Se siete a Firenze fino al 26 agosto non perdetevi The Florence Experiment. Perché le piante comunicano con noi, ma sarà vero anche il contrario?
Devo dire che questa domanda me la sono posta raramente, ma è molto interessante. Numerosi studi ci confermano che le piante comunicano con il mondo esterno attraverso composti chimici. E credo che su questo siamo tutti d’accordo.
Ma noi uomini siamo in grado di comunicare qualcosa alle piante? Felicità, tristezza, paura, coraggio sono emozioni che possiamo trasmettere anche a un essere vegetale?
Per rispondere a queste domande è in corso a Firenze – fino al 26 agosto 2018 – The Florence Experiment, una mostra a cura di Arturo Galansino. Un progetto che unisce arte, scienza e tecnologia per studiare l’interazione tra piante ed esseri umani.
Carsten Höller è un celebre artista tedesco, famoso per le sue installazioni in grado di coinvolgere ed emozionare.
Stefano Mancuso, fondatore della neurobiologia vegetale, studia da anni l’intelligenza delle piante, di questi esseri complessi dotati di grande sensibilità e in grado di comunicare col mondo esterno attraverso composti chimici.
Insieme hanno creato questa installazione che permetterà di capire, attraverso analisi di parametri scientifici, se noi esseri umani siamo in grado di trasmettere delle emozioni alle piante.
The Florence Experiment prevede due diversi tipi di esperimenti sul tema del rapporto uomo-pianta.
La prima parte del progetto – The Florence Experiment Slides – è rappresentata da due grandi scivoli nel cortile. Alcuni visitatori, scelti in modo casuale, sono invitati a scendere dagli scivoli portando con sé una pianta di fagiolo.
Non so voi, ma io sarei curiosissima di provare, nonostante il mio problema legato alle vertigini. Dopo la discesa, la pianta verrà analizzata da un team di scienziati che valuterà i parametri fotosintetici e le molecole emesse dalla pianta di fagiolo durante l’esperimento. Questi dati saranno poi confrontati con quelli di tutte le altre piante che hanno preso parte alla discesa insieme a un accompagnatore umano. Ci sarà anche un gruppo di piante di controllo che invece saranno rimaste ferme a terra.
Nella seconda parte del progetto – Plant Decision-Making based on Human Smell of Fear and Joy – si utilizzano due sale cinematografiche. Nella prima saranno proiettate scene di film horror e nella seconda scene di film comici. Le persone assisteranno all’una o all’altra proiezione a scelta. Durante la visione del film, ogni persona produce delle molecole, composti chimici legati alla paura o alla gioia, che, inconsapevolmente, rilasciamo nell’ambiente. L’aria delle sale sarà convogliata in due diversi condotti di areazione.
Questa aria sarà portata verso la facciata della mostra dove è piantato un glicine con due biforcazioni a forma di Y. L’aria dalla sala horror sarà convogliata da un lato, mentre su quello opposto sarà riversata quella proveniente dal film comico.
Il glicine crescerà in modo diverso nei due rami? Sarà influenzato dalla paura o dalla gioia che noi essere umani abbiamo provato?
Per sapere le risposte dovremmo attendere settembre, la fine dell’esperimento.
Ma, conoscendo un po’ il mondo delle piante, sono quasi sicura che avremo dei risultati interessanti sia per la discesa libera dei fagioli che per l’albero del glicine.
Non so se la mostra sarà portata in altre città. Certo se farà tappa a Milano non me la perderò. Sul sito trovate maggiori informazioni. Fatemi sapere come vi sembra se riuscirete a visitarla. Buona discesa a tutti 😉
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