Il riciclo del dopo Expo

ECOLOGIA, EVENTI

Le immagini dei padiglioni demoliti mi hanno fatto sentire un po’ di nostalgia. Ma cosa ne è stato dei Padiglioni di Expo 2015? Le linee guida erano chiare: riciclare, riciclare, riciclare al massimo.

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La zona Conai dedicata al riciclo in Expo Milano 2015

Vedere le immagini dei padiglioni di Expo 2015 in via di demolizione mi ha un po’ rattristato. Tutte le bellezze create per l’esposizione Universale hanno avuto un inizio e dunque anche una fine. Molti Stati, già nell’ideare i loro padiglioni hanno tenuto conto della vita dopo Expo e li hanno progettati a modo. Questi sono i Paesi più virtuosi, quelli che hanno pensato all’intero ciclo di vita di un padiglione. Altri, invece, non hanno avuto questa perspicacia e ancora stanno cercando il modo migliore per recuperare e demolire le loro costruzioni.

Le linee guida di Expo 2015 erano chiare: pensare a tutto il ciclo vitale del padiglione, dalla costruzione, all’utilizzo, fino alla demolizione. Obbligo per tutti i partecipanti di riciclare legno, acciaio e alluminio.

Vediamo dunque, partendo dalle notizie più recenti, dove sono finiti i Padiglioni di Expo Milano 2015.

La rete del Brasile, una delle maggiori attrazioni di questa Expo è stata messa all’asta. Se l’è aggiudicata il Comune di Mondragone, Caserta, che la collocherà nel Foof, il “primo parco museo del cane d’Europa”. Un’ idea interessante, da seguire. La rete sarà posta all’interno di questa area verde di 70.000 metri quadrati dedicata interamente al rapporto cane-uomo. Una zona che ospiterà allevamenti di cani di razza, rifugi per cani abbandonati, un parco tematico. La funzione originaria della rete del Padiglione del Brasile sarà mantenuta: adulti e bambini potranno camminare sulla rete, mentre sotto sarà allestito un percorso di agility per i quattro zampe.

Le panchine della terrazza del Padiglione della Germania sono state donate al Giardino delle Culture, inaugurato circa un  anno fa, in Via Morosini a Milano. Le sedute in legno resteranno, dunque, in città.

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La rete del padiglione del Brasile in Expo Milano 2015

Padiglioni con le idee chiare. Come abbiamo detto, molti Stati sono partiti con le idee chiare sul da farsi alla data del 31 ottobre 2015, quando i cancelli di Expo si sono chiusi definitivamente. Ecco quali sono.

Il Principato di Monaco ha ricreato dei container colorati, come quelli delle navi, posti poi come architettura base del proprio padiglione. Già dall’inizio, come detto all’interno della struttura stessa, questi moduli sono stati pensati per essere trasferiti in Africa, nello Stato del Burkina Faso dove diventeranno sede della Croce Rossa Locale.

Anche per le spettacolari dune degli Emirati Arabi il destino futuro era chiaro. Sono state progettate dall’architetto Norman Foster e andranno ad abbellire la città green di Masdar City. Una città quasi del tutto alimentata da energia solare con un’economia ad emissioni quasi-zero.

Le tre bellissime biosfere in vetro all’ingresso del Padiglione dell’Azerbaijan saranno trasferite in Patria, a Baku, la capitale, e verranno collocate all’interno di un parco pubblico.

Il bellissimo alveare del Regno Unito sarà trasportato in Patria, ma ancora non è stata decisa una collocazione (speriamo di avere notizie in futuro).

Le colonne di bambù all’ingresso del Padiglione del Vietnam troveranno casa in Italia e precisamente nel Comune di Alassio che le vuole collocare vicino al proprio Municipio.

Le scritte che campeggiavano all’entrata del Padiglione della Santa Sede saranno donate ad una parrocchia milanese.

