MareDireFare è il festival di Trieste che racconta gli ecosistemi di mari ed oceani attraverso l’arte che incontra la scienza. Nell’edizione 2024 il tema era “Cronache dal profondo”: dal Mar Mediterraneo agli abissi della Fossa delle Marianne.
Cos’è il festival MareDireFare a Trieste
Dal 2021 a Trieste si svolge il festival MareDireFare nato per portare l’attenzione sul mare e sulla sua conservazione. La flora e la fauna marine, gli habitat marini, le risorse marine in generale sono importanti perché da queste dipendono il nostro presente e il nostro futuro.
Ogni anno ad aprile, la città di Trieste ospita il festival MareDireFare per raccontare il Mare, Dire del mare, attraverso diversi linguaggi: quello della scienza e quello dall’arte e del colore. Oltre a raccontare è necessario Fare, agire in modo concreto per la tutela degli ambienti marini ed oceanici. Il festival MareDireFare ha sede a Trieste, città di mare e sede di numerosi enti, associazioni, aziende che studiano questo ecosistema. Trieste è anche la città che accoglie diversi percorsi scientifici che insegnano a raccontare il mare e i suoi ecosistemi.
Come si svolge il festival MareDireFare? L’evento finale è una mostra d’arte che racconta il mare e i fondali oceanici. Durante i giorni dell’esposizione, scienziati ed artisti ed esperti di diverse discipline sono impegnati in convegni legati al tema del mare. Ma il festival MareDireFare è un lungo percorso che parte dalla scelta del tema dell’anno e degli artisti che vivranno il mare per rappresentare alcuni degli aspetti che più li hanno colpiti in modo originale, ciascuno con i propri toni e colori.

“Curiose Creature” opera di Chiara Giorgiutti (©foto scattata da me)
MareDireFare 2024: cronache dal profondo
Il tema della scorsa edizione del MareDireFare festival è stato “Cronache dal profondo”. Sono state scelte cinque aree marine da visitare e raccontare attraverso le opere d’arte:
- il golfo di Trieste,
- il Mar Mediterraneo,
- le dorsali oceaniche,
- l’Oceano antartico,
- la Fossa delle Marianne.
Artisti provenienti da tutta Italia hanno partecipato ad una selezione per il concorso. I cinque illustratori e illustratrici che hanno superato la selezione e dato vita alle opere di MareDireFare per il 2024 sono Stefania Delponte, Paola Formica, Chiara Giorgiutti, Maria Luisa Petrarca e Paolo Primon.
La mostra MareDireFare del 2024 è stata ospitata presso l’edizione 2025 della fiera Fa’ la cosa giusta!, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che si svolge ogni primavera a Milano. Visitando questa fiera ho seguito il racconto dei volontari che lavorano e studiano preso l’AMP, l’area marina protetta di Trieste.
È affascinante vedere come ogni artista ha interpretato coi propri colori e linguaggi visivi ciò che ha potuto vedere e apprendere durante le immersioni a Trieste e in altre aree marine del mondo. L’esposizione delle opere racconta il mare, gli oceani e i suoi abitanti e i danni che l’uomo ha portato perfino nelle zone più periferiche e profonde del globo, come l’Antartico e la Fossa delle Marianne.

“Un occhio di riguardo” opera di Paola Formica (©foto scattata da me)
I fondali marini di Trieste
La prima sezione della mostra MareDireFare del 2024 racconta le profondità del Golfo di Trieste. I primi quattro quadri sono l’opera di Chiara Giorgiutti dal titolo Curiose creature. Raccontano attraverso colori vivaci, numerosi animali che incontra chi si immerge per studio nell’area Marina Protetta, AMP, di Trieste.
Nudibranchi colorati comunicano la loro tossicità attraverso i colori. Il contesto geologico di questa zona è fatto da gas metano che risale dal fondale nei canali delle rocce, dette trezze. L’artista lo rappresenta con numerose sottilissime bollicine, che risalgono come ruscelli tra le spugne dai colori vivaci e i coralli.
Le opere di MareDireFare festival raccontano anche i metodi di studio utilizzati dagli scienziati a diverse profondità marine. Nel Golfo di Trieste si utilizza il fotoquadrato: un quadrato viene posto sul fondale e si contano e classificano gli esseri viventi presenti, animali e vegetali. Già a queste profondità si evidenzia il fenomeno dello sbiancamento dei coralli dovuto soprattutto all’aumento delle temperature del mare. Qui a Trieste l’acqua di mare arriva ad avere temperature di 25 gradi centigradi a profondità tra 15 e 20 metri.
L’aumento di temperatura fa sì che le alghe che danno colore ai coralli vengano espulse: resta un esoscheletro senza colore perché manca la simbiosi con le alghe zooxantelle.

