato e trasformato dai birrifici locali in birra artigianale premium.
I vantaggi ecologici, sociali ed economici del Biova Project si possono riassumere nei dati seguenti. Ogni 150 chilogrammi di pane recuperato:
- si producono 2.500 litri di birra premium
- si risparmia il 30% di malto d’orzo, ovvero di materie prime necessarie
- si risparmia energia e si immettono 1365 chilogrammi di CO2 in meno nell’ambiente.
In un anno di utilizzo del progetto, la start up Biova Project ha raggiunto questi importanti risultati:
Generare valore da uno scarto è possibile. Il pane invenduto è recuperato e questo va senza dubbio a favore dell’ambiente e dell’economia, aiutando anche dal punto di vista sociale.
Le birre artigianali, la partnership con Eataly e il nuovo Ri-Snack
Le birre artigianali che si trovano sul sito di Biova Project sono le classiche artigianali, le birre del territorio e quelle nate da una partnership.
Tra le birre artigianali troviamo birre a gradazione medio bassa, con sapore diverso a seconda del tipo di pane utilizzato, ma sempre dal gusto leggermente salato caratteristico di questo alimento. La birra classica Biova permette di risparmiare fino al 30% di malto d’orzo, mentre la birra leggera ha una gradazione alcolica pari a 3,7%, leggera ma dal gusto deciso. C’è poi la birra che deriva dal pane integrale, scura, ad alta fermentazione con un risparmio di malto d’orzo pari al 15%
Un circolo virtuoso positivo che fa del bene, un progetto che aiuta l’ambiente e le persone. Un nuovo prodotto, una birra artigianale prodotta localmente, che deriva da un alimento che resta invenduto a fine giornata e considerato, a torto, uno scarto.
Le birre artigianali Biova Project si possono trovare in molte città del Piemonte e dell’Italia. A Milano, ad esempio, le troviamo presso il Consorzio Stoppani, la Cascina Santa Brera, le catene alimentari Unes e Coop.
Quest’estate è nata una nuova birra, una partnership tra Biova Project e Eataly Lingotto a Torino: la birra Biova Eataly, fresca, estiva e leggera. Dal forno a legna del Lingotto sono stati recuperati 150 chilogrammi di pane invenduto: il pane è stato trasformato in 2.500 litri di birra artigianale.
Il progetto di economia circolare in abito alimentare di Biova Project vedrà presto un nuovo prodotto: il Ri-Snack. Il Ri-Snack sarà il primo snack italiano che combatte lo spreco alimentare.
Uno spuntino a base di malto d’orzo, quel malto che rimane dalla produzione della birra, chiamato anche “trebbia”: questo impasto permette di risparmiare il 40% di nuove materie prime.
Dal malto d’orzo germinato e tostato si crea un mosto base per la produzione della birra. Una volta estratta la parte liquida della bevanda, ciò che resta nella botte può prendere tre diverse strade:
- essere utilizzato nell’alimentazione degli animali
- produrre compost
- venire gettato in discarica.
Biova Project utilizzerà questo malto per produrre il nuovo Ri-Snack a base di malto d’orzo, trasformando ancora una volta uno scarto alimentare in un nuovo prodotto da utilizzare sulle nostre tavole o nei momenti di pausa.
Una start up innovativa quella di Biova Project che sta mettendo in pratica i principi dell’economia circolare, evitando lo spreco di un alimento prezioso e antico come il pane, aiutando il Pianeta a risparmiare energia e materie prime. Perché ormai il pane non si spreca, ma si beve.
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