Il progetto Ocean Census per scoprire nuove specie marine 

ANIMALI, ECOLOGIA

Nella Giornata Mondiale dedicata agli Oceani 2023 il tema “mettere gli oceani al centro” mi ha fatto conoscere un nuovo progetto che ha l’obiettivo di scoprire 100.000 nuove specie marine entro la fine del Decennio del Mare: si chiama Ocean Census.

Giornata Mondiale degli Oceani, mettere il mare al centro

Mettere l’Oceano al centro, al primo posto, perché viviamo in un Pianeta di acqua di mare. Le Nazioni Unite hanno proclamato l’8 giugno Giornata Mondiale degli Oceani. La data è stata scelta per ricordare l’Anniversario della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro del 1992.

Quest’anno il tema proposto è “Planet Ocean: tides are changing”. Nel nostro Pianeta Oceano le maree stanno cambiando. Noi esseri umani siamo più consapevoli dell’importanza del mare e degli oceani, dei suoi abitanti e delle relazioni che esistono tra gli habitat marini e costieri e gli habitat terrestri.

Mettere l’oceano al centro significa anche al centro delle agende politiche e dei territori. Un primo passo è stato fatto promuovendo la Ocean Literacy, l’Educazione all’Oceano, la base per raggiungere i numerosi obiettivi sul mare dell’Agenda 2030.

Il periodo che va dal 2021 al 2030 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite come UN Ocean Decade, Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile. Nel celebrare gli oceani, ogni anno le Nazioni Unite vogliono ricordarci la bellezza e la ricchezza di tutti gli esseri viventi, ci ricordano che mari ed oceani ospitano ecosistemi indispensabili anche per la vita sulla terraferma. 

Francesca Santoro, Senior Programme Officer per IOC/UNESCO e responsabile a livello mondiale dell’Ocean Literacy per l’Ocean Decade nel suo comunicato stampa per Press Play ha dichiarato che “qualcosa, finalmente, si sta muovendo: l’oceano sta prendendo il suo spazio al centro dell’agenda politica internazionale. È più che mai necessario ‘cambiare la marea’: nell’ambito dell’Ocean Decade puntiamo a stimolare azioni e cambiamenti urgenti per comprendere meglio, preservare e rivitalizzare questo bene comune globale”

Nel marzo di quest’anno abbiamo raggiunto un importante accordo, il Trattato Globale per la Tutela dell’Alto Mare, che permetterà di inserire il 30% dei mari all’interno di aree protette entro il 2030. In questo modo sarà possibile conoscere e proteggere la flora e la fauna marina che vive al largo delle coste. 

Un altro importante accordo raggiunto e approvato da 175 Paesi al mondo permetterà di limitare e proibire i sussidi che danneggiano gli stock ittici di tutto il mondo e poter raggiungere l’importante accordo noto col nome di Plastic Treaty entro il 2024.

Governi, aziende, privati e istituzioni, ciascuno di noi deve fare la sua parte per favorire e attuare gli accordi e la tutela del mare e degli oceani. Mettere al centro la ricerca scientifica a favore del mare e degli oceani è altrettanto fondamentale, così come avere un approccio interdisciplinare. 

La scienza, con l’aiuto delle leggi internazionali e dei trattati, e con il supporto del comportamento di ogni cittadino raggiunge ottimi risultati nella conoscenza e salvaguardia del mare. Per far conoscere questi risultati, la comunicazione è indispensabile ma anche la cultura in tutte le sue forme: arte, musica, design, architettura.

Il nostro Pianeta è fatto di acqua salata e di molte specie vegetali e animali che sono ancora sconosciute. Il 70% della superficie terrestre è coperta da oceani ma consociamo meglio lo spazio rispetto ai nostri fondali marini. 

Gli scienziati stimano che solo il 25% dei fondali marini è stato mappato. Ecco che è davvero importante invertire la rotta, cambiare le nostre azioni, iniziando a censire e conoscere le specie che vivono nelle profondità marine per non rischiare di perderle ancora prima di averle conosciute e studiate.

Il progetto Ocean Census per scoprire nuove specie marine 
Il progetto Ocean Census per scoprire nuove specie marine 

Ocean Census, il più grande progetto di scoperta degli habitat marini 

Per conoscere e scoprire le specie marine e oceaniche delle quali ancora non sappiamo nulla è nato un grande progetto di studio chiamato Ocean Census. Coinvolge scienziati, ricercatori ed esploratori di tutto il mondo con l’obiettivo di scoprire almeno 100.000 nuove specie marine entro la fine del Decennio dedicato al Mare.

L’inquinamento da plastica e microplastica, il surriscaldamento delle acque di mari e oceani, insieme all’inquinamento acustico delle navi stanno causando gravi danni a tutti gli esseri viventi sottomarini, soprattutto alle specie animali.

Questo progetto è guidato dalla Nippon Foundation e dall’Istituto di Ricerca Marina britannica Nekton e coinvolge studiosi e imprenditori di tutto il mondo. Come ha detto Alex Rogers in un’intervista al sito Euronews: è una corsa contro il tempo.

Il cambiamento climatico, innalzando la temperatura di mari ed oceani, causa anche la perdita di ossigeno nelle acque, la loro acidificazione e la perdita di specie marine. Non possiamo continuare a fare questi danni ai mari e agli oceani: rischiamo una sesta estinzione di massa non solo sulla terraferma, ma anche nelle profondità marine.

Il progetto Ocean Census nasce dalla constatazione che meno del 10% delle specie marine sono state finora identificate e ci sono oltre due milioni di specie da scoprire osservando le profondità marine. Attraverso immersioni subacquee, monitoraggio e censimenti, possiamo scoprire quella meraviglia nascosta sotto i mari che ancora non conosciamo e alla quale non abbiamo dato un nome. 

Ocean Census ci ricorda che la vita è nata nell’acqua e che gli oceani ospitano molte più specie rispetto agli habitat terrestri:

  • 4 miliardi di anni di vita si sono evoluti nell’oceano, tre volte più a lungo rispetto al tempo della vita sulla terraferma. Questa eredità e conoscenza evolutiva è minacciata dalle attività umane che alterano i sistemi della Terra e potrebbe determinare la sesta estinzione di massa.
  • 32 phyla vivono nell’oceano, rispetto ai 17 phyla presenti sulla terraferma e in acqua dolce.
  • Si stima che 2,2 milioni di specie vivano attualmente nell’oceano.
  • Ad oggi sono state scoperte e nominate circa 240.000 specie marine.
  • Ogni anno vengono scoperte in media 2.300 specie, una cifra che non è cambiata in modo significativo dal 1800.

Lo sviluppo tecnologico è stato veloce dal 1800 in poi. Ma questa stessa velocità non si è registrata nella scoperta di nuove specie oceaniche. Ogni anno vengono identificate in media duemila nuove specie marine ma siamo ancora troppo lenti.

Nel progetto Ocean Census anche la tecnologia sarà di grande aiuto: robot, imaging ad alta risoluzione, utilizzo dell’intelligenza artificiale oltre al sequenziamento del DNA ci permetteranno di sapere quali altre meraviglie nascondono i nostri mari ed oceani

Speriamo finalmente di poter dire, in un futuro non troppo lontano, che fanno più rumore nuove specie che vengono scoperte rispetto a quelle che perdiamo ad una velocità maggiore dovuta alle azioni dell’uomo e al cambiamento climatico.

https://www.youtube.com/watch?v=kaObcyzDbAM
Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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