La pausa natalizia mi ha permesso di pubblicare numerosi post sulle sensazioni e le emozioni che mi hanno accompagnato in questi giorni di feste. I colori degli addobbi di Natale, le corse frenetiche all’acquisto dei regali, il suono della zampogna, il sapore delle bollicine di spumante all’inizio del nuovo anno, la soffice lana delle sciarpe che accarezzano il viso.
Tradizioni che permangono o che scompaiono: il presepe, l’albero, i mercatini, l’addobbo sulla porta di casa, il bacio sotto il vischio. Un suono, un profumo, un ricordo sono bastati per farmi tornare ad apprezzare le feste, anche in quest’inverno anomalo, senza fiocchi di neve a Natale. Torrone, panettone, dolcetti tipici del periodo dell’Avvento, ho sentito amici e parenti parlare di cibi zuccherini particolari che scandiscono per loro questo lasso di tempo.
Ora il nuovo anno sta già procedendo a passo veloce e vorrei tornare pian piano, in punta di piedi, al tema portante del blog: la natura. Anche se improvvisi e inaspettati cambi di direzione sono lì, dietro l’angolo, che aspettano solo di far breccia tra le pagine.
La natura è strabiliante perché ci parla senza bisogno di voce né di parole scritte, col susseguirsi delle stagioni. Ognuna con i propri colori, profumi, sapori e fragranze, ognuna coi propri pregi e difetti, ognuna diversa dall’altra e particolare. Ciascuno ha la sua preferita. Chi vorrebbe che fosse sempre primavera e estate, chi preferisce l’autunno e l’inverno, come se la popolazione si potesse dividere in “tipi da freddo” e “tipi da caldo”.
Allora eccomi qua, a lasciarmi nuovamente trasportare dal mondo naturale nelle sue mille sfaccettature e a riprendere la narrazione dal mio esclusivo punto di vista.
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