Open science, consenso scientifico e attribution science sono termini che sentiamo spesso quando parliamo di ecologia ed ambiente: cosa significano? Vediamo il loro significato nel primo post dedicato al vocabolario naturale.
Cosa significa open science o scienza aperta
La scienza aperta o open science è un insieme di principi e pratiche che mirano a rendere la ricerca scientifica più accessibile, trasparente e collaborativa, a beneficio delle comunità scientifiche e dell’intera società (*)
Nonostante la scienza sia nata con questo obiettivo, nei secoli spesso si sono verificate azioni di chiusura verso alcuni gruppi di scienziati e verso le donne e altre azioni poco trasparenti come i finanziamenti di provenienza poco chiara o pubblicazioni su riviste solo a pagamento che rendono i dati inaccessibili al pubblico generale.
Secondo l’open science, la scienza è “un bene comune per l’intera umanità”(*)
L’idea di scienza aperta è nata molti anni fa, ma solo negli ultimi decenni si è diffusa e praticata, anche grazie alla maggiore consapevolezza e alla diffusione del digitale. Questo movimento si basa sui concetti di trasparenza e collaborazione nella ricerca, in ogni settore, anche in quello ambientale.
L’open science rappresenta un modello innovativo che vuole rendere il processo di ricerca, i dati, i metodi e i risultati accessibili a tutti. In questo modo promuove una maggiore trasparenza e collaborazione tra ricercatori, istituzioni e pubblico.
Alcuni esempi di pratiche di open science sono:
- la pubblicazione di articoli scientifici condivisi pubblicamente,
- la condivisione di dataset, cioè di raccolte di dati organizzati e archiviati per l’analisi e l’elaborazione, attraverso archivi digitali pubblici
- l’utilizzo di software e metodologie condivise che consentono ad altri studiosi di replicare, verificare e ampliare i risultati.
Tutto ciò favorisce un dialogo interdisciplinare e internazionale, abbattendo le barriere tradizionali legate ai costi e all’accesso alle informazioni.
In ambito ecologico e ambientale, questo approccio si rivela particolarmente fondamentale, poiché le sfide che il pianeta deve affrontare, come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento, richiedono soluzioni basate su prove solide e verificabili.
Nel campo dell’ecologia, per esempio, la raccolta e la condivisione di dati relativi alla biodiversità o alla qualità di aria, acqua e suolo permettono di monitorare in tempo reale lo stato degli ecosistemi e di reagire rapidamente a fenomeni anomali.
La trasparenza offerta dall’open science contribuisce anche a rafforzare la fiducia del pubblico nei confronti della ricerca, poiché chiunque può verificare le fonti e i metodi utilizzati, contrastando la disinformazione e creando una base solida per il dibattito pubblico e le decisioni politiche.
Inoltre questo approccio stimola l’innovazione, in quanto la condivisione delle conoscenze e degli strumenti facilita lo sviluppo di nuove metodologie e applicazioni, essenziali per affrontare le sfide ambientali globali.

Open science, consenso scientifico e attribution science
Cosa s’intende per consenso scientifico
Il consenso scientifico è l’accordo collettivo su prove e conclusioni e si riferisce al grado di accordo raggiunto dalla comunità scientifica riguardo a particolari evidenze o conclusioni derivanti da dati e ricerche approfondite(*)
In particolare, nel settore ambientale ed ecologico un esempio emblematico è rappresentato dall’unanimità degli esperti sul fatto che le attività umane, in particolare l’emissione di gas serra, siano la causa principale del riscaldamento globale e dei relativi effetti sul clima.
Si parla infatti di “consenso scientifico sul cambiamento climatico antropogenico”(*): la comunità scientifica è d’accordo (al 99%) nel ritenere che i cambiamenti climatici siano prevalentemente di origine antropica. Dagli studi di Arrhenius del 1896 in poi, numerosi dati e articoli scientifici lo confermano, fino agli studi e report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change).
I punti chiave del consenso scientifico sul cambiamento climatico antropogenico(*):
- le temperature globali sono aumentate in modo significativo dalla fine del XIX secolo,
- le attività umane sono la principale causa del riscaldamento globale,
- le emissioni aumentano e di conseguenza aumenterà la temperatura e la gravità degli impatti climatici globali.
Tale consenso, dunque, è il risultato di un rigoroso processo di peer review, ovvero una raccolta di studi indipendenti che vengono confrontati, replicati e verificati nel tempo attraverso un meccanismo di validazione collettiva.
Un lavoro cruciale per indirizzare le politiche ambientali. Inoltre il consenso scientifico svolge una funzione comunicativa importante, informando il pubblico e contribuendo a costruire una cultura della responsabilità condivisa nei confronti del pianeta.
È bene ricordare, però, che il consenso scientifico non esclude la possibilità di ulteriori ricerche o revisioni: al contrario, esso rappresenta il punto di partenza per approfondimenti che, nel tempo, possono portare a una migliore comprensione dei fenomeni ambientali. Si tratta di un consenso che è un punto di riferimento dinamico, in continua evoluzione con l’avanzare delle conoscenze e l’emergere di nuove evidenze.
Cosa vuol dire attribution science
L’attribution science è una branca della scienza che isola gli effetti dell’influenza umana sul clima e sui relativi sistemi terrestri (*)
In pratica mette insieme diverse metodologie scientifiche che concordano nell’arrivare ad affermare che diversi eventi estremi si possono attribuire al riscaldamento globale di origine antropica.
L’attribution science nasce negli anni 2000 e nel contesto dell’ecologia e dell’ambiente si concentra sull’identificazione e sulla quantificazione delle cause che determinano specifici eventi o cambiamenti nei sistemi naturali(*):
- eventi meteorologici estremi,
- variazioni nella distribuzione delle specie,
- degrado degli ecosistemi.
L’applicazione di modelli statistici sofisticati e di simulazioni al computer consente agli scienziati di analizzare le variabili in gioco e di isolare l’impatto diretto delle attività umane, come l’emissione di gas serra, la deforestazione e l’uso intensivo del territorio. Questi dati hanno un loro campo di applicazione nell’attribuzione di responsabilità legale, giuridica e sociale sui temi ambientali.
Ad oggi sono stati fatti oltre 400 studi di attribuzione di eventi estremi (*)
Secondo una sintesi degli studi di attribuzione condotta dal Carbon Brief, il 71% di 504 eventi e trend meteorologico analizzati sono stati resi più probabili o più intensi dai cambiamenti climatici causati dall’uomo (Le parole giuste. Glossario ecologista a cura di A sud, Fandango Libri, 2024)
Ad esempio, uno studio condotto in contemporanea negli Stati Unti e in Europa ha dimostrato che le ondate di calore del luglio 2023 non ci sarebbero state senza riscaldamento globale antropogenico (*)
Un aspetto fondamentale dell’attribution science è la capacità di fornire evidenze quantitative per facilitare interventi mirati e politiche di mitigazione. Questo approccio permette di comprendere le dinamiche alla base dei cambiamenti ambientali e di prevedere le future conseguenze in scenari di continua crescita delle pressioni antropiche. La sfida dell’attribution science risiede invece nella complessità intrinseca dei sistemi naturali, dato che molteplici fattori interagiscono in maniera non lineare.
(*) definizioni e dati tratti dal libro: Le parole giuste. Glossario ecologista a cura di A Sud, Fandango Libri, 2024
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