La Repubblica Ceca ha pensato di riportarsi a casa il bellissimo Laboratorio del Silenzio che proseguirà la sua missione di area scientifica per lo studio dei vegetali. Assieme alla spettacolare piscina (tanto agognata nei caldissimi mesi estivi dello scorso anno) abbellirà la città di Vizovice.

La nave-botte dell’Ungheria diverrà un centro di ricerca e sarà riportata in Patria.
Anche i bellissimi giardini del Bahrain saranno destinati ad area botanica, ma non si sa ancora in quale città del “Giardino dell’Eden” saranno ricollocate le piante. Le strutture del Padiglione dell’Estonia saranno riconvertite in arredi urbani collocati in Patria.

Il padiglione del Kazakistan abbellirà la capitale, Astana, che nel 2017 ospiterà l’Expo tematica Energia del Futuro”.

Anche la Svizzera ha pensato alla vita delle sue quattro torri. Il cibo contenuto sarà tutto utilizzato e le torri diventeranno quattro orti in quattro diverse città svizzere. Lo stato svizzero aveva già previsto questo utilizzo, così come l’obiettivo di recuperare e riciclare il 75% dei materiali utilizzati.

Il bellissimo bosco dell’Austria, fresca oasi durante le giornate di caldo, vivrà nella zona del Tirolo. Gli alberi saranno ripiantati nei boschi, senza sofferenza da parte loro, perché ancora giovani e si potranno ambientare comodamente sulle montagne austriache.

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Le panchine della terrazza del Padiglione della Germania, da Expo Milano 2015, ora nel Giardino delle Culture a Milano (foto©milanoweekend.it)

I padiglioni delle aziende e della società civile sono stati virtuosi: anche loro hanno pensato fin da subito alla possibile ricollocazione.
Slow Food ha riusato e riciclato la maggior parte del padiglione che darà origine a campi coltivati per le scuole.

Cascina Triulza, invece, resterà in piedi all’interno dell’area Expo: ha già ospitato numerosi convegni ed eventi, legati soprattutto al Terzo Settore.

Coca- Cola, azienda criticata (un po’ anche da me, confesso) per la sua presenza ad Expo 2015 ha mostrato il suo lato “green”, avendo deciso, fin dall’inizio, di riciclare le proprie strutture per costruire campi da basket per la città di Milano.

Anche il Padiglione di Don Bosco avrà un destino all’insegna della solidarietà: sarà ricollocato in Ucraina dove verrà adibito a centro polifunzionale per ragazzi disagiati.

Ancora indeciso lo Stato dell’Angola che, per la prima volta, ha partecipato ad una Esposizione Universale con una propria struttura autonoma. Il padiglione potrebbe essere trasportato e ricostruito nella capitale, Luanda, e diventare uno spazio culturale. In alternativa, potrebbe restare in Italia e dare origine ad una “Casa dell’Angola” qui, nella nostra nazione.

E per concludere, il Nepal metterà all’asta le componenti del suo bellissimo padiglione per ricavarne denaro utile alla ricostruzione dello Stato, colpito da un terribile terremoto proprio alla vigilia dell’apertura di Expo, lo scorso 25 aprile 2015.

Gli alberi, il verde di Expo 2015, sono stati quasi tutti ricollocati in città e nei Comuni della Città Metropolitana e renderanno ancora più green la mia bella Milano 🙂

Ecco, dunque, per quel che si sa, dove sono finiti i Padiglioni della scorsa Esposizione Universale. Se dopo questo lungo post vi è venuta nostalgia di Expo Milano 2015, niente paura: potete sempre rivivere la bellezza di quei mesi nel mio e-book e ripensare ogni giorno a tutto quello che ci ha lasciato in eredità.

*Fonti*:

Expo, operazione riciclo per i padiglioni

La seconda vita di Expo 2015

Addio Expo: 10 padiglioni che verranno riutilizzati per una seconda vita

Expo, la rete del Brasile vola al sud

Expo, le panchine del padiglione Germania nel Giardino delle Culture

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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