Invertire il degrado del suolo, fermare la desertificazione, costruire la resistenza alla siccità, temi della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024.
Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, World Environmental Day. Il Paese che ospita questa edizione è l’Arabia Saudita e il tema è “come invertire il degrado del suolo, fermare la desertificazione e costruire la resistenza alla siccità”. Sul sito ufficiale mondiale World Environmental Day si trova una guida pratica sviluppata in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024, che si concentra sul ripristino del territorio, la desertificazione e la resistenza alla siccità.
Nella guida sono contenute numerose riflessioni e spunti per poter agire a livello di singoli cittadini e di comunità, da parte delle istituzioni e dei governi, per le associazioni, le città, la scuole e le università. Ogni individuo deve fare la propria parte per assicurare a tutti un presente e un futuro dove gli ecosistemi siano sani, rigenerati e risanati.
Il degrado del suolo, la desertificazione e la siccità
Il suolo sostiene la vita sulla Terra. Terreni agricoli, foreste, praterie, savane, torbiere e persino montagne forniscono all’umanità i beni e i servizi che rendono possibile la vita, la civiltà. Questi paesaggi sono formati da ecosistemi acquatici, come oceani, fiumi e laghi, che sostengono i cicli dell’acqua e mantengono fertile la terra.
Ma gli ecosistemi del mondo sono minacciati. Modelli insostenibili di produzione e consumo stanno portando avanti una triplice crisi planetaria:
- cambiamento climatico,
- perdita di natura e biodiversità,
- inquinamento e rifiuti.
Più di un quinto della superficie terrestre, circa 2 miliardi di ettari, è degradata. Il 40% della popolazione mondiale, circa 3,2 miliardi di persone, sono colpite dal degrado del suolo, che a sua volta agisce in modo sproporzionato su coloro che sono meno attrezzati per far fronte a questa situazione. Parliamo delle popolazioni indigene, delle comunità rurali, dei piccoli agricoltori e degli individui che vivono in estrema povertà, soprattutto donne e giovani.
Cinquantacinque milioni di persone sono colpite dalla siccità ogni anno in modo diretto. La siccità è il più grave pericolo per il bestiame e le colture in ogni parte del mondo. Se non controlliamo il degrado del suolo, questo potrebbe ridurre la produttività alimentare globale del 12%, causando un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari fino al 30% entro il 2040.
La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024, ospitata dal Regno dell’Arabia Saudita, è l’occasione per puntare i riflettori sulle soluzioni per ripristinare la terra, fermare la desertificazione e costruire una resilienza alla siccità. Dal 1973, la Giornata Mondiale dell’Ambiente, guidata dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), ha sensibilizzato l’opinione pubblica su problemi ambientali critici, dal cambiamento climatico all’inquinamento chimico. Ogni anno mobilita centinaia di milioni di persone per agire per proteggere il pianeta.
Puntare sul ripristino degli ecosistemi
La Terra ha bisogno di aiuto. La triplice crisi planetaria minaccia di distruggere la nostra casa ed eliminare milioni di specie con cui condividiamo questo bellissimo Pianeta, compresi gli esseri umani. Il degrado che oggi osserviamo non è inevitabile: abbiamo il potere e la conoscenza per invertire il danno e ripristinare l’ambiente.
Il processo di rivitalizzazione degli spazi naturali si chiama ripristino dell’ecosistema e non è mai stato così urgente: molti Paesi in tutto il mondo se ne stanno rendendo conto. Circa 1 miliardo di ettari di suolo al mondo dovrà essere ripristinato. Quasi la metà si trova nell’Africa sub-sahariana, buona parte in Asia e America Latina.
I Paesi stanno mettendo in atto lavori di ripristino nell’ambito del Decennio delle Nazioni Unite dedicato al ripristino degli ecosistemi, una spinta globale per rilanciare ecosistemi danneggiati, come foreste, praterie e zone umide.
Una serie di iniziative pionieristiche dimostra come il ripristino offre una vasta gamma di vantaggi ambientali, tra cui:
- maggiore produttività,
- sequestro del carbonio
- conservazione della biodiversità.
Riportare in vita ecosistemi degradati produce fino a 30 dollari in servizi ecosistemici per ogni dollaro speso. Il ripristino di 1 miliardo di ettari di terreno degradato a livello globale contribuirà in larga misura al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, invertendo la perdita della natura e riducendo il cambiamento climatico.
