Il biophilic design o progettazione ecologica o rigenerativa si propone di riportare in simbiosi persone e mondo vegetale all’interno delle costruzioni per garantire all’essere umano ambienti che migliorano la salute e il benessere. Per fare questo, è stato creato il BQI, Biophilic Quality Index, un protocollo che stima e misura le caratteristiche biofiliche di un edificio.
Biophilic design, progettazione ecologica o rigenerativa
Il mondo di oggi è molto diverso da quello nel quale hanno vissuto i nostri predecessori per intere ere geologiche. Gli esseri umani sono nati nella natura aperta e sconfinata e il nostro corpo e la mente mantengono un ricordo di quella vita nella natura. Durante l’evoluzione, dopo le rivoluzioni industriali, passiamo circa il 95% della nostra vita in ambienti chiusi, percentuali ribaltate rispetto al lontano passato quando la vita era in prevalenza all’aria aperta.
L’essere umano non è nato per stare così tanto tempo in un ambiente chiuso: per questo soffriamo di un deficit di natura a livello fisico, psicologico e cognitivo. Allora occorre ripensare alle città, alle case, agli edifici nei quali studiamo e lavoriamo, per cercare di ricreare quell’unione con l’ambiente naturale che abbiamo perduto.
Nasce così la progettazione biofilica. Una delle prime definizioni di progettazione biofilica è stata data da Stephen Keller nel 1993 [1] e si ripropone di riportare in simbiosi persone e mondo vegetale all’interno delle costruzioni per garantire all’essere umano ambienti capaci di sostenere e migliorare l’equilibrio del sistema nervoso autonomo.
La scienza conferma che vivere a contatto con la natura stimola negli esseri umani una risposta rigenerativa alle malattie e all’ansia e potenzia il benessere emotivo e il sistema immunitario. Il biophilic design o progettazione ecologica o rigenerativa, è una scienza applicata che aiuta i progettisti a realizzare ambienti che rigenerano le persone che li vivono. In questo tipo di progettazione si utilizzano piante, acqua, suoni, materiali naturali e colori neutri per realizzare ambienti adatti alla vita umana.

Esempio di biophilic design all’interno di un edificio (foto©sitowoodpulse)
Le 3 categorie e i 14 pattern della progettazione biofilica
Quali caratteristiche deve avere un edificio per essere definito biofilico? La progettazione biofilica fa riferimento soprattutto al contributo fornito da Terrapin Bright Green, TBG, azienda di consulenza ambientale che ha delineato un approccio alla progettazione biofilica basato su 14 pattern suddivisi in 3 categorie.
Questo protocollo si basa su studi di psicologia ambientale e scientifici per identificare quali caratteristiche di un edificio riportano l’essere umano a riconnettersi con la natura. Si valutano 14 pattern flessibili e adattabili, che riguardano sia ambienti esterni che interni. La progettazione biofilica si basa su 3 categorie:
- Natura nello spazio
- Analoghi naturali
- Natura dello spazio.
Natura nello spazio è la categoria che riguarda la presenza diretta, fisica, di piante, fontane, giardini, e l’interazione visiva e multisensoriale. Comprende 7 pattern:
- Connessione visiva con la natura: tutto ciò che viene percepito attraverso la vista,
- Connessione non visiva con la natura: stimoli uditivi, tattili e olfattivi,
- Stimoli sensoriali non ritmici: il rumore dell’acqua che scorre o del flusso delle onde marine,
- Variabilità termica e del flusso d’aria: i cambiamenti dell’umidità relativa, del flusso e della temperatura dell’aria,
- Presenza d’acqua: fontane, piccole cascate o ruscelli, stagni, laghetti,
- Luce dinamica e diffusa: luce che cambia nel corso della giornata e delle stagioni,
- Connessione con i sitemi naturali: riguarda i cambiamenti stagionali.
Analogie naturali è la seconda categoria che si riferisce al contatto indiretto con la natura attraverso mobili, decorazioni, tessuti. Comprende 3 pattern:
- Forme e pattern biomorfici: l’uso di forme che richiamano quelle presenti in natura,
- Connessione materiale con la natura: utilizzo di materiali naturali come legno, terra o pietra,
- Complessità e ordine: utilizzare una gerarchia di forme simile a quella che incontriamo in natura.
La terza categoria, natura dello spazio, si riferisce alle configurazioni che troviamo in natura, sia quelle che richiamano la tranquillità, ma anche il pericolo e comprende:
- Prospettiva: balconi, finestre, spazi aperti e ampi,
- Rifugio: tettoie e spazi protetti,
- Mistero: zone parzialmente nascoste che stimolano ad esplorare,
- Rischio o pericolo: passerelle, percorsi sull’acqua o in aria.
In alcuni documenti è possibile trovare un 15esimo pattern: lo Stupore.

Esempio di biophilic design: Khoo Teck Hospital, Singapore (foto©ArchitetturaSostenibile)
Le 5 sezioni del BQI, Biophilic Quality Index
Il Biophilic Quality Index, in sigla BQI, è un protocollo che stima le caratteristiche biofiliche di un edificio. Un edificio lavorativo o abitativo, ma anche edifici come scuole o ospedali. È stato pubblicato nel 2017 dal professor Giuseppe Barbiero insieme alla dottoressa Rita Berto del Laboratorio di Ecologia Affettiva dell’Università della Valle d’Aosta.
Si basa su studi scientifici e di psicologia ambientale che mettono in correlazione la misura della biofilia di un edificio con i protocolli di certificazione energetica. La progettazione biofilica nasce per migliorare un ambiente di vita e di lavoro rendendolo rigenerante e salutare dal punto di vista igienico, psicologico, emotivo e comportamentale.
L’indice BQI permette di avere un protocollo uniforme e replicabile per quantificare il grado di biofilia di un edificio. In pratica, serve per determinare quanto e quale impatto hanno le caratteristiche biologiche dell’edificio sulle persone che lo vivono e lo abitano. Il protocollo è composto da cinque sezioni, suddivise a loro volta in caratteristiche ambientali da valutare nell’edificio, ciascuna valutata su una scala di 10 punti.
Nell’edificio biofilico si valuta:
- Il grado di separazione dalle distrazioni,
- Il livello di stimolazione ambientale,
- la coerenza e complessità degli spazi e loro funzionalità,
- l’opportunità di contatto visivo con la natura o con forme biomorfiche.
Le 5 sezioni del BQI sono:
- 1 – edificio nel paesaggio urbano
- 2 – singoli spazi all’interno dell’edificio
- 3A – opportunità di contatto visivo con la natura
- 3B – presenza di giardino/terrazzo/ zona scoperta
- 4 – contatto non visivo con la natura
- 5 – sostenibilità.
[Fonte: i dati e le definizioni dell’articolo sono tratte dal testo di Alfredo Fusco – Dal Biophilic design all’Eco-friendly building – Sfondi culturali, aspetti metodologici e prospettive future per la transizione ecologica negli edifici – I Quaderni de Il Sole 24 Ore, numero 2, 15 luglio 2023]
[1] “Biophilic design is deliberate attempt to translate an understanding of the inherent human affinity to affiliate with natural systems and processes – known as biophilia – into the design of the built environment” (Kellert & Wilson, 1993)





0 commenti