Se vi interessate di natura e paesaggio, il FAI lo conoscete sicuramente. FAI è anche voce del verbo fare, come costruire una villa in centro a Milano. Si tratta della bellissima Villa Necchi Campiglio che ho visitato recentemente a fine settembre in una giornata di sole. Avevo già avuto occasione di vedere il grande giardino con piscina durante una mostra di stampe botaniche, ma le visite guidate erano già “sold-out”, al completo.
Stavolta, invece, ho potuto ammirarla in tutta la sua grandezza. Realizzata negli Anni Trenta dall’architetto Portaluppi, ci racconta dell’alta società milanese di quel tempo. Padroni di casa, Angelo Campiglio e sua moglie Gigina Necchi con la cognata Nedda, e numerosi ospiti sempre in movimento. In particolare, il principe Enrico d’Assia che veniva a Milano per lavorare come scenografo al Teatro Alla Scala e che aveva una stanza a lui riservata.
Stanza che mi ha molto colpito per la sua modernità. La camera da letto separata dal vano bagno, per metà da un muro e per l’altra da spessi tendoni, in modo da avere più spazio e più luce. La zona toilette sempre separata da vasca da bagno e doccia, i colori del marmo nero del Carso e del bianco, una vera novità per i bagni dell’epoca. Infatti i bagni padronali, dal gusto più classico, sono nelle tinte del grigio, beige più consone al periodo storico.
Anche il lungo corridoio, che separa le stanze da letto padronali, ha una innovativa forma simile ad una nave. Questo nel piano superiore, dove dormivano padroni, ospiti e guardarobiera. Al piano inferiore, invece, troviamo cucina, salotto, sala da pranzo e stanze adibite a studio e biblioteca. La veranda è molto particolare, con una zona con doppie vetrate sfruttata come serra per le piante, sempre idea del Portaluppi, così come la passione per velieri e navi, cielo e stelle. Il soffitto della sala da pranzo rappresenta un veliero in mezzo al mare, stelle, fiori e perfino segni zodiacali. Insomma un vero architetto all’avanguardia, autore anche del Planetario della città. Dato che non sono architetto, spero di non aver commesso gravi errori e mi limito a questa semplice descrizione di ciò che più mi ha colpito della villa, sperando di avervi invogliato a visitarla.
Tornando a me, ho potuto passare questa bella giornata grazie all’invito della mia (molto più autorevole) collega blogger Letizia. Quel giorno si premiavano i vincitori di un concorso, “La passione di assistere” dedicato a chi opera a favore degli anziani, dei diversamente abili, delle case di cura e di riposo e il tema dell’anno era la sostenibilità ambientale e sociale. La giuria ha evidenziato l’importanza del raccontare storie, del valorizzare le diverse abilità, del rendere la città a misura di anziano.
Ho seguito con piacere la dottoressa Isabella Pratesi del FAI. Del suo discorso mi sono rimasti impressi alcuni punti fondamentali:
- come sono importanti le memorie dei luoghi, ciò che un luogo ci racconta
- il paesaggio si trasforma attorno a noi, lasciando dei segni, come questa incantevole Villa
- occorre curare il territorio, custodirlo, esserne partecipi
- bisogna promuovere agricoltura e turismo consapevole
- l’importanza dell’educare e dell’informare
- combattere l’indifferenza, promuovere la conoscenza e la partecipazione
Spero di aver descritto piacevolmente la bellezza della Villa e della gradevole giornata e dato che siamo ancora in tempo assieme al FAI per “Salvare l’Italia” aggiungo in coda il video di un attore bravo e bello!
Bellissima la villa Necchi Campiglio, anch’io però sono riuscita a vedere solo il giardino in occasione di una bellissima mostra di opere di Tullio Pericoli. Mi hai fatto venire voglia di tornare a visitarla, come mi sono sempre promessa di fare… A presto, un abbraccio