Il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework del 2022 per proteggere la natura, impegna i Paesi a garantire che entro il 2030 almeno il 30% degli ecosistemi terrestri, interni e marini e costieri degradati sia in fase di ripristino effettivo.
Il successo del ripristino dei terreni richiede un approccio che utilizzi la conoscenza e l’ambizione attraverso le generazioni. Tutti quelli che vivono ora fanno parte di una generazione che è la prima ad essere testimone degli effetti devastanti del degrado ambientale. Potremmo essere l’ultima speranza del Pianeta di invertire la rotta. Non possiamo tornare indietro nel tempo, ma possiamo coltivare foreste, rendere verdi le nostre città, raccogliere acqua piovana e mangiare cibi rispettosi del suolo. Possiamo essere la generazione che finalmente fa pace con la terra.
L’importanza del suolo e degli impollinatori
Suolo e desertificazione sono i temi principali proposti da questa Giornata Mondiale dell’Ambiente. Il suolo è l’habitat più biodiverso del Pianeta: ospita quasi il 60%di tutte le specie di terra. Si stima che il 95% del nostro cibo sia prodotto direttamente o indirettamente sul suolo.
Pensando all’alimentazione, ci sono cibi che possono effettivamente aiutare a riparare il terreno. Ad esempio i legumi, come fagioli, lenticchie, ceci e piselli: introducendoli nella nostra dieta in maggiori quantità, aiutiamo il suolo a ripristinarsi. Un suolo in buona salute funziona come un sistema vivente. Il suolo sano è il più grande deposito di carbonio terrestre e svolge un ruolo vitale nella mitigazione del clima diminuendo le emissioni di gas serra nell’atmosfera.
Ogni cinque secondi, l’equivalente di un campo da calcio di terreno viene eroso: la terra è sovracoltivata e sovrapascolata e gli alberi sono tagliati. Ma ci vogliono 1000 anni per generare 3 centimetri di terriccio. Quasi il 75% delle colture di frutta e semi del mondo dipende, almeno in parte, dagli impollinatori: 87 su 115 colture alimentari leader a livello mondiale. Le api sono gli impollinatori più prolifici, ma anche pipistrelli, insetti, farfalle, uccelli e coleotteri sono specie impollinatrici.
Tutti gli impollinatori, soprattutto le api, sono in grave declino, principalmente a causa di pratiche agricole intensive, uso di pesticidi, specie invasive, malattie e cambiamenti climatici.
Oceani, ecosistemi d’acqua dolce e vita nelle città
Questa Giornata Mondiale dell’Ambiente 2024 ci invita a riflettere su come l’acqua e il verde delle città siano tutti fattori essenziali per aiutare il ripristino del suolo e la lotta alla desertificazione.
Gli ecosistemi di acqua dolce del mondo forniscono cibo e acqua a miliardi di persone. Proteggono dalla siccità e dalle inondazioni e sono l’habitat per innumerevoli piante e animali. Inoltre sostengono i cicli dell’acqua che mantengono la terra fertile e sono cruciali per il ripristino. Anche gli ecosistemi di acqua dolce stanno scomparendo a un ritmo allarmante, degradati dall’inquinamento, dal cambiamento climatico, dalla pesca eccessiva e dalla sovraestrazione.
Oceani e mari forniscono all’umanità innumerevoli elementi essenziali, tra cui ossigeno, cibo e acqua e mitigano i cambiamenti climatici, aiutando le comunità ad adattarsi a condizioni meteorologiche estreme.
Circa il 37% della popolazione mondiale risiede entro 100 km dalla costa, mentre oltre 3 miliardi di persone, principalmente nei paesi in via di sviluppo, si affidano alla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. Nonostante questo, gli oceani del mondo si trovano ad affrontare la crescente pressione del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità.
Le città ospitano più della metà della popolazione mondiale e il loro impatto ambientale è profondo. Rappresentano il 75% dell’uso globale delle risorse, producono più della metà dei rifiuti globali e generano almeno il 60% delle emissioni di gas a effetto serra.
Man mano che le città crescono, trasformano il mondo naturale che le circonda, come foreste, zone umide, terreni agricoli e corsi d’acqua, causando potenzialmente siccità e degrado del suolo.
Le città sono spesso indicate come giungle di cemento, ma le aree urbane possono essere oasi capaci di coltivare cibo e sostenere una notevole biodiversità, riducendo la loro impronta ambientale.
Questi spunti di riflessione sono tratti dalla guida pratica in inglese “We are #GenerationRestoration. How to riverse land degradato, halt desertification and build drought resilience”
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