Biodiversità vuol dire diversità biologica. “La crisi ecologica comprende quella climatica e biologica”: quando ho letto questa frase mi sono resa conto che stiamo parlando tanto di cambiamenti climatici e di energia ma molto meno della diversità biologica. Il 2022 sarà un anno importante per la biodiversità perché è l’anno degli incontri di Kunming, in Cina, chiamati COP15. In Italia è stato raggiunto un grande traguardo: la biodiversità, gli animali e l’ambiente sono entrati nel testo della Costituzione italiana. Scopriamo insieme di cosa si tratta, in parole semplici.
Biodiversità: cos’è?
Quando parliamo di biodiversità, intendiamo la differenziazione biologica tra gli individui di una specie, in relazione alle condizioni ambientali. Se lo pensiamo riferito all’uomo ce ne facciamo subito un’idea: ogni essere umano appartiene alla stessa specie ma ogni essere umano è un individuo diverso. Allo stesso modo lo sono le querce, le margherite, i gatti o le balene. Diverse specie, ma anche diverse da individuo a individuo.
La definizione di biodiversità ci dice anche che sono importanti le condizioni ambientali. Sappiamo benissimo che ogni essere umano vive in un luogo particolare, in una propria casa e frequenta persone e ambienti diversi. Anche le specie, animali o vegetali, sono distribuite in diverse aree del mondo, vivono in condizioni ambientali differenti per la presenza di luce, di alberi, di piogge e di mille altri fattori che rendono unico ogni ecosistema.
Ma allora, cos’è la biodiversità? La biodiversità contiene nella sua definizione una seconda parte. La biodiversità è anche la coesistenza in uno stesso ecosistema di diverse specie animali e vegetali che crea un equilibrio grazie alle loro reciproche relazioni. Se torniamo a pensare agli esseri umani, sono sì degli individui, ma sociali. Ecco che un essere umano è diverso dall’altro non solo come individuo, ma anche in relazione agli altri esseri umani, in base alle reti e alle relazioni che crea.
Come per gli esseri umani, anche gli animali e i vegetali creano relazioni e reti che caratterizzano il loro habitat e definiscono un ecosistema. Ecco perché, quando parliamo dei popoli dell’Amazzonia che sono costretti a lasciare i loro territori diventati inospitali a causa del taglio degli alberi, dobbiamo pensare che in quel luogo abitano tantissime altre popolazioni di animali e di vegetali che stiamo distruggendo, sfrattando, costringendo all’estinzione.
La scienza ce lo dice chiaramente: se una specie scompare, scompare per sempre. Ecco che il periodo che stiamo vivendo viene spesso chiamato sesta estinzione di massa. Perché è vero che nel corso della millenaria storia del nostro Pianeta ci sono state molte estinzioni, ma ora il ritmo è troppo elevato e meno diluito nel tempo.
Pensiamo che l’allarme sul tasso di estinzione si basa sui dati: ci dicono che 1 milione di specie animali e vegetali sono a rischio su 1,8 milioni di specie censite e catalogate. Circa la metà, un po’ più della metà delle specie conosciute è a rischio estinzione.
La biodiversità nella Costituzione italiana
Oggi, 9 febbraio 2022, è un giorno importante per l’Italia, per la natura, per tutti coloro che da anni hanno chiesto questo cambiamento. La biodiversità entra a far parte della Costituzione italiana, insieme alla tutela degli ambienti e degli ecosistemi e alla tutela degli animali.
L’Articolo 9 della Costituzione italiana afferma:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”
A questa frase è stata aggiunta la seguente parte:
“Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Oltre all’Articolo 9, anche l’Articolo 41 della Costituzione italiana è stato modificato:
“L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”
Sono state aggiunte le parole salute e ambiente nella parte finale del testo, per ribadire che le iniziative economiche private devono considerare anche questi importanti fattori. Inoltre, le attività economiche pubbliche e private devono tener conto del fine sociale e di quello ambientale.
La tutela degli ecosistemi e dell’ambiente, della biodiversità e degli animali è essenziale per il presente e il futuro del nostro Pianeta. Da notare che nell’Articolo 9 viene introdotto anche il riferimento all’interesse verso le future generazioni così come troviamo nei principi dello sviluppo sostenibile.
Perché è importante la biodiversità?
Alla domanda: perché è importante la biodiversità? Io risponderei perché ogni individuo è unico, speciale, bello. Così come diciamo di ogni persona, di ogni essere umano. Ma non sempre ce ne rendiamo conto per gli animali e i vegetali.
Allora possiamo pensare che la distruzione degli habitat, delle foreste, delle zone umide è un danno naturale per tutto il mondo, ma anche economico, sociale e sanitario. La recente pandemia ci ha messo in allarme sul fatto che stiamo invadendo troppo gli habitat e che le specie animali selvatiche devono vivere e restare nei loro territori.
La nostra tavola, con tutti i cibi di origine vegetale, la frutta, le verdure, i cereali che mangiamo non sarà più la stessa. La nostra alimentazione potrebbe ridursi a pochi alimenti e sarebbe più povera e meno varia. Questo sarebbe un danno anche dal punto di vista economico e sociale. Molto spesso le aziende e le imprese del settore alimentare sono quelle che hanno un grosso impatto sulla nostra biodiversità. Consumano suolo, distruggono habitat per far posto alle monocolture.
Senza contare che la perdita di specie animali e vegetali rende il nostro paesaggio più povero. A me non piace per niente pensare che tra molti anni diverse specie animali potrebbero non esistere. Che mondo sarebbe senza delfini, tigri, elefanti? Un mondo meno bello, meno vario e più povero. Anche i fiori e le piante che conosciamo potrebbero scomparire e non essere più così comuni, se non coltivate in modo artificiale.
Si sente parlare poco di biodiversità. Perché? Forse perché la biodiversità viene percepita a livello locale e meno a livello globale. Se nella zona dove vivo tagliano delle querce o scompare una specie di farfalle forse mi sento più responsabile io che non una persone anche vive a mille chilometri di distanza. Ma non è così: sappiamo che in natura tutto è collegato. Se una rete ecologica si spezza, i danni si possono vedere anche a distanza.
La recente modifica del testo della Costituzione italiana è un passo molto importante per la natura e l’ambiente. Speriamo che ogni altro Stato si adegui e metta nelle proprie leggi la salvaguardia della biodiversità, degli animali, dell’ambiente. Così come il clima non ha confini, neanche le specie vegetali e animali lo hanno e devono essere tutelate ovunque come un bene nazionale, ma anche universale e mondiale.
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