Dopo otto anni dalla pubblicazione della Laudato Sì, la prima enciclica in assoluto a parlare di ecologia ed ambiente, esce la Laudate Deum. In questo secondo articolo ti parlo della debolezza della politica internazionale, delle conferenze sul clima e delle conclusioni finali.
Nel 2015 nel blog raccontavo un evento storico per il mondo, l’ecologia e l’ambiente: la Laudato Sì, la prima enciclica della storia a trattare i temi dell’ecologia. Dopo otto anni, Papa Francesco pubblica la Laudate Deum rivolta a tutte le persone di buona volontà, un’esortazione apostolica sulla crisi climatica.
Pubblicata nel giorno del Santo Patrono d’Italia e protettore degli animali, la Laudate Deum ci dice che non abbiamo fatto abbastanza per il nostro Pianeta.
Ogni generazione fa le proprie lotte per i diritti di tutti, compreso l’ambiente nel quale viviamo. Bene, amore, giustizia e solidarietà sono da conquistare giorno per giorno. La lotta alla fame, alla miseria e in favore dei diritti umani sono ancora punti da raggiungere in diverse aree del mondo.
Le crisi globali possono essere un’occasione per migliorare, ma non sono state utilizzate nel modo giusto. Pensiamo alla crisi economica del 2008 e alla recente pandemia che hanno portato a tanta solitudine, minore libertà e minore integrazione. Ci sono tante aggregazioni e organizzazioni della società civile che aiutano a compensare le debolezze della comunità internazionale, la mancanza di coordinamento in situazioni complesse, la carenza di attenzioni rispetto ai diritti umani.
La globalizzazione e le nuove tecnologie, come l’uso di internet e dei social network, spesso hanno favorito scambi culturali spontanei, condivisione, azioni dal basso. C’è una maggiore sensibilità verso i più deboli e verso l’ambiente. Le risposte vengono dal basso, così come dai Paesi emergenti; non sono più solo le grandi potenze economiche a prevalere.
Il mondo è sempre più complesso e la cooperazione sempre più necessaria. Le nuove sfide globali riguardano tutti e tutti possiamo fornire soluzioni ai problemi ambientali, sociali, sanitari e culturali. Gli spazi di conversazione, incontro e condivisione sono da favorire.
Ogni conferenza sul clima è un’opportunità per incontrarsi e confrontarsi. Alcune COP, Conferenze delle Parti, hanno portato a maggiori risultati rispetto ad altre; per questo spesso si parla un po’ impropriamente di COP che sono state un successo e di altre che sono ricordate come fallimenti.
Ad esempio, la Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 è ricordata per aver portato all’accordo UNFCC, Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, mentre la COP di Copenaghen del 2009 è spesso vista come un esempio di conferenza fallimentare.
L’accordo sulle Perdite e Danni è stato deciso durante l’ultima Conferenza delle Parti, ma non viene ancora applicato. I Paesi che inquinano di più dovrebbero pagare e compensare rispetto ai Paesi che inquinano di meno.
Durante la COP21 di Parigi del 2015 si è approvato il famoso Accordo di Parigi sul clima, anche se non sono previste sanzioni per chi non rispetta gli obblighi. Abbiamo però una carta che ci obbliga a non aumentare la temperatura globale oltre 1,5°C
L’ultima COP, COP 27 del 2022, si è svolta a Sharm el-Sheikh con l’inizio del conflitto in Ucraina, l’aumento dell’uso del carbone, la crisi economica ed energetica. A oggi, quindi, i combustibili fossili forniscono ancora l’80% dell’energia mondiale e le fonti rinnovabili e pulite non hanno raggiunto la diffusione che avrebbero dovuto avere, almeno non in tutte le zone del mondo. Ci sono difficoltà nei negoziati, l’accordo sulle Perdite e Danni non viene ancora applicato, non ci sono verifiche, controlli e sanzioni.
Il capitolo della Laudate Deum dedicato alle conferenze sul clima si conclude con la seguente frase e con una nota sulla mancanza di coscienza e responsabilità:
i negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale
Il prossimo mese di novembre 2023 si aprirà la COP 28 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Una Conferenza delle parti che parla di clima ed energia pulita si svolgerà in un Paese grande produttore ed esportatore di energie fossili: una vera contraddizione. Non ci si aspettano, quindi, grandi risultati.
Gli accordi sul clima non mancano, eppure le emissioni globali di gas serra continuano a crescere a livello globale. Sembra che il mondo sia entrato in uno stato nel quale siamo molto più sensibili ai problemi ambientali ma non abbastanza coraggiosi da prendere le necessarie decisioni. Ci avviciniamo sempre più al superamento della soglia di 1,5°C e ad un punto di non ritorno.
cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse
Non basta più rattoppare e mettere una pezza, occorre cambiare direzione al più presto con nuovi stili di vita davvero sostenibili. La crisi climatica è un problema umano e sociale. Occorre una transizione energetica che sia efficiente, vincolante e monitorabile, oltre ad “avviare un nuovo processo che sia drastico, intenso e possa contare sull’impegno di tutti”. Solo così la credibilità della politica internazionale sarà rivalutata.
Il capitolo sulle Conferenze delle Parti si conclude con una frase che è lo slogan principale degli attivisti ambientali che manifestano oggi nelle piazze:
Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?
In questo breve capitolo conclusivo, Papa Francesco fa un appello ai fedeli cattolici e di altre religioni, citando alcune frasi della Bibbia. Seguono poi delle considerazioni finali per camminare in comunione e responsabilità.
l’essere umano, dotato di intelligenza, rispetti le leggi della natura e i delicati equilibri tra gli esseri di questo mondo
L’uomo ha bisogno di cogliere la varietà delle cose ed essere attento alla bellezza che c’è nel mondo, contemplare la bellezza.
Occorre uscire dalla visione antropocentrica dell’uomo e del mondo che porta ai danni ambientali e alle estinzioni delle specie vegetali ed animali per riconciliarci col mondo e con tutte le creature viventi: servono grande dignità personale e grandi valori.
I cambiamenti che durano nel tempo sono quelli culturali; ma per avere un cambiamento culturale, occorre un cambiamento personale. Molte persone, molte famiglie si stanno già impegnando in stili di vita sostenibili, rispettando il prossimo e l’ambiente. La cultura e la società stanno già cambiando: ora occorre un cambiamento da parte delle istituzioni e della politica, di chi prende le decisioni.
In conclusione, in questi otto anni tra le due encicliche non abbiamo fatto abbastanza. Ora tocca correre, accelerare, soprattutto da parte dei governi e delle istituzioni.
il mondo canta un amore infinito, come non averne cura?