“Adale, la strega ultrabissale” opera di Stefania Delponte (©foto scattata da me)
Il Mar Mediterraneo raccontato attraverso l’arte
La seconda sezione della mostra delle opere del festival MareDireFare riguarda il Mar Mediterraneo. Questo ecosistema è stato interpretato da Paola Formica con le opere dal titolo Un occhio di riguardo.
Il nostro mare ha una profondità massima di circa 5.600 m e una profondità media di 1.500 metri. Ospita 17.000 specie diverse che sono quelle catalogate finora, il 40% sono endemiche, il 7% di tutte specie marine del mondo.
Le catene montuose sottomarine sono rappresentate con attorno bolle d’aria: sono i camini idrotermali, tipiche della zona delle Eolie, che racchiudono un microclima acido e caldo. Tra i coralli mediterranei c’è il corallo nero, così chiamato perché il suo esoscheletro ha questo colore. A queste profondità marine, la ricerca scientifica utilizza i ROV, Remotely Operated Vehicle, veicolo sottomarino guidato attraverso fili da un operatore da remoto.
Le tecniche di pesca del Mar Mediterraneo possono essere molto invasive. La tecnica della pesca a strascico distrugge i fondali e lascia le reti sui fondali. L’artista ha raffigurato questo fenomeno attraverso la metafora del granchio facchino. Questo granchio preleva dal fondo gli organismi che trova, se li mette sulla schiena per protezione e li porta con sé, togliendoli dal fondo. Allo stesso modo, gli esseri umani dovrebbero riportare in superficie le reti da pesca e non lasciarle sui fondali.

“Laura is curiosity!” opera di Paolo Primon (©foto scattata da me)
Dorsali oceaniche, oceano antartico e Fossa delle Marianne
Le opere di MareDireFare che nel 2024 hanno rappresentato le dorsali oceaniche sono dell’artista Stefania Delponte. Adale, la strega ultrabissale è riportata in ogni quadro e racconta i fondali oceanici coi colori del blu scuro e del blu oltremare. Qui la profondità media è circa 3000 m. Le dorsali oceaniche mostrano camini sottomarini neri, black smokers. C’è totale assenza di luce, gli organismi che vivono a queste profondità sono ciechi, come i vermi tubicoli. Qui la luce arriva solo grazie alla tecnologia.
L’Oceano Antartico è stato rappresentato da Paolo Primon con l’opera Laura is Curiosity! Questa zona ha profondità massime di circa 7.000 metri, con medie di 5.000 metri. Qui le temperature sono sempre sotto zero. Gli animali che abitano queste zone hanno numerosi adattamenti per sopravvivere, insieme a tattiche e strategie: sono pinguini e foche. Nel sangue di molti animali di profondità scorre una proteina antigelo.
In queste zone l’uomo preleva grandi quantità di krill, il cibo di animali come le balene, per foraggiare pesci d’allevamento, come ha raccontato l’autrice nella sua opera che mostra reti piene di sangue a simboleggiare la morte di questo ecosistema.
L’ultima sezione della mostra è dedicata alle profondità oceaniche e racconta la Fossa delle Marianne attraverso le opere Discesa nella fossa di Maria Luisa Petrarca. Nella fossa delle Marianne, scoperta alla fine del 1800, le profondità medie sono di 2.500 metri per arrivare ad un picco massimo di profondità di 11.000 metri.
Qui non c’è luce e la vita è quasi impossibile. Quest’artista ha scelto di rappresentare l’assenza di luce utilizzando la tecnica del bianco e nero. Chi riesce ad abitare queste profondità si nutre di tutto ciò che dall’alto precipita sul fondo: carcasse di animali morti, pezzi di carne. Sono per lo più animali carnivori spazzini. Ma anche qui, nelle zone più remote del mondo, è arrivato l’uomo e ha lasciato tracce del suo passaggio: plastiche e microplastiche, rappresentate da una carta di caramella che ondeggia nell’acqua.
Se siete curiosi di fare un viaggio nelle profondità di mari ed oceani, tra scienza e arte, il prossimo appuntamento è dal 4 al 16 aprile 2015 con la mostra di fumetti e scienza a tema Un’altra specie di mare.

“Discesa nella Fossa” opera di Maria Luisa Petrarca (©foto scattata da me)
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