Storie di vita e di giardini” è il sottotitolo del libro di Serena Dandini, “Dai diamanti non nasce niente” (come dice la canzone di De Andrè). L’ho ricevuto in regalo da parenti che conoscono il mio amore per la terra, le piante e i giardini. L’ho lasciato “depositare” durante l’inverno, pensando che fosse una lettura estiva, e ho avuto ragione. Si legge piacevolmente, come un discorso a tu per tu con Serena, seduti su una panchina in un giardino, d’estate. Di cosa parla il libro, lo dice lei stessa nell’introduzione:
è il racconto della mia personale storia d’amore, a volte contrastata, con la natura, le piante e i giardini;
è un libro di curiosità e di dritte pratiche dedicate a chi ha sbagliato e ha fatto morire svariati virgulti innocenti, ma non si vuole dare per vinto;
è una passione che sentivo di raccontare insieme ai successi e ai fallimenti sul campo, senza la pretesa di sostituirmi ai grandi maestri del giardinaggio;
è una passeggiata sentimentale tra letteratura, film e viaggi, che alla fine mi riporta spesso sul sentiero della verdure
Il libro mi ha confermato molte cose (che già sospettavo essere vere) sul giardinaggio. Il giardinaggio è un percorso accidentato, pieno di fatiche e delusioni, ma anche di risultati positivi. Per quest’arte occorre pazienza, forza d’animo e osservazione. Servono tempi lunghi, s’impara sbagliando, non bisogna scoraggiarsi davanti ai primi insuccessi. Costruire un giardino è come creare un’opera d’arte: sono fondamentali ispirazione, impeto e passione. Senza dimenticare che la biodiversità e le varietà di piante presenti sul pianeta rappresentano un’enorme ricchezza per il futuro: “chi possiede le semenze tiene in pugno il mondo” (dicono gli Indonesiani).
È un piacevole racconto che mette assieme curiosità legate a poeti, pittori, musicisti, attori (alcuni dei quali sono raffigurati in copertina) e il loro rapporto con piante e giardini del presente e del passato. Un elogio del giardino e del giardinaggio! Forse non è un caso il fatto che le parole “giardino” e “paradiso” in molte lingue coincidono.
Ma, volendo partire da zero con uno spazio di terra, quali sono le piante che non dovrebbero mai mancare?
Le Cycas per la loro antichità, i bulbi per la loro varietà, la Thunbergia perché lascia senza fiato, l’Hibiscus che ci ricorda paradisi incantati, la peonia esigente e caratteriale e infine le rose (non se ne parla proprio di tralasciarle!). L’autrice stessa avrebbe voluto saltare questo capitolo, ma le è stato impossibile. Le rose sono le rose! E le varietà più belle, secondo Serena e anche secondo i migliori esperti di giardini sono queste due.
- Rosa Souvenir de la Malmaison
- Rosa Madame Meilland
Concludo la mia recensione con questo quadro dell’artista Frida Kahlo, l’ultimo da lei dipinto, prima di morire. Frida, già malata, peggiorò dopo un incidente stradale, tanto da essere costretta a dipingere distesa, imprigionata in un busto, guardando in uno specchio appeso al soffitto. Nonostante tutto, la sua ultima opera si intitola: “Viva la vida” !
Riferimenti libro:
Autore: Serena Dandini
Titolo: Dai diamanti non nasce niente
Sottotitolo: Storie di vita e di giardini
Editore: Rizzoli, 2011
Pagine: 336
Prezzo: 19 € (o anche meno, a seconda dell’edizione)
Molto interessante. Grazie Sabry, mi sa che appena ho l’occasione lo leggerò anch’io! Un abbraccio, a presto
Grazie a te, anonimo!
Sembra un libro invitante. Magari in vacanza…
Comunque è vero che il giardinaggio è un percorso accidentato, come dici tu, ma poi dà molte soddisfazioni. Io sono ancora a livello di incidenti di percorso…
Sì, capitano sempre incidenti di percorso, anche a me! Però anche soddisfazioni, come con le mie orchidee! Lo so, è da un po’ che dovrei parlarne, ma ci sono state sempre altre cose da dire per tempo. Ma anche quest’anno, buone notizie da parte delle mie orchidee 🙂
Che meraviglia le rose! 😀
Sì, sono davvero belle!
Io l’avevo letto l’estate scorsa dopo che era rimasto sul comodino per tutto l’inverno! L’ho trovato bellissimo, anche graficamente. E poi fa venire una voglia di coltivare!
Grazie Manuela! Allora, lasciarlo riposare l’inverno, funziona!