Natura e biodiversità a COP28

ECOLOGIA

Quanto si è parlato di natura e biodiversità a COP28? Cambiamenti climatici e perdita di biodiversità sono strettamente legati e correlati. Vediamo in breve come la natura è entrata a far parte dei negoziati di COP28.

I limiti planetari alla COP28 di Dubai

L’anno scorso, a dicembre, si svolta COP15, Conferenza ONU sulla biodiversità. A questo incontro internazionale è seguito l’Accordo di Kunming-Montreal. Così come l’Accordo di Parigi indica una linea da seguire sui temi del cambiamento climatico, l’Accordo di Kunming-Montreal è una base importante per la tutela della biodiversità e degli habitat naturali.

Nella giornata del 2 dicembre di quest’anno a COP28 si è svolto Leaders event: protecting nature for climate, lives and livelihoods per sottolineare come la natura rientri nei discorsi sul clima. All’incontro era presente il professor Johan Rosckström a ricordare che abbiamo già superato sei dei nove limiti planetari e il tempo a nostra disposizione per mantenere un Pianeta vivibile sta per scadere.

Oceani e mari, boschi e foreste ci aiutano ad assorbire un terzo dell’anidride carbonica in eccesso presente in atmosfera: senza di loro, il nostro clima e la nostra vita sarebbero già peggiorati notevolmente.

Per la prima volta nella storia delle Conferenze sulle Parti ci sono state giornate dedicate all’alimentazione e alla salute umana, a dimostrare come tutto è collegato sul nostro Pianeta e si è arrivati ad avere la Dichiarazione sull’agricoltura sostenibile, i sistemi alimentari resilienti e l’azione per il clima.

Natura e biodiversità a COP28
L’importanza delle foreste e degli oceani, Natura e biodiversità a COP28

L’importanza degli oceani e delle montagne

Gli oceani sono fondamentali per il clima. Durante COP28 a Dubai l’attenzione è andata anche ai mari e in particolare al nostro Mar Mediterraneo. È stato nominato un nuovo Special Envoy per l’Area Mediterranea, un ambasciatore che si occuperà di aiutare a proteggere questo ecosistema. Il Mar Mediterraneo è riconosciuto come un importante hotspot climatico, ma è anche un’area di conflitti e instabilità politica.

Intanto Macron ha annunciato che la prossima Conferenza ONU sugli Oceani si terrà a Nizza. In quella occasione si cercherà di portare un maggior numero di Stati a ratificare l’Accordo ONU sull’Alto Mare, un importante trattato per proteggere quella parte di acque, a oltre 200 miglia nautiche dalle coste, che non appartengono ai singoli Stati, ma sono di interesse per tutta la comunità.

Oltre agli oceani, anche le montagne sono importanti hotspot di biodiversità. L’11 dicembre si celebra la Giornata Internazionale della Montagna e come ci dice il National Geographic*, le montagne coprono un quarto della superficie terrestre e ospitano il 15% della popolazione mondiale. Metà degli hotspot della biodiversità mondiale è nelle montagne. Le montagne, con i loro ghiacciai, sono un’importante riserva di acqua dolce e influiscono sui cambiamenti climatici.

Le foreste e l’Amazzonia, la natura e la biodiversità al centro

Anche il tema della deforestazione è stato in parte affrontato durante la COP28 di Dubai. Arrestare ed invertire la deforestazione entro il 2030 e promuovere un nuovo programma di lavoro che si occupi del finanziamento a favore della natura nel 2024: di questo si è discusso per arrivare a degli accordi che mettano insieme il maggior numero di Stati partecipanti. ll Fondo Amazzonia ha il compito di aiutare le organizzazione pubbliche e private che operano in Amazzonia a portare avanti modelli di sviluppo sostenibile e salvaguardare biodiversità, popolazioni, territori.

Durante questi negoziati di COP28 a Dubai, i temi della natura sono entrati nella discussione del Global Stocktake. Come ci riferisce l’articolo del National Geographic*, i punti principali di confronto riguardano:

  • piani che mettano al centro la natura, favorendo le nature based solutions
  • tutela dei diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali
  • impegni reali da parte di politici, legislatori e finanza per portare la natura al centro.

Tra i vari documenti in discussione a COP28 si attende anche la Dichiarazione congiunta COP28 su Clima, Natura e Persone. Questo tavolo di lavoro è stato proposto dal Presidente di COP28, Al Jaber, dall’UNFCCC, Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici e da CBD, Convenzione per la Biodiversità.

La Dichiarazione su clima, natura e persone è già stata firmata da diversi Stati: Cina, Brasile, Canada, Germania, Francia, Indonesia, Regno Unito e Stati Uniti e viene vista come “un primo sforzo per riconoscere interconnessioni e interdipendenze tra azione sul clima e biodiversità”** Se verrà approvata, sarà indice di correlazione tra clima e biodiversità e porterà a buoni risultati sui temi dell’adattamento e conservazione della natura per rafforzare la resilienza dei sistemi naturali.

Per realizzare tutti questi obiettivi per la natura e la biodiversità è necessario un ingente impegno finanziario. Secondo l’UNEP, Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, gli obiettivi sul clima, sulla biodiversità e sul degrado del territorio saranno raggiungibili solo se gli investimenti saranno di almeno 385 miliardi di dollari entro il 2050**: attualmente, però, il denaro destinato a questo scopo è pari solo a 154 miliardi di dollari l’anno. L’atteso documento che (forse) tratterà questo tema è chiamato State of Finance for Nature.

Le città, tra clima e natura

Quest’anno, per la prima volta, all’interno di un programma ufficiale di una COP, si parla dell’importanza delle città nel contrastare contenere il cambiamento climatico. Nelle città di tutto il mondo occorrono corridoi verdi, come ha detto Claudia Lopez, sindaca uscente di Bogotà, a COP28***

Oltre il 50% della popolazione mondiale vive nelle città e si arriverà al 70% nel 2050. I soldi destinati a migliorare le città restano pochi: solo il 20% circa dei finanziamenti globali destinati al clima è rivolto all’adattamento e alla resilienza urbana.

Quando parliamo di città e clima, dobbiamo considerare diversi fattori***:

  • qualità dell’aria
  • mobilità e trasporti
  • verde urbano

Le risposte sono numerose e diverse da città a città ma occorre che siano sempre e comunque immediate ed eque. Costruire città resilienti significa spesso utilizzare soluzioni basate sulla natura e fare tesoro di ciò che la natura ci offre attraverso il design biofilico. L’esempio dei SuDS, Sistemi Urbani di Drenaggio Sostenibile, può essere un punto di partenza.

In attesa delle decisioni finali di questa COP28, dobbiamo tenere presente che cambiamento climatico e salvaguardia di habitat e biodiversità sono sempre strettamente collegati. Gli esseri umani dipendono dalla natura più di quanto la natura dipenda dagli esseri umani.

Fonti:

*National Geographic, COP28: la natura torna in scena alla conferenza sui cambiamenti climatici a Dubai –

Bollettini quotidiani Ecco Think Tank** – Bollettini quotidiani Italian Climate Network***

 

Sabrina Lorenzoni

Sabrina Lorenzoni

Biologa ambientale

Blogger e green content writer, mi occupo di comunicazione digitale e divulgazione scientifica nei settori ambiente e biosostenibilità.

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