Realia è la mostra di Sabrina Ratté presso MEET Digital Culture Center di Milano. Un invito a immergersi in un’esperienza sensoriale tra tecnologia e biologia, innovazione e filosofia, tarocchi e spiritualità. In un mondo del futuro, quale posto avranno gli esseri umani e la natura?
Realia, la mostra di Sabrina Ratté al MEET di Milano
Ho visitato la mostra Realia di Sabrina Ratté, inaugurata pochi giorni fa presso il MEET Digital Culture Center di Milano. MEET è il Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura digitale nato a Milano con il supporto di Fondazione Cariplo e fondato da Maria Grazia Mattei. Tra i numerosi programmi del centro, MEET the Nature affronta il tema della natura in chiave critica e innovativa, per aprire una discussione sui temi del riciclo e della sostenibilità.
Le opere della visual artist canadese Sabrina Ratté mi hanno incuriosito: come sarà il mondo naturale del futuro? Quale ruolo avrà l’AI nella scienza e nell’arte? Come risolveremo il problema dei rifiuti?
All’ingresso della mostra, con un video in inglese, Sabrina Ratté racconta come nascono le sue opere e a cosa si ispira. Biologia e scienza, filosofia e innovazione, AI e spiritualità, quest’artista racconta il mondo da diversi punti di vista. Soprattutto, lascia aperta l’immaginazione, in modo che ogni visitatore possa creare il suo immaginario mondo del presente e del futuro.
Un’indagine tra materia virtuale e spirituale, un mondo pieno di colori e fluidità che ha catturato da subito la mia attenzione. Il mondo naturale e i rifiuti, residui della nostra civiltà tecnologica, come possono evolvere insieme? Molte opere di Sabrina Ratté, riunite nella mostra Realia, sono esposte per la prima volta in Italia: fanno parte della collezione permanente del Musée d’Art Contemporain de Montréal, dopo essere state esposte a Tokyo, New York, Shanghai e Parigi.
Maria Grazia Mattei, curatrice della mostra e presidente di MEET, ha descritto così le opere che si possono vedere nell’esposizione Realia:
L’opera di Sabrina Ratté si muove tra biologia e ambiente, immaginando nuove forme di coesistenza tra elementi organici e artificiali. Le sue creazioni evocano paesaggi post-antropocenici, dove il digitale si mescola al reale, generando nuove configurazioni di vita e memoria. Le installazioni in mostra suggeriscono un ecosistema in continua evoluzione, in cui la separazione tra naturale e virtuale si dissolve, lasciando emergere nuove forme di esistenza ibrida

©Sabrina Ratté | Courtesy of Galerie Charlot | Inflorescences
Inflorescences, immagina la fusione tra tecnologia e viventi
L’ambiente è sempre in trasformazione. La crisi climatica accelera molti processi. I rifiuti della tecnologia abbondano sulla Terra. Sarà possibile la nascita di ecosistemi ibridi, nati dalla fusione tra ecosistemi naturali, materia organica, tecnologia e rifiuti tecnologici?
Le opere di Realia incuriosiscono molto per i colori, i suoni, le atmosfere che ricreano. L’immagine digitale è usata come mezzo malleabile, che viene modellato attraverso scansioni 3D, sintetizzatori video analogici, intelligenza artificiale e animazioni digitali. Una pratica artistica originale che abbraccia video, installazioni interattive e sculture digitali, creando ecosistemi in cui il vivente e il non vivente si fondono.
Il percorso della mostra Realia raccoglie quattro opere: Inflorescences (2023), Cyberdelia (2024), Plane of Incidence I e II (2024) e Floralia (2021)
Nell’opera Inflorescences si immagina un futuro ipotetico in cui la natura e la tecnologia si fondono in un equilibrio inedito: piante, funghi e creature sconosciute mutano per coesistere con i rifiuti elettronici. I resti della tecnologia diventano fonti di nuove relazioni ecologiche. L’installazione esplora l’idea di un mondo senza esseri umani, modellato dai resti delle loro attività. Nei video scorrono immagini di organismi ibridi e imprevedibili, le cui forme ricordano mutazioni di fiori e funghi che emergono dai materiali e dagli oggetti abbandonati. Inflorescences ci fa riflettere sull’evoluzione degli ecosistemi nell’era dell’Antropocene, dove il vivente e il non vivente si ibridano per ridefinire il futuro.

©Sabrina Ratté | Courtesy of Galerie Charlot | Cyberdelia
Cyberdelia, possibile dialogo con l’ignoto
Come racconta l’artista Sabrina Ratté nel suo video iniziale, la riflessione dei nostri giorni riguarda la natura e la scienza, la filosofia, l’innovazione ma anche il legame che esiste tra tecnologia e natura, tra destino individuale e collettivo.
In questa sala, sopra un tavolino, sono esposte 22 carte ispirate ai 22 arcani maggiori dei tarocchi. Scegliendo una carta e ponendola sul lettore, compare un video che la racconta mostrando scene e luoghi del futuro. L’opera permette di esplorare le potenzialità creative dell’intelligenza artificiale: l’installazione è composta da 22 video accompagnati da paesaggi sonori co-composti con un’IA da Roger Tellier-Craig.
Si può osservare il video che scorre oppure farsi una domanda e cercare l’ispirazione dalle immagini che fluiscono sullo schermo. Il titolo dell’opera ricorda la cybercultura, fenomeno degli Anni ’80-’90 che vedeva la tecnologia come mezzo per trascendere le spazio, il tempo e la materia.
Sostando davanti a quest’opera, possiamo scegliere diverse carte e visualizzare possibili futuri. Ogni carta racchiude un’immagine e tre parole. Viaggiare tra simbiosi e onde, obsolescenza e utopia, anima e abisso: un video per ogni carta e una rappresentazione possibile del futuro. Quest’interazione offre una nuova prospettiva sulla domanda posta, mescolando casualità e intenzione in un dialogo con l’ignoto. Il progetto interroga il nostro rapporto con l’IA e la sua capacità di riflettere le proiezioni psicologiche umane.

©Sabrina Ratté | Courtesy of Galerie Charlot | Plane of Incidence
Plane of Incidence I e II, oggetti con un’anima
La mostra di Sabrina Ratté, Realia, prosegue con due opere interessanti: Plane of Incidence I e II. Queste opere video si ispirano al concetto di evoluzione speculativa, ovvero immaginare direzioni inaspettate della vita che possono sorprendere o distruggere. L’artista è partita dal concetto di animismo e di “Interliving” di Lynn Margulis per immaginare come, oggetti che oggi abbandoniamo, nel futuro potrebbero mostrare la loro anima e creare nuovi ecosistemi misti tra naturale e virtuale, tra esseri viventi e rifiuti tecnologici.
Camminando per le strade di Montréal e Marsiglia, come in altre strade del mondo, s’incontrano oggetti abbandonati, rifiuti senza vita. Ma questi oggetti potrebbero avere una sorta di anima? Gli oggetti sono stati digitalizzati e inseriti in ambienti virtuali, dove si fondono con il vivente, evolvendosi in nuove forme di vita e ipotizzando traiettorie evolutive imprevedibili che ridefiniscono il nostro rapporto con il materiale e il digitale.
E se gli oggetti abbandonati, i nostri numerosi rifiuti, riuscissero a fondersi con il vivente e dare origine a diverse e nuove forme di vita? Bellissimo il video che mostra una poltrona abbandonata colonizzata dal verde e dalle felci che la utilizzano come nuova fonte di nutrienti e substrato per crescere. Oggetti inanimati potrebbero sostenere o diventare parte di esseri viventi, magari mostrando una loro anima che oggi noi non riusciamo ancora a vedere.

©Sabrina Ratté | Courtesy of Galerie Charlot | Floralia
Floralia, archiviazione virtuale di esseri viventi estinti
L’ultima sala del percorso della mostra Realia è ospitata in una grande sala anfiteatro del MEET di Milano. Quest’opera è realizzata attraverso animazioni 3D, fotogrammetria, immagini generate al computer.
Il cambiamento climatico e l’azione degli esseri umani stanno portando molte specie animali e vegetali all’estinzione. Come potremo ricordare queste piante, i loro colori, le loro forme? È possibile realizzando una sala di archiviazione virtuale nella quale sono esposti campioni di specie vegetali ormai estinte.
Dalle rose alle ortensie, dalle felci agli alberi, in un futuro potremmo aver perso molta della nostra biodiversità. Grazie all’aiuto di filmati e dell’AI forse sarà possibile realizzare un grande archivio delle specie estinte. Nella sala, il filmato cambia in continuo e in modo differente, come fosse sotto il controllo di interferenze causate dalla memoria. Floralia è una simulazione di ecosistemi nati dalla fusione tra tecnologia e materia organica, un luogo dove passato e futuro coesistono come in un eterno presente.
I temi del cambiamento climatico e della perdita di specie ci spingono ad agire per non perdere questa ricchezza nel futuro. L’AI può aiutarci a salvaguardare e proteggere i diversi ecosistemi del mare e della terra. L’arte ci aiuta ad immaginare possibili scenari, dai più positivi ai più negativi. Pensare che ogni essere vivente, e anche ogni oggetto, ha una sua anima, può aiutarci a non creare ulteriori rifiuti plastici e tecnologici, a riciclare e prevenire nuove forme di inquinamento.
Quale futuro vogliamo per noi e per la Terra? Come ci immaginiamo gli ecosistemi terrestri, marini e d’acqua dolce del futuro? Visitare questa mostra mi ha aiutato a riconoscere la bellezza della natura e a immaginare un mondo dove sia ancora possibile toccare e sentire il profumo dei fiori.
0 commenti