Il 26 marzo esce nelle sale cinematografiche il film “L’ultimo lupo” del regista Jean-Jacques Annaud. Dopo anni di informazioni e battaglie, il lupo è ancora un animale da proteggere.
*Il film in breve* Il regista Jean-Jacques Annaud torna nelle sale cinematografiche con la Notorious Pictures e un film dedicato al lupo (come avevo accennato nella pagina facebook del blog). Nel film “L’ultimo lupo” lo studente Chen Zhen viene inviato da Pechino in una regione della Mongolia ad insegnare ad una tribù nomade di pastori. Il suo mondo cambia completamente e viene a contatto con un ambiente del tutto diverso, con la natura, con popolazioni dalle differenti abitudini di vita. Chen scopre un mondo nuovo, tutto da esplorare e un sacco di cose da imparare, sopratutto sul lupo, animale che conosceva dai racconti, ma che nella realtà si rivela diverso.
Chen scopre il lupo e rimane affascinato dalla sua forza e dalla sua nobiltà, tanto che decide di addomesticare un cucciolo. Il legame che si crea tra uomo e lupo è forte e profondo, ma verrà messo in discussione dalla decisione di un ufficiale del governo di eliminare tutti i lupi della regione.
*La campagna WWF* In Italia WWF affianca la promozione del film “L’ultimo lupo” come
“opera in grado di scardinare alcuni ostacoli culturali che impediscono la corretta conoscenza nel nostro Paese di questa specie simbolo della natura selvaggia e così importante per gli equilibri naturali”
L’Italia viveva di pastorizia. Quando capitavano attacchi di lupi alle greggi, i pastori spesso insorgevano contro questi animali, pronti ad imbracciare il fucile e a farsi giustizia da soli. Negli Anni ’70 gli esemplari di lupi in Italia erano solamente 100: così WWF diede inizio alla campagna “Operazione San Francesco” riuscendo a salvaguardare e proteggere gli esemplari presenti che sono riusciti a riprodursi fino a diventare circa 1200. Ma, ancora oggi, nel 2015, sentiamo spesso di lupi uccisi da bracconieri o da pastori, sempre pronti all’autodifesa.
*Le dichiarazioni di Donatella Bianchi* Il Presidente di WWF Italia ha così dichiarato in occasione della presentazione del film sui lupi:
“…È in atto un pericoloso ritorno al passato, che rischia di cancellare gli straordinari sforzi finora fatti per la conservazione di questa specie e la messa a frutto delle migliori esperienze di convivenza uomo-predatori già avviate in molte parti del nostro Paese. La storia da cui è tratto il film chiarisce molto bene come siano saltati gli equilibri su cui si basa la convivenza tra lupi e uomini e quanto questo provochi l’accanimento di questi ultimi verso i predatori. L’ultimo lupo di Jean-Jacques Annaud rappresenta questa drammatica realtà con immagini potenti e suggestive, capaci di descrivere il legame profondo che Annaud ha saputo mostrare tra la natura e le popolazioni indigene, abituate a sopravvivere in ambienti estremi, e l’importanza della loro sapienza rispetto a tali relazioni. In questo film la favola del lupo ‘cattivo’ a cui siamo abituati, si ribalta: il lupo è sì una specie crudele ma trova nel suo cammino uomini capaci di azioni orribili e ‘incomprensibili’: l’uomo diventa corruttibile, crudele e a volte anche stupido…”
*Le cinque favole sul lupo da sfatare* Ci sono molti luoghi comuni sui lupi, del tutto privi di fondamento. WWF ha voluto trovare i 5 principali, cercando di sfatarli e di dare una corretta informazione:
1. la favola del lupo cattivo continua ad esistere anche oggi. Forse dovuta alle favole (tutti pensiamo subito a Cappuccetto Rosso), forse ad una mentalità ancora legata alla vita nei campi, nonostante le moderne conoscenze scientifiche, il lupo è ancora visto come un animale “cattivo”. Non ci sono casi noti di aggressione del lupo verso l’uomo, ma continuiamo a considerarlo “pericoloso”.
2. la favola del lupo volante Grazie alle campagne di protezione, il lupo si è riprodotto è ha ripopolato le nostre aree: nessun lupo è stato reintrodotto in Italia a tale scopo (nemmeno calandolo dal cielo con elicotteri: da qui il nome “volante”). Negli Anni ’70 iniziarono i primi studi del lupo con l’utilizzo del radio collare, che permetteva di conoscere la posizione di ogni singolo individuo e di monitorare i suoi spostamenti. Anche le leggi aiutarono molto: il lupo venne considerato “specie da proteggere”. Intanto molti lasciavano le campagne per le città e il lupo trovò più territorio libero e prede naturali a sua disposizione. Da 100 esemplari negli Anni ’70, oggi il numero di questi animali è in aumento, non solo in Italia, ma anche in Germania, Spagna, Scandinavia, Balcani, Est-Europa.
3. la favola del lupo nocivo I cacciatori sono ostili alla presenza del lupo, in quanto considerato in competizione per la selvaggina. Il lupo ha un’importante funzione ecologica: utilizza l’ambiente e le risorse naturali, regolando il numero degli animali dei quali si nutre. In questo modo, la presenza del lupo risulta un vantaggio anche per le popolazioni di ungulati, per gli ecosistemi forestali e per le popolazioni delle prede. L’uomo, però, continua a ritenere il lupo “dannoso” e lo combatte con lacci, veleni, armi da fuoco, nonostante la legge lo vieti severamente.
4. la favola dell’abbattimento selettivo In molti Paesi viene praticata, con scarsi risultati: non serve abbattere selettivamente alcuni individui per controllarne il numero. A maggior ragione in Italia, dove già molti lupi vengono uccisi illegalmente ogni giorno, quasi come a voler sostituire l’abbattimento selettivo (non in atto) con pratiche fuori legge.
5. la favola della convivenza impossibile WWF, le autorità e altre associazioni sono convinte che la convivenza uomo-lupo sia possibile: per questo lavorano sia a favore della sopravvivenza di questa specie, sia a sostegno delle popolazioni che vivono a contatto col lupo. Tutto questo è sempre più difficile da mettere in pratica, anche se si sono ottenuti buoni risultati donando dei cani da gregge agli allevatori con il Progetto LIFE Med-Wolf
*Viva il lupo* Speriamo che la visione del film possa far conoscere meglio questo splendido animale e convincere della sua “naturalità”, ovvero nessun animale è cattivo, si comporta semplicemente secondo natura e, conoscendo i suoi comportamenti, possiamo amarlo e aiutarlo, come fa la campagna WWF che prende proprio questo nome: viva il lupo!
Per approfondimenti: sito WWF Italia
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