Biodiversità, il primo 3Bee Biodiversity Summit

ECOLOGIA, EVENTI

Il 19 aprile 2023 ho partecipato a Milano al primo Biodviersity Summit organizzato da 3Bee. 3Bee è una startup agri-tech che crea sistemi intelligenti per monitorare e diagnosticare la biodiversità sul territorio. Durante questa giornata di incontro e confronto, abbiamo parlato di biodiversità, ricerca, aziende e comunicazione con l’obiettivo di trovare i tre pilastri del 2023 per la biodiversità

La biodiversità è la nostra grande ricchezza e varietà a livello di flora e fauna selvatica, ma siamo anche noi esseri umani, il territorio e tutte le relazioni che si creano all’interno dell’ecosistema. Oggi viviamo una grave crisi climatica e della perdita di biodiversità ma, mentre abbiamo numerosi dati storici sulla variazione del clima nei secoli, i dati sulla perdita di biodiversità sono molto di meno e più recenti.

Biodiversità, il primo 3Bee Biodiversity Summit
Biodiversità, il primo 3Bee Biodiversity Summit.
Dati sul riscaldamento del Pianeta e sulla perdita di specie

Relazione tra perdita di biodiversità e salute umana

Nel suo intervento al 3Bee Biodiversity Summit il professor Paolo Vineis, Direttore scientifico della Regenerative Society Foundation, ha messo in evidenza come studi scientifici dimostrano che c’è un nesso tra malattie, salute umana e perdita di biodiversità. La perdita di aree selvatiche e la deforestazione ha portato numerose specie animali a muoversi dal loro habitat naturale e a spostarsi verso zone intermedie chiamate ecotono. Proprio da queste zone è più probabile che partano le pandemie, i casi casi di spillover. In queste zone si creano condizioni tali che la trasmissione di un virus può avvenire ad una velocità molto maggiore.

Una correlazione tra la dieta umana e il rischio di malattie è legata anche alla varietà della nostra dieta: maggiori specie vegetali consumiamo a tavola, minore è il rischio di ammalarci. A breve si avranno anche i risultati dei primi studi scientifici che indicano una probabile correlazione tra la perdita degli impollinatori in natura e la mortalità umana.

Tenendo conto di tutto ciò, Regenerative Society Foundation è una fondazione di aziende italiane che sta creando una valutazione completa della performance di un progetto, utilizzando un protocollo standard basato su quattro asset:

  • clima
  • capitale naturale
  • circolarità
  • salute e benessere.

L’importanza della rigenerazione è fondamentale. Seguire uno sviluppo sostenibile, basarsi sui principi dell’economia circolare non è più sufficiente. Abbiamo consumato le risorse della Terra ad una velocità troppo alta. Abbiamo perso biodiversità e tutto questo va reintegrato. Oggi e nel futuro occorrerà rigenerare, cioè ricostituire, recuperare e rimpiazzare le risorse naturali consumate.

Ricreare e ristabilire un nuovo equilibrio tra l’uomo e tutte le altre specie viventi presenti sul Pianeta. Occorre andare oltre la sostenibilità quando si parla di un progetto e valutare anche la sua rigeneratività. Ogni persona dovrà cambiare il suo modo di utilizzare le risorse del Pianeta. Ciascuno di noi è anche un consumatore e con le nostre scelte determineremo il mondo del presente e del futuro.

Biodiversità, il primo 3Bee Biodiversity Summit
Biodiversità, il primo 3Bee Biodiversity Summit, locandina

Cosa può fare ognuno di noi per aiutare la biodiversità?

Dopo la conclusione degli interventi al 3Bee Biodiversity Summit ho avuto il piacere di dialogare con la professoressa Anna Camilla Moonen dell’Università di Sant’Anna, Istituto Management e professoressa associata in Agronomia e Colture Erbacce. A lei ho posto questa domanda che mi sento fare spesso. Ecco cosa mi ha risposto.

Ogni cosa che facciamo ha impatto sulla natura e sulla biodiversità. In una città come Milano possiamo curare il nostro balcone o terrazzo con fiori e piante che favoriscono gli impollinatori. Quando parliamo di impollinatori, pensiamo tutti alle api e agli insetti ma ci sono impollinatori anche tra gli uccelli e i mammiferi.

Possiamo, ad esempio, utilizzare delle bat-box per pipistrelli, animali che stanno scomparendo dalle nostre periferie urbane. I pipistrelli sono animali utili negli ecosistemi naturali: se li ospitiamo, aiutiamo la biodiversità attraverso il controllo biologico degli insetti, senza introdurre altre sostanze inquinanti nell’ambiente.

Le cose semplici sono spesso le più belle: consiglio di seminare sul balcone la lavanda e le erbe aromatiche. Hanno un duplice utilizzo: facendo seccare i fiori di lavanda si possono creare piccoli sacchetti per profumare gli armadi e le erbe aromatiche sono utilissime in cucina. Mentre fioriscono sul balcone, queste piante sono molto utili per farfalle insetti impollinatori. Un modo semplice e alla portata di tutti per aiutare la biodiversità cittadina.

Nelle città è anche bello partecipare alla vita di giardini e orti condivisi e frequentare parchi urbani. Favorisce la socialità e aiuta a stare bene. Lavorare in un orto o giardino di quartiere crea unione e comunità.

I giardini sono anche terapeutici. Prendersi cura fa bene alla salute. Quando parliamo di prendersi cura, pensiamo subito agli esseri umani, naturalmente, o agli animali. Ma anche prendersi cura di un vegetale, di una pianta, della terra o di un corso d’acqua, di un habitat è sempre un lavoro di cura che fa bene agli esseri umani e al Pianeta.

A conclusione della mia chiacchierata con la professoressa Moonen, una frase mi ha davvero colpito.

Agire è importante ma prima di tutto, per aiutare la biodiversità, occorre osservare. Osservare il mondo attorno a noi, la natura, le piante e gli animali. La seconda cosa è avere consapevolezza.

Se osserviamo cosa c’è e cosa non c’è attorno a noi, abbiamo consapevolezza e solo allora possiamo trovare una soluzione. La soluzione viene dopo. Oggi serve avere amore per la conoscenza in ogni settore

Professoressa Anna Camilla Moonen dell’Università di Sant’Anna, Istituto Management ,Professoressa associata in Agronomia e Colture Erbacce

Grazie a questa giornata di confronto del 3Bee Biodiversity Summit. Osservare, monitorare, poi trovare soluzioni e agire. Solo così possiamo aiutare noi stessi e la biodiversità.

[nota: questo post è frutto della mia voglia di condividere e raccontare un evento al quale sono stata invitata. Non ricevo nessun compenso per la sua scrittura e pubblicazione]

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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