Prosegue il racconto della mia visita alla mostra fotografica Wildlife Photographer of the Year al Museo Minguzzi di Milano.
La sezione Terre selvagge raccoglie scatti che ci mostrano la maestosità del nostro Pianeta. La foto vincitrice, Il calderone, di Sergey Gorshkov, immortala tutta la forza e la potenza della lava durante l’eruzione del vulcano Plosky nel 2012.
La grandezza della Terra è raccontata attraverso il vento, il mare, la staticità degli scogli, i laghi incantati, gli arcobaleni di nebbie e le aurore sul ghiaccio.
Il mondo subacqueo trova sempre spazio tra i fotografi naturalisti. Il vincitore della categoria è Brian Skerry con La festa di un vecchio marinaio, per essere riuscito a ritrarre una tartaruga liuto mentre si nutre di alghe.
Ci sono poi il dugongo, il coccodrillo timido, il branco di acciughe e i pesci pipistrello, gli aculei velenosi del pesce scorpione e le collane di perle formate dalle uova del rospo.
Anche la sezione Il mondo subacqueo ci ricorda dei problemi degli animali, come il pellicano in Europa: fotografato presso il Lago Kerkini, è ormai una rarità, tanto che si vuole creare un habitat protetto presso questo lago per salvaguardarlo.
Nell’ambito delle foto dedicate alla natura, non possono mancare quelle relative al Regno della Botanica. La foto vincitrice ritrae La corona del Presidente in California. Il Presidente è una sequoia, alta 75 metri, che ha 3200 anni e un quantitativo di fogliame stimato in 2 milioni. Le sequoie hanno bisogno del fuoco perché le pigne possano aprirsi e rilasciare i semi (se siete interessati ai grandi alberi, vi suggerisco di leggere Manuale del perfetto cercatore d’alberi).
Molto bella è la foto di Valter Binotto che ritrae il fiore viola Dente di cane nella sua semplicità: un solo fiore, bianco o lilla, della famiglia delle Liliaceae, qui ritratto con effetto sfocato bokeh.
Ci sono anche i semi di paduak delle Isole Andamane, altre sequoie, pini silvestri fotografati da auto in movimento e i magici alberi della foresta della Namibia, che crescono lentamente ma raggiungono i 9 metri di altezza.
A questo punto mi avvio verso le due sezioni più creative della mostra, quelle dai titoli Natura in bianco e nero e Visioni creative.
Per la categoria bianco e nero, ha vinto la foto di Richard Packwood degli elefanti africani sulle rive del fiume Zambesi: Il saluto.
Bellissimi i cigni nel lago in Giappone, il leone in un’alba africana, il grande corvo nel Gran Canyon e lo squalo balena sotto il sole (il più grande squalo e pesce esistente).
La sezione Visioni creative premia foto concettuali e dà valore al merito artistico. Vince Il momento nella neve, foto di Jasper Doest che ritrae un macaco giapponese sotto la neve presso una sorgente termale (la foto della locandina della mostra).
Ci sono foto di elefanti, zebre e antilopi in movimento, lo stambecco tra gli abeti rossi, alberi di acacie tra la nebbia, funghi che sembrano creature gigantesche.
Molto bella la foto di Leuvenum Brook con le bolle delle cascate d’acqua circondate da una cornice di betulle: rappresentano gli ultimi ruscelli naturali rimasti in Olanda.
Infine, ma non per minor importanza, le stupende foto delle tre sezioni Junior: fino a 10 anni, dagli 11 ai 14 anni e dai 15 ai 17 anni.
Ritraggono animali importanti e imponenti, quali il gaviale del Gange, le aquile di mare coda bianca in Norvegia, gli orsi bruni in Finlandia, i leopardi sugli alberi sudafricani e il lupo tra i colori del bosco dell’autunno.
Ma anche animali piccoli, ritratti nel giardino di casa, come uccelli che si nutrono di palline di grasso o di un piccolo insetto, o il pavone che dorme sui rami. C’è anche il ghiottone che segue una gazza, l’ermellino che spicca salti nella neve e il piccolo topo nel grano dal peso di soli 5 grammi.
Insomma, ci sono 100 foto bellissime che ritraggono la natura in 100 modi diversi: quindi abbiamo 100 buoni motivi per trascorrere qualche ora visitando una mostra davvero meravigliosa, che ci fa amare ancor di più la natura e riflettere sui nostri comportamenti quotidiani.
0 commenti
Trackback/Pingback