Il cervello umano e i cambiamenti climatici

ECOLOGIA

Il cervello degli esseri umani è fortemente collegato con la natura. Leggendo il libro di Andrea Bariselli, A wild mind, ho fatto alcune riflessioni sul perché non riusciamo a mettere in pratica le azioni verso il clima di cui tanto parliamo. Te ne parlo in alcuni post: questo è il primo.

Cervello umano e cambiamenti climatici vanno d’accordo?

Complessità e curiosità sono due caratteristiche che accomunano gli esseri umani e il mondo della natura che ci circonda. I problemi ambientali sono complessi, così come il nostro cervello. La curiosità è ciò che ci permette di approfondire il rapporto con la natura ma il cervello umano e il cambiamento climatico non sembrano andare d’accordo.

Il cervello umano è un organo voluminoso che consuma tanta energia, ma nonostante queste sue caratteristiche ci permette di avere delle migliori e differenti capacità cognitive rispetto alle altre specie. Il nostro cervello è anche un organo antico che ha come obiettivo prioritario la sopravvivenza: questo comporta delle difficoltà e il fatto di fare spesso scelte sbagliate.

“un cervello molto voluminoso è un organo esigente: pur costituendo solo il 2% della massa corporea, divora il 20% dell’energia disponibile”

Una domanda che sempre mi colpisce è: perché non facciamo abbastanza per l’ambiente? Oggi abbiamo sotto gli occhi i disastri provocati dai cambiamenti climatici ma sembra che non ci importi. Come dice Andrea Bariselli nel suo libro A wild mind si tratta della dissonanza cognitiva. Cambiare credenze implica cambiare comportamento ma non è facile e spesso porta a polarizzazioni estreme o decisioni irrazionali.

Ad esempio, sappiamo che il fast fashion è dannoso per l’ambiente eppure la società ci bombarda dicendo che abbiamo assolutamente bisogno del nuovo modello di abito, ma anche di auto o di telefono. Ma è davvero così? Spesso no. È un bisogno indotto. Limitare un po’ i consumi è necessario, il che non significa privarsi di ogni gioia o soddisfazione ma cominciare a porsi ogni giorno una sola e unica domanda, che aiuterebbe esseri umani e Pianeta: questo oggetto, mi serve realmente?

cervello umano e cambiamenti climatici

cervello umano e cambiamenti climatici

Perché non riusciamo a vederci nel futuro?

Questa è una delle domande chiave che ci permette di capire come mai le nostre azioni per la salvaguardia dell’ambiente non sono abbastanza, non hanno successo. La parte del cervello chiamata corteccia prefrontale non riconosce il nostro sé nel futuro come parte di noi. Ecco che la comunicazione dei danni all’ambiente nel presente e nel futuro diventa molto difficile se non riusciamo ad avere un’idea di noi nel futuro. Ancora una volta, cervello umano e cambiamenti climatici non sembra parlino la stessa lingua.

Le comuni strategie di marketing non si applicano bene al mondo della comunicazione dei cambiamenti climatici che risulta molto difficile. Da un lato, i continui disastri che vediamo ogni giorno creano paure e ansia, dall’altro la bellezza e la conoscenza della natura sono indispensabili per amarla e proteggerla.

Senza considerare il fatto che non abbiamo tempo, il tempo di agire è ora! Da tutto ciò nasce la difficoltà di pianificare e prevedere il futuro a breve termine. Un passo fondamentale che dobbiamo comunicare e mettere in atto ora è quello di smuovere nelle persone la capacità di tronare a pensare.

Per aiutare noi esseri umani a trovare un mondo sostenibile nel futuro occorre cambiare molte nostre abitudini. Ma anche questo non è facile. Le abitudini sono create dal cervello perché occupano meno spazio e richiedono meno energia. È anche vero che il cervello le rivaluta continuamente per vedere se sono ancora buone e utili e allo stesso tempo il sistema della dopamina, che ricompensa una nostra abitudine, è difficile da scavalcare, così come è difficile cambiare un’abitudine

“Pensare costa fatica”

Per mettere in atto azioni che siano sostenibili occorre un grande cambiamento di pensiero. Occorre sostituire delle vecchie abitudini con altre nuove. La buona notizia è che è possibile cambiare le vecchie abitudini con le nuove e plasmare il nostro cervello e i nostri comportamenti in modo che siano più sostenibili a livello sociale ed ambientale. Allora, dobbiamo iniziare adesso, immediatamente.

“La lotta contro la crisi climatica richiede un cambiamento radicale nelle abitudini umane, uno sforzo per molti titanico. Per uscirne vittoriosi non è necessario solo un viaggio di trasformazione ambientale, ma anche uno di metamorfosi interiore: riplasmare il nostro cervello può portare a un futuro più sostenibile”

*nota*
Le mie riflessioni che leggi in questo articolo sono state ispirate dalla lettura del libro di Andrea Bariselli, A wild mind, Rizzoli Editore da cui sono tratte anche le frasi inserite come citazioni.

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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