A otto anni dalla Laudato Sì, la prima enciclica in assoluto a parlare di ecologia ed ambiente, Papa Francesco pubblica la Laudate Deum per tirare le somme sulla situazione attuale. Ho riassunto i punti principali in due articoli: in questo primo post ti parlo della crisi globale e del paradigma tecnocratico.
Era il 2015 quando nel blog raccontavo un evento storico per il mondo, l’ecologia e l’ambiente: la Laudato Sì, la prima enciclica della storia a trattare i temi dell’ecologia. Dopo otto anni, Papa Francesco pubblica la Laudate Deum rivolta a tutte le persone di buona volontà, un’esortazione apostolica sulla crisi climatica.
Pubblicata nel giorno del Santo Patrono d’Italia e protettore degli animali, la Laudate Deum ci dice che non abbiamo fatto abbastanza per il nostro Pianeta.
La struttura della Laudate Deum
Si tratta di un piccolo libretto di circa sessanta pagine, ma la trovi anche online. In questo post, ti riassumo i punti principali e le frasi che mi hanno più colpito. Nella Laudate Deum, ad una breve introduzione, seguono sei brevi paragrafi:
- la crisi climatica globale
- il crescente paradigma tecnocratico
- la debolezza della politica internazionale
- le Conferenze sul clima: progressi e fallimenti
- cosa ci si aspetta dalla COP 28 di Dubai?
- le motivazioni spirituali.
Cosa ci dice l’introduzione della Laudate Deum
Il nostro Pianeta è sofferente. Non abbiamo fatto abbastanza. Il mondo si sta sgretolando e ci avviciniamo ad un punto di rottura. L’impatto del cambiamento climatico sarà devastante.
Il cambiamento climatico è un problema sociale globale intimamente legato alla dignità della vita umana.
ed è una delle principali sfide che la società e le comunità globali devono affrontare. È un dramma che danneggia tutti, ma che colpisce in particolare i più deboli e vulnerabili. Dato che la situazione è sempre più urgente, Francesco ha voluto condividere questa esortazione rivolta a tutte le persone di buona volontà, indipendentemente dalla loro fede religiosa, anche ai non credenti. A ogni individuo è richiesto un impegno per contrastare il cambiamento climatico.
La crisi climatica globale
Molte persone negano o sminuiscono il cambiamento climatico: queste posizioni sono inaccettabili dal punto di vista della scienza. Il cambiamento climatico è sotto i nostri occhi ogni giorno: dal caldo anomalo alla siccità, dalle alluvioni allo scioglimento dei ghiacciai. Sono tutti “lamenti della Terra” per una “malattia silenziosa che colpisce tutti noi”. Francesco cita i recenti dati scientifici dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che esortano a non oltrepassare un aumento della temperatura globale di 1,5°C.
Nel mondo c’è resistenza e confusione: tante persone minimizzano i dati scientifici e negano il cambiamento climatico, anche se oggi è sufficiente una sola generazione per accorgersi della velocità e dell’accelerazione con la quale il clima cambia. Caldo estremo e freddo estremo sono due facce della stessa medaglia. Persone poco informate, inoltre, confondono le proiezioni climatiche che studiano lunghi periodi di tempo, con le previsioni meteorologiche, che riguardano solo alcune settimane.
Non sono le persone più povere, i Paesi poveri, ad inquinare di più, ma esattamente il contrario. Una piccola percentuale della parte più ricca della popolazione mondiale inquina più del 50% rispetto a quella più povera e allo stesso modo le emissioni di gas serra dei Paesi più ricchi superano di molto quelle delle aree più povere del mondo. Un’altra fake news da contrastare riguarda la perdita di lavoro in seguito all’abbandono dei combustibili fossili. Al contrario, la transizione ecologica genera nuovi posti di lavoro.
Le cause umane del cambiamento climatico non si possono più mettere in dubbio. La concentrazione dei gas serra in atmosfera è rimasta stabile fino al periodo della Rivoluzione Industriale e al di sotto dei 300 ppm, parti per milione. Una nota interessante che ci fa capire la gravità della situazione:
Nel 2015, quando è stata scritta e pubblicata la Laudato Sì, la concentrazione di gas serra in atmosfera raggiungeva un valore elevato, pari a 400 ppm.
Nel 2023 siamo arrivati a 423 ppm
I dati dell’IPCC ci dicono che “oltre il 42% delle emissioni nette totali dal 1850 è avvenuto dopo il 1990“. Negli ultimi 50 anni la temperatura globale è aumentata ad una velocità mai vista prima e, dal 1850 ad oggi, l’aumento complessivo è stato di 1,1°C. Ad aumentare è la temperatura del suolo, dell’aria e dell’acqua di mari ed oceani. I mari si acidificano e perdono ossigeno, mentre i ghiacciai si sciolgono e fanno aumentare il livello dei mari. Ormai è innegabile che i fenomeni climatici estremi a livello globale sono collegati all’aumento dei gas serra in atmosfera, aumento avvenuto dal XX secolo in poi.
Purtroppo la crisi climatica non è propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili
L’uomo ha sfruttato la natura in modo eccessivo negli ultimi due secoli. Quali sono i danni e i rischi? Molti danni li vediamo già e sono irreversibili: la temperatura delle acque che aumenta così come l’acidificazione e la perdita di ossigeno, da un lato, e lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, dall’altro.
Molte specie vegetali e animali si sono già estinte:
le altre creature di questo mondo hanno smesso di esserci compagne di viaggio e sono diventate nostre vittime
Piccoli cambiamenti possono provocare una cascata di eventi a valanga e questo processo, una volta iniziato, non si può fermare. La pandemia ha confermato che la vita degli esseri umani è collegata a quella degli altri esseri viventi e all’ambiente:
Non possiamo più fermare gli enormi danni che abbiamo causato. Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici
Il paragrafo dedicato al cambiamento climatico si conclude con tre frasi chiave:
- quello che accade in ogni parte del mondo ha ripercussioni sull’intero Pianeta
- tutto è collegato
- nessuno si salva da solo.
Il paradigma tecnocratico
Di questo paradigma si parlava già nella Laudato Sì. Con il termine paradigma tecnocratico si intende il fatto che tecnologia ed economia ci danno l’idea di una crescita infinita e illimitata, ma questo non è possibile. La stessa intelligenza artificiale e la tecnologia avanzata ci fanno pensare che l’uomo possa avere poteri illimitati. Le risorse naturali hanno limiti, non sono illimitate.
Questo paradigma sottende un’ossessione: accrescere così tanto il potere dell’uomo da rendere il resto del mondo al suo servizio. Ecco che gli altri esseri viventi e la natura potrebbero essere sfruttate a piacimento dell’uomo. Occorre ripensare al potere dell’essere umano. Oltre al potere, occorrono i giusti strumenti per controllarlo: etica, cultura e spiritualità
l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza
Le poche persone che detengono conoscenza e potere economico possono avere il controllo sull’intera popolazione mondiale.
Seguendo questa logica, la natura diventa una cornice e a noi sembra di essere all’esterno di essa; invece noi siamo nella natura e il mondo non lo contempliamo dal di fuori, ma dal di dentro. Se gli esseri umani si vedono come qualcosa di esterno alla natura, ecco che la deteriorano, la danneggiano, la uccidono.
Al contrario, un ambiente sano deriva da un sano rapporto dell’uomo con la natura e l’ambiente, come accadeva molti anni fa e accade tuttora nei popoli indigeni. Occorre essere lucidi per capire che il potere e il progresso possono ritorcersi contro gli esseri umani, contro noi stessi.
Parte del mondo dell’informazione e del marketing possono essere falsi e fuorvianti e influenzare in modo negativo l’opinione pubblica. Ad esempio, molti progetti non sono così green come si fa credere. Alla fine dei lavori, ci si ritrova con la terra e i corsi d’acqua devastati, un notevole danno ambientale ed economico e condizioni di vita peggiori di quelle precedenti.
… è proprio la somma di molti danni considerati tollerabili che finisce per portarci alla situazione in cui ci troviamo ora
La logica del massimo profitto al minimo costo non va d’accordo con le condizioni di vita sostenibili, sia per il presente, che per il futuro. La stessa meritocrazia spesso non riguarda tutti, ma solo un certo numero di persone che sono nate nella parte del mondo che vive in condizioni migliori di sviluppo.
La domanda che dobbiamo farci riguarda il senso: “qual è il senso della mia vita, qual è il senso del mio passaggio su questa terra, qual è in definitiva il senso del mio lavoro e del mio impegno?”
Questo è ciò che Papa Francesco ha racchiuso nella prima parte della Laudate Deum. La lettura continua nel prossimo post: parleremo della debolezza della politica internazionale, delle conferenze sul clima e le conclusioni spirituali.
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