Questa foto, questa storia, mi hanno colpito particolarmente. Sicuramente l’avrete vista anche voi, la foto, pochi giorni fa. Si riferisce al cucciolo di giraffa scappato da un circo ad Imola. Ha iniziato a correre, spaventato e impaurito, per le vie della città. Solo dopo diverso tempo sono riusciti a sedarlo per riportarlo al circo di appartenenza. Purtroppo la giraffa non ce l’ha fatta. Una dose di sedativo forse sbagliata e l’agitazione e l’affanno di un mondo che là fuori non si aspettava di trovare hanno prevalso sulla sua voglia di libertà.
Le giraffe sono animali bellissimi, affascinanti. Vivono nei grandi spazi della savana, corrono libere con l’erba che solletica i loro zoccoli e l’aria tra le orecchie, poi si fermano a mangiare le foglie dalle cime più alte degli alberi, masticando goffamente, quasi brucando, guardandosi l’un l’altra. Era questo che probabilmente pensava di trovare la giraffa di Imola, fuori dal tendone, dal camion che la trasportava di paese in città. La savana, gli alberi, gli spazi aperti, la stagione secca e quella delle piogge. Il suo istinto se lo aspettava.
Invece ha trovato la città, asfalto viscido e scivoloso sotto gli zoccoli, spazi chiusi e ristretti, a “misura d’uomo”, non di giraffa. Niente laghetti per bere, né alti alberi con foglie invitanti. Solo buffe e grosse scatole di metallo che si muovono in modo strano, imprevisto, frenetico. La paura è un sentimento che provano anche gli animali e il cucciolo l’avrà sentita, il suo cuore avrà accelerato troppo i battiti e non avrà sopportato l’anestesia. E così non ce l’ha fatta. La sua fuga per la libertà è durata solo poche ore.
E adesso, dopo questa triste vicenda, si tornerà a parlare del tema degli animali nei circhi e si riaprirà il dibattito. Personalmente sono contraria, soprattutto per gli animali che noi chiamiamo “esotici” o “selvatici”: giraffe, tigri, leoni, elefanti, sono adatti a spazi liberi e non amo vederli saltare tra cerchi di metallo infuocati, incitati da frustini, o salire e scendere da sgabelli sempre più alti. Posso ammettere, al limite, cavalli addobbati che girano sulla pista, cagnolini che saltellano, colombi sulle bacchette, anche se preferirei non ci fossero nemmeno loro nel circo.
Ma i grandi animali no, non riesco a vederli sotto il tendone, né sballottati qua e là sopra camion. Amo pensarli nei loro habitat naturali. Se bracconieri e cacciatori ne feriscono qualche esemplare, possono essere portati in appositi parchi o oasi, dove personale esperto li aiuterà nella loro riabilitazione e valuterà l’opportunità di rilasciarli in libertà, una volta guariti. Ma il circo, questa antica arte, fatta di sacrificio e tradizioni, è per gli uomini, non per gli animali: clown, giocolieri, contorsionisti, trapezisti coi loro mille numeri colorati e spettacolari che la fantasia e l’esercitazione umana possono elaborare. Così come la savana e i grandi spazi aperti, sono per loro, i grandi erbivori e carnivori, quello è il loro regno.
Mi trovi d’accordo su tutta la linea. Ogni volta che mio figlio mi chiede di portarlo al circo, io rifiuto e gli spiego il perché la mamma è così contraria ad andare. Gliel’ho spiegato già decine di volte, continuerò per altre cento, mille, diecimila… ma alla fine anche lui comprenderà che certi animali devo stare nel loro habitat e non sotto un tendone…
Mio figlio oramai, credo di aver fatto il lavaggio del cervello da quando ancora non parlava, è il primo a odiare i circi e a definirli prigioni per animali.
Grazie per i vostri commenti. Una notizia che mi ha colpito e mi ha permesso di aprire un piccolo confronto. Aspetto altri commenti, c’è posto per tutti. Un caro saluto a voi, elinepal e mirella.
un saluto a te!
A me non piacciono nemmeno gli zoo, figurati! Immagine e frase che cambiano ogni mese!! Molto piú bello delle tartarughe!
Non essere riuscita ad inserire un acquario con tartarughe è servito a qualcosa! Mi è venuta questa idea e, sinceramente, la trovo migliore anch’io! Perché varia e a me piace variare (o almeno provarci!) e perché esprime qualcosa (sicuramente più delle tartarughe). Saluti e a presto!