Robot, The human project

mostre, RECENSIONI

Una mostra originale, Robot The human project al Mudec di Milano per scoprire il mondo dei robot, come ci aiutano, prendendo esempio anche dalla natura.

Dall’antichità ad oggi, ogni epoca storica si è confrontata con i robot: questa mostra racconta come si sono evolute le macchine dai tempi antichi ad oggi, con una sezione interessante dedicata ai robot ispirati alla natura e a quelli che ci aiutano a monitorare l’ambiente.

Una visita consigliata ai bambini ai ragazzi di ogni età per la bellissima collezione dedicata ai robot dei cartoni animati. In questo post voglio approfondire il rapporto tra robot e natura e la loro utilità per gli studi dell’ambiente e in caso di eventi naturali imprevisti.

locandina della mostra Robot The human project presso Mudec Milano

La mostra Robot, The human project

Da sempre l’uomo ha cercato di suscitare meraviglia e stupore creando degli automi e dei robot. Nell’antichità e nel Medioevo erano macchine di metallo o di legno con effetti scenici che generavano stupore e meraviglia. Con lo sviluppo della scienza e della tecnologia, sono nati i primi veri robot e automi, in grado di aiutare l’uomo nel suo lavoro, a casa, nell’ambiente esterno. Una parte della robotica, la bionica, si è evoluta per sostituire gli arti mancanti in seguito a malattie o ad incidenti. Dunque: i robot ci aiutano in mille modi.

La mostra Robot, The human project è diretta agli adulti e ai bambini, alle scuole, alle famiglie. Nel percorso espositivo il tema dei robot è affrontata da tre diversi punti di vista:

  • tecnico- scientifico
  • antropologico
  • artistico

I primi automi, quelli dell’antichità e del Medioevo, erano macchine con particolari ingranaggi create per affascinare e stupire il pubblico durante le feste e i banchetti. Leonardo Da Vinci, nel 1509 a Milano aveva creato un bellissimo leone in legno, in grado di muoversi, per far divertire il pubblico. Dal suo petto uscivano gigli e fiori che volavano nell’aria deliziando le signore che assistevano alle rappresentazioni.

Con la nascita della meccanica di precisone, si sono costruiti gli zooidi, automi che simulano la forma di un animale. Qui alla mostra Robot, the human project c’è un bellissimo bruco in grado di compiere gli stessi movimenti di un bruco vero, in natura. Molti orologi da tasca e da tavolo erano vere opere d’arte nelle quali comparivano soggetti della natura, come un cane che beve al ruscello.

L’arrivo dell’era dell’elettronica porta a concentrarsi sul calcolo matematico. Più che ai robot si pensa a macchine calcolatrici. In Italia uno dei nomi di spicco è quello di Olivetti che nella seconda metà degli Anni Cinquanta produce calcolatori meccanici a funzionamento elettronico, che porteranno alla nascita dei personal computer della nostra era digitale.

La mostra Robot, the human project prosegue con le sale dedicate alla robotica applicata alla medicina e alle neuroscienze: la bionica e i robot umanioidi

La bionica e i robot umanoidi

La bionica è quella parte della ricerca scientifica che si occupa di riparare, ripristinare, integrare o sostituire arti umani mancanti o perduti con parti artificiali in grado di compiere le stesse funzioni. Nella mostra Robot, the human project se ne possono trovare di diversi tipi, a partire dalla prima idea di protesi di mano meccanica nata grazie alle intuizioni dell’ortopedico italiano Giuliano Vanghetti. Per arrivare fino a Mia, ultimo prototipo nato nel 2018 da uno spin-off dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Mia interagisce son il sistema nervoso centrale ed è in grado di compiere movimenti precisi, di tradurre il pensiero in impulsi elettrici.

Già le prime armature e corazze erano un rivestimento di protezione del corpo umano che copia gli esoscheletri presenti in natura. Da qui è nato HandExos un esoscheletro creato negli anni 2010-2013 per la riabilitazione della mano in persone che hanno subito una paresi. Alla mostra Robot, the human project possiamo osservare anche SensHand in grado di analizzare i movimenti degli arti per la diagnosi del Parkinson

Oggi siamo arrivati ad un periodo della storia nel quale i robot sono collaborativi: nascono i cobot, per aiutarci nel lavoro e nella vita quotidiana. Qui alla mostra Robot, the human project ci sono numerosi esempi.

Questi robot devono suscitare nell’uomo empatia e affetto: ecco perchè spesso hanno occhi grandi come quelli dei cuccioli degli animali. I robot sono belli, affini a noi, prevedibili. Durante il percorso della mostra Robot, the humean project ho incontrato e interagito con:

  • RoboThespian, grande attore e intrattenitore, con una spiccata vocazione per la divulgazione scientifica
  • il robottino Sanbot Elf, che ha aiutato il team di medici ed infermieri durante il covid19 presso l’ospedale di Varese
  • Yeti, un piccolo robot dotato di pelliccia, simile ad un cucciolo animale che riconosce i colori ed esprime gioia e tristezza. Aiuta a relazionarsi coi bambini autisitici
  • Pando, un robot simpaticissimo che balla sulla musica di Jingle Bells
  • Pepper, un social robot che, tramite un tablet, ti permette di interagire e fare semplici domande alle quali risponde con prontezza e tanta ironia.

I robot che aiutano l’ambiente

Se ami la natura e l’ambiente, la sezione della mostra Robot, the human project che può interessarti maggiormente è quella dedicata ai robot ispirati alla natura e ai robot che aiutano a monitorare l’ambiente.

Sono stata felice di aver visto il robot Plantoide del quale avevo parlato in tre post dedicati al mondo dei robot bioispirati. Il plantoide è nato nel 2014 ed è utile per gli studi sull’intelligenza delle piante e per il monitoraggio ambientale. Poi ho ritrovato anche il robot Octopus che permette di studiare la natura e gli organismi viventi.

Questi robot ci invitano a riflettere anche sulla robotica che si prende cura degli ecosistemi: si tratta di studi per costruire i robot del futuro in materiali riciclabili e biodegradabili.

Altri robot che mi hanno incuriosito in questa sezione sono:

Soryu , lo snake-like-robot, un robot italiano che ha la forma e si muove come un serpente. È stato utilizzato come primo esploratore sella zona di Fukushima dopo l’incidente nucleare del 2011, ha esplorato la zona della centrale fornendo utili informazioni.

Walk Man IIT, nato nel 2016 è un robot che esplora scenari di emergenza ambientale per raccogliere dati utili alla ricerca. Sale le scale e apre le porte, muovendosi in luoghi pericolosi per l’uomo.

Le ultime sezioni della mostra Robot, the human project sono dedicate all’Intelligenza Artificiale, agli algoritmi in grado di imparare da soli e di prendere decisioni autonome.

Se siete interessati al cinema e alla letteratura fantascientifica, troverete molti robot, libri, locandine e altri oggetti molto interessanti. Da Asimov, a Blade Runner e Metropolis, eroi e supereroi di ogni epoca.

In particolare, all’esterno della mostra, nei corridoi del Mudec potrete perdervi nella vetrina che contiene centinaia di robot protagonisti di cartoni animati dagli Anni Sessanta ad oggi.

Non è possibile raccontare tutto quello che è presente nella mostra. Se avete qualche ora a disposizione vi suggerisco di visitarla. La mostra Robot, the human project è present al Mudec di Milano fino ad agosto 2021 e sul sito del Mudec potrete trovare tutte le informazioni. Buona visita!

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Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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