Il 16 novembre 2022 è la data della prima Giornata dedicata alla Biodiversità all’interno di COP 27. Altre novità di questa edizione riguardano l’impatto degli allevamenti e dell’agricoltura sul clima.
Questa edizione della COP 27 si presenta come un’edizione ricca di novità e di prime volte. È la prima volta che l’argomento Loss and Damage viene messo in agenda. Per la prima volta un intero giorno è dedicato al tema della biodiversità. Sempre per la prima volta si parla di animali selvatici, di allevamenti e clima e ci sono padiglioni dedicati a cibo e agricoltura.
Biodiversità e clima sono strettamente collegati
Fino alla scorsa edizione, la COP 26 di Glasgow, clima e biodiversità erano due argomenti tenuti separati tra loro. A ciascuno di essi era dedicato un diverso incontro, una diversa Conferenza delle Parti. Ieri, il 16 novembre, tutta la Giornata è stata dedicata alla biodiversità in una Conferenza sul clima.
Come hanno riportato nei loro bollettini giornalieri le inviate e gli inviati di Italian Climate Network, ci si rende conto che clima e natura sono fortemente connessi. Sarà perché occorre un accordo globale sulla biodiversità, così come ce n’è uno sul clima. Serve al più presto perché è in scadenza il Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020. I venti obiettivi per proteggere la biodiversità, chiamati anche Aichi Targets non sono stati raggiunti e occorre trovare nuovi accordi comuni.
La biodiversità è un tema molto importante per l’Egitto perché la precedente COP 14 sulla biodiversità si è tenuta proprio a Sharm El-Sheikh e anche per l’economia e il turismo di questo Paese. Barriere coralline ed ecosistema marino sono delle grandi attrazioni per i turisti che vogliono una vacanza immersi nella natura.
Per questi motivi, molto probabilmente, è stato deciso di dedicare una giornata alla biodiversità all’interno di COP 27. Nei vari tavoli di incontro e confronto, si è cercato di rispondere alla domanda: come agire per salvaguardare la biodiversità?
Ecco le principali azioni da mettere in campo, riportate dagli inviati di Italian Climate Network:
- ridurre le emissioni di gas serra in atmosfera
- stabilire e attuare dei piani di adattamento
- interrompere l’uso dei combustibili fossili
- valorizzare le varie connessioni tra le diverse Convenzioni Onu dedicate ad ambiente e clima
- approvare alla fine di COP15 un accordo globale per la biodiversità.
La forte connessione tra clima e biodiversità è stata messa in evidenza anche dai leader dell’Accordo di Parigi presenti a COP 27. Clima e biodiversità sono interconnessi. Il cambiamento climatico è uno dei principali fattori di perdita della biodiversità. Si crea in natura un circolo difficile da interrompere perché i sistemi naturali non in salute a causa del clima che cambia non sono in grado di aiutare a mitigare il cambiamento climatico.
Così come avviene per il cambiamento climatico, anche nel caso della perdita di biodiversità sono le comunità più fragili e vulnerabili quelle che subiscono le perdite maggiori. Servono misure urgenti per arrestare e invertire la perdita di biodiversità e intensificare gli sforzi per decarbonizzare e inquinare meno.
Gli allevamenti di animali hanno un impatto sul clima
In questa COP 27 dedicata al clima si è parlato per la prima volta anche di come i cambiamenti climatici danneggiano gli animali selvatici e dell’impatto degli allevamenti sul clima.
Nei report delle associazioni LAV ed Essere Animali troviamo che per la prima volta ad una COP sul clima, si affrontano temi che riguardano gli animali. Gli animali come vittime che subiscono la perdita della biodiversità, ma allo stesso tempo influenzano il cambiamento climatico.
Gli animali selvatici e quelli di allevamento hanno sofferto il caldo e la sete durante la scorsa estate. Anche gli animali sono delle vittime del clima che cambia. Ricordiamo gli elefanti morti in Africa e le numerose mucche che hanno sofferto sete e siccità la scorsa estate.
Gli allevamenti di animali per la produzione di carne costituiscono una sofferenza per loro e hanno un elevato costo economico e ambientale. Le mucche sono tra i maggiori produttori di metano, importante gas ad effetto serra. La domanda di carne per l’alimentazione è in calo nei paesi più industrializzati, ma in crescita nei Paesi emergenti. Il sistema alimentare deve cambiare: il 40% dei terreni coltivati produce vegetali destinati a diventare mangimi per animali.
Gli allevamenti sono poco sostenibili dal punto di vista etico e del benessere animale e dal punto di vista ecologico ed economico. Occorre cambiare il sistema di alimentazione e prediligere le diete a base vegetale.
Molte associazioni chiedono a COP 27 di approvare la riduzione del numero di animali allevati visto il grande impatto che hanno sui cambiamenti climatici. Secondo gli studi da loro proposti è possibile seguire questa strada: il governo dei Paesi Bassi si è impegnato a ridurre del 30% il numero di animali allevati entro il 2025 per poter affrontare i problemi ambientali.
Sostenere le diete a base vegetale e le produzioni di alimenti plant-based ha un effetto positivo sull’ambiente. LAV ricorda che 1 kg di carne bovina ha costi ambientali 23 volte superiori ad 1 kg di legumi.
Cibo e agricoltura a COP 27
Per la prima volta in una COP dedicata al clima troviamo dei padiglioni dedicati a cibo e agricoltura. Il sistema alimentare ha un forte impatto sui cambiamenti climatici.
Secondo Essere Animali, la produzione di cibo è responsabile del 25% di emissioni globali di gas serra e oltre l’80% delle terre coltivate sono destinate a pascolo o a produrre cibo per l’alimentazione animale.
Anche il sistema alimentare dovrebbe cambiare per affrontare i numerosi danni ambientali. Le diete a maggiore componente vegetale o totalmente vegetali aiutano a ridurre le emissioni di CO2 e di metano in atmosfera. Gli allevamenti animali consumano suolo e acqua e causano la perdita di biodiversità.
A COP 27 si è discusso di Cibo e Agricoltura per la Trasformazione Sostenibile attraverso il programma FAST (Food and Agriculture for Sustainable Transformation). Nel mondo aumenta il rischio di fame e malnutrizione. La variabilità climatica e i numerosi eventi meteorologici estremi colpiscono anche l’agricoltura. Ma, allo stesso tempo, l’agricoltura contribuisce per un terzo alle emissioni globali di gas serra, al degrado degli ecosistemi e alla perdita di biodiversità.
Il Progetto FAST si pone come obiettivo quello di “migliorare la quantità e la qualità dei contributi finanziari per il clima per trasformare l’agricoltura e i sitemi alimentari entro il 2030, mantenendo l’obiettivo di aumento della temperatura media globale entro 1,5°C”.
Attendiamo le conclusioni finali di questa COP 27 sul clima.
[Fonti: A COP 27 trova spazio la biodiversità – Il messaggio dei leader dell’Accordo di Parigi – L’impatto degli allevamenti sul clima – A COP 27 padiglioni dedicati al sistema alimentare]
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