COP25: in corso a Madrid la Conferenza Mondiale sul Clima. 196 Paesi discutono sul futuro del nostro Pianeta. Siamo ancora in tempo per salvarci o abbiamo già oltrepassato il punto di non ritorno?
A Madrid per la Conferenza Mondiale sul Clima si stanno incontrando 196 rappresentanti di altrettante Nazioni del mondo per parlare del presente e del futuro, nostro e del Pianeta. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha aperto i lavori con delle parole poco rassicuranti:
“Il mondo deve scegliere tra speranza e capitolazione”
Dibattiti, incontri e confronti fino al 13 dicembre 2019 per decidere quali azioni intraprendere per salvare il nostro Pianeta. Due settimane di lavoro intenso, un argomento molto “scottante” anche se nel nostro Paese sembra non avere quell’attenzione che merita dalle persone e dai notiziari.
Leggendo articoli di giornale e comunicati stampa, seguendo i siti ufficiali che parlano di COP25 vediamo a che punto siamo, di cosa si sta discutendo a Madrid e quali provvedimenti occorrerà prendere per noi e per la nostra Terra
La situazione attuale
I dati scientifici e meteorologici dicono che i livelli di gas serra in atmosfera non sono affatto diminuiti, anzi hanno raggiunto nuovi record: oltre 400 parti per milione nel 2018 a livello globale. Analizzando i dati a nostra disposizione si scopre che la situazione che stiamo vivendo in questi anni si era già verificata tra 3 e 5 milioni di anni fa. In quell’era, la concentrazione di anidride carbonica era paragonabile a quella dello scorso anno ma le temperature erano superiori di 2-3 °C rispetto a quelle attuali e il livello del mare era di 10-20 metri più alto.
Il cambiamento climatico è in atto e tutti noi ne facciamo parte. Il mondo è più caldo di oltre 1°C rispetto agli anni della Rivoluzione Industriale. Sembrerebbe una cosa da poco, un solo grado in più, ma è bastato questo per far aumentare gli eventi meteorologici estremi in tutto il mondo.
“Se le attuali tendenze dovessero continuare, le temperature globali potrebbero già aumentare dai 3,4 ai 3,9°C in questo secolo, causando effetti climatici distruttivi su larga scala.”
Leggendo i dati a disposizione, vediamo che gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi di sempre. Questo innalzamento delle temperature globali ha portato ad eventi che sono sotto gli occhi di tutti: l’aumento dei fenomeni estremi quali incendi, siccità, uragani, alluvioni.
Anche i ghiacciai si stanno sciogliendo a ritmi più elevati che mai:
“Nella sola Groenlandia, a luglio si sono sciolti 179 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Il permafrost nell’Artico si sta scongelando 70 anni prima delle proiezioni”
È chiaro che il nostro Pianeta ci sta inviando dei segnali che non possiamo più sottovalutare. Occorre agire al più presto per evitare ulteriori catastrofi ambientali: non solo l’aumento delle temperature, ma anche lo stress idrico, l’innalzamento del livello del mare, l’alterazione degli ecosistemi marini e terrestri con la perdita di molte specie vegetali e animali.
Le decisioni prese negli ultimi incontri sul clima
Nelle precedenti edizioni delle COP, le Conferenze Mondiali sul Clima, sono stati presi accordi che non vengono rispettati come si dovrebbe. La scorsa edizione della Conferenza Mondiale, quella di Parigi, aveva già fatto notare come occorre agire subito, ora: non è più possibile rimandare.
Alcuni cambiamenti importanti erano già stati presi in considerazione. Le centrali a carbone non saranno più costruite dal 2020 in avanti. Il passaggio alla Green Economy e alle energie rinnovabili dovrà essere tale da rispettare i lavoratori, l’ambiente, le condizioni sociali.
Il punto di non ritorno è sempre più vicino. I prossimi due o tre anni saranno davvero decisivi per il futuro di tutti noi e del nostro Pianeta. Molti Paesi sono ancora classificati come “grandi inquinatori” e dovranno ridurre l’inquinamento da carbone entro il 2050.
Secondo il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres:
“Per decenni l’uomo è stato in guerra con il pianeta e il pianeta ci sta rendendo colpo su colpo, dobbiamo porre fine alla nostra guerra contro la natura e la scienza ci dice che possiamo farcela”
Gli sforzi fatti finora non sono stati sufficienti: l’acqua alta a Venezia e gli incendi in Amazzonia sono solo due esempi, due luoghi noti tra i tanti che sono stati colpiti da eventi meteorologici estremi ormai sempre più frequenti rispetto al passato.
Lo scorso settembre, durante il Summit sul Clima svoltosi a New York sono state fissate quattro richieste importanti da tenere presente nelle decisioni finali di questa COP25 a Madrid:
- Non saranno costruite nuove centrali a carbone a partire dal 2020
- Saranno abbandonati i sussidi e gli aiuti per l’utilizzo dei combustibili fossili
- Gli Stati presenteranno nel 2020 piani climatici più ambiziosi
- Tutti gli Stati contribuiranno al raggiungimento di zero emissioni di carbonio entro il 2050
Gli impegni da rispettare per il futuro
Dopo i primi giorni di confronto e di proposte, emergono già alcune linee guida da seguire per riuscire a gestire i cambiamenti climatici in atto. Primo fra tutti: limitare l’innalzamento della temperatura globale a 1,5°C entro la fine del secolo. Sarà poi necessario raggiungere la neutralità climatica, cioè arrivare a emissioni di anidride carbonica uguali a zero entro il 2050.
Ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 di una quota almeno pari al 45% rispetto ai livelli del 2010 è un ulteriore traguardo da raggiungere.
Molti Paesi si sono già impegnati a ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera entro il 2050. Altri piccoli stati insulari stanno lavorando per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030 e passare al 100% di energie rinnovabili. Pakistan, Guatemala, Colombia, Nigeria, Nuova Zelanda, Barbados hanno deciso di piantare oltre 10 miliardi di alberi.
Tutti gli Stati partecipanti alla COP25 sono invitati a presentare nuovi piani nazionali di azione sul clima nel 2020. Piani che dovranno essere abbastanza ambiziosi in modo da rispettare sia gli Accordi di Parigi che i nuovi paletti imposti dall’edizione di Madrid della COP25
Le aziende private dovranno fare la loro parte e accelerare il passo verso la Green Economy, arrivare a zero emissioni di carbonio, imporre una tassa sul carbonio, eliminare i contributi per chi utilizza combustibili fossili e carbone.
Obiettivi ambiziosi abbiamo detto, ma necessari per cercare di non oltrepassare quel punto di non ritorno sempre più vicino. Attendiamo i risultati di questi incontri a metà dicembre per vedere come sarà il futuro: il nostro e quello del nostro Pianeta.
Fonte dei dati: unric.org
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