Il 2015 è l’Anno Internazionale del Suolo. In occasione della prossima Green Week 2015, ISPRA ha presentato l’Edizione 2015 del Report “Il consumo di suolo in Italia”
Il 2015 è stato dichiarato International Year of Soils. Dal 3 al 5 giugno si celebra in Europa la Green Week 2015 con molti incontri, uno dei quali si è tenuto a Milano lo scorso 6 maggio, organizzato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per presentare il Report 2015 sul consumo di suolo in Italia.

Il consumo di suolo in Italia
Cos’è il suolo, lo sappiamo tutti, ma forse non ci soffermiamo abbastanza a considerare le sue caratteristiche e le sue proprietà. Il suolo è una risorsa non rinnovabile. Occorrono tempi molto lunghi affinché il suolo possa rigenerarsi autonomamente.
Il suolo è importante perché il 95% del cibo che nutre il mondo proviene dal suolo
Ma il suolo non è solo cibo: è una riserva di biodiversità, perette il ciclo completo degli elementi nutritivi e consente l’equilibrio della biosfera.
Il suolo, insieme all’aria e all’acqua, è essenziale per tutte le specie presenti sul nostro Pianeta e per la vegetazione perché fornisce molte materie prime. Senza dimenticare che il suolo ha anche una funzione culturale e storica per i popoli che lo abitano.
Ma il suolo è sottoposto a numerose minacce:
– l’erosione, da parte dell’atmosfera e degli organismi viventi
– la diminuzione di materia organica
– la contaminazione
– la perdita di biodiversità
– la salinizzazione
– le frane e le alluvioni
– la desertificazione
e l’azione dell’uomo.
Stiamo distruggendo troppo suolo: questo è emerso leggendo il Report 2015 e durante il convegno per la sua presentazione. Il nostro suolo è sempre più alterato. Consumiamo troppo suolo e si tratta quasi sempre di suoli fertili. Alcuni dati a livello regionale e provinciale per capire meglio la situazione italiana.
Il consumo di suolo si concentra nelle aree urbane e nelle periferie. Il problema è serio perché, come dicevo, il suolo perso è quello fertile, come nel caso della Pianura Padana dove si è perso il 12% di “buona” terra, oppure è terreno costiero, come il Liguria, dove abbiamo perso il 40,4% del suolo entro i 300 metri dalla costa.
Anche le Aree Protette e le zone a pericolosità idraulica non sono del tutto al sicuro:
“Il consumo di suolo nelle aree protette supera i 34.000 ettari, pari all’ 1,5% della superficie delle aree protette stesse. Il consumo di suolo nelle aree a pericolosità idraulica è pari al 9%.”
E l’europa, come se la cava? Meglio dell’Italia:
“L’Italia ha una percentuale di superficie ad uso artificiale (cioè suolo ormai consumato) maggiore della media comunitaria”
L’indagine fatta col metodo LUCAS* permette di comparare i dati sulla copertura artificiale del suolo. L’Italia si trova al quinto posto per suolo consumato con un dato pari al 7,8%.
Perché consumiamo suolo? Principalmente per costruire edifici, cantieri, infrastrutture. Consumiamo suolo per far fronte all’aumento della popolazione, anche se questi due parametri non sono sempre correlati, in quanto in periodi storici durante i quali la popolazione diminuiva, il suolo veniva consumato lo stesso.
Nel futuro occorrerà tener conto che la popolazione aumenta e richiede cibo e infrastrutture. Occorre fare le scelte giuste per permettere alla popolazione mondiale di vivere bene, ma senza distruggere l’ambiente e perdere biodiversità. L’Europa ha fatto la scelta dell’agricoltura sostenibile. L’Europa pone dei vincoli nel dare finanziamenti agli agricoltori, premiando quelli che si muovono verso la sostenibilità.
Ambiente e agricoltura non sono contrapposti: senza agricoltura non c’è tutela ambientale e viceversa.
Servono leggi, controlli, educazione
Il paesaggio è lo specchio della società: bisogna ridare voce e dignità al territorio, alimentare le dinamiche locali e la consapevolezza della filiera del cibo.
Infografica che riassume alcuni dati, a livello mondiale, per riflettere: a che punto siamo, cosa ci resta e come impiegare al meglio il (poco) suolo fertile che ci rimane.

Infografica: consumo suolo a livello mondiale
*metodo LUCAS (Land Use and Cover Area Frame Survey) di Eurostat
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