“L’Italia diversa” è il titolo del libro scritto da Gabriele Salari e Luca Carra e presentato ieri alla Triennale di Milano. Racconta e fotografa l’Italia del conservazionismo e dell’ambientalismo italiano, ricostruisce le battaglie e le campagne portate avanti dal volontariato in Italia.
Sei interventi che mettono d’accordo tutte le associazioni presenti e che parlano di altrettante tematiche ambientali.
1) I fiumi e le acque – in Italia non si riesce ad avere una visione d’insieme del territorio. Occorre ripensare alla gestione dell’ambiente in modo coordinato, visto che Stato e Regioni non vanno d’accordo e ad una pianificazione del territorio integrata a livello di bacino idrografico. Le manutenzioni dei corpi idrici vanno fatte in modo adeguato. Bisogna avere memoria del passato (alluvione di Genova del 1970) e partire dalla conoscenza del territorio. (A. Agapito Ludovici, WWF Italia)
2) Il cambiamento climatico – esistono le evidenze scientifiche. È certo l’aumento della temperatura sulla Terra. Cosa succederà su scala locale, nelle città? Le incertezze aumentano se la zona di cui parliamo è più ristretta. Gli eventi estremi, essendo molto rari, avvengono in un arco di tempo più ampio, quindi ci serve più tempo per avere stime precise. Cosa fare? Dipende da quali priorità consideriamo e dalla sensibilità verso il cambiamento climatico (A. Navarra, Doc. Ist. Naz. Geofisica e vulcanologia)
3) L’energia – occorre abbandonare i combustibili fossili perché si esauriranno e sono nocivi, diminuire lo spreco di energia e consumare meno nei Paesi sviluppati. Risparmio ed efficienza unito all’utilizzo di energie alternative. Così eviteremo le guerre legate al petrolio e all’uranio. Incentivare lo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico (V. Balzani, Doc. Università di Bologna)
4) Agricoltura – l’agricoltura sostiene l’umanità ma non è ben distribuita. Per produrre di più si potrebbero utilizzare gli OGM, organismi geneticamente modificati, ma non si risolverebbero i problemi della fame nel mondo. Occorre evitare la soluzione estrema dell’eccessiva espansione dell’agricoltura. Nei Paesi in via di sviluppo mancano i sistemi di conservazione per cui ci sono molte risorse che vanno sprecate. bisogna passare ad uno stile di vita più sostenibile. ( C. Sorlini,Doc. Università degli Studi di Milano)
5) Il paesaggio – fin quando un paesaggio apparterrà al patrimonio culturale, verrà aiutato e mantenuto. Non riduciamo il paesaggio ad una pura rappresentazione. L’agricoltura serve a produrre alimenti ma deve conservare paesaggio e suolo. Quello che è successo recentemente in Liguria indica che non bisogna abbandonare la manutenzione del territorio. (M. Quaini, Doc. Università degli Studi di Genova)
6) La città e le metropoli – Cosa si può fare nelle città per renderle più verdi e sostenibili? Milano capitale dell’ambientalismo. Le prime battaglie antismog sono nate a Milano, così come le pratiche innovative, quali la chiusura del centro storico al traffico. Il principale distretto della green-economy è Milano. La nuova sfida è quella di costruire città completamente sostenibili. (A. Poggio, Presidente Lega Ambiente)
Qual è la nuova mappa delle sfide ambientali del futuro? È riassunta dalle frasi di due donne:
“Conoscenza, creatività, sostenibilità, grandi sogni collettivi, volontariato” ( A. Mottola Molfino, Presdiente Italia Nostra)
“Calore e fiducia nel cuore. Dobbiamo darci la mano” (G.M. Mozzoni Crespi, Presidente FAI)
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