I libri ci fanno riflettere sul nostro rapporto con gli animali, le piante e la natura. Perché magari non ne siamo coscienti, ma spesso per noi uomini ci sono uomini e uomini, ma anche animali e animali
Il mese scorso ho letto un libro interessante che mi ha lasciato molti spunti sui quali riflettere. Allora ho ripreso in mano le note e le frasi tratte da questo testo che racconta le piante e gli animali, ma che ci fa pensare anche a come mai, spesso noi uomini, forse inconsciamente, consideriamo in modo diverso gli animali.
Avevo parlato così di questo libro:
“Due diversità che si incontrano, si rispettano, si amano. Un libro che ci fa riflettere su quanto gli animali amano l’uomo qualunque sia la sua condizione. Per i cani non conta come sei e come vivi, conta solo quanto affetto sei disposto a offrire.”
Nella mia recensione di “fiore, frutto, foglia, fango” di Sara Baume per Exlibris20 ho raccontato la storia in generale, quella di un uomo diverso, ai margini della società, che trova in un cane diverso, senza un occhio e dal pelo arruffato, un amico, un compagno di vita.
L’amore per i fiori e le piante. Il libro è molto di più. È ricco di natura e ci racconta come chiunque, ogni semplice persona, può fermarsi ad osservare una pianta, poi cercarla su un libro per vedere di che specie si tratta e poi andare ancora in giro per vedere se la si ritrova:
“… Guarda, credo che questi germogli diventeranno margherite. E queste sono le foglie dei garofani. Conosco i nomi di quasi tutti gli alberi e i fiori, ma li ho imparati molto lentamente. Non c’era nessuno a guidarmi e tutto ciò che so è stato laborioso e pieno di errori. Adesso imparo i fiori selvatici solo trovandoli, uno per uno, e cercandone il nome nel mio libro sulla natura, e poi ritrovandoli di nuovo e chiamandoli per nome, finché non li so bene e me li ricordo…”
Perché in fondo le piante hanno una loro intelligenza, fatta di ricordi e sensazioni semplici, di base, senza troppi interrogativi e domande che caratterizzano noi esseri umani:
“… Con un cambio di stagione annunciato da così pochi segnali, come fanno le piante a sapere quand’è ora di fiorire? Perché le piante sono più intelligenti delle persone e non mettono mai in discussione le cose che sanno né cercano di confutarle in ogni modo…”
Ci sono animali e animali. Alcuni passaggi di questo libro – soprattutto quello con cui termina il post – mi hanno fatto riflettere ancor di più su quanto spesso trattiamo male e ingiustamente gli animali.
A partire dagli zoo:
“… Non c’è nulla di più triste di uno zoo, o di uno zoosafari, sotto la pioggia. Le creature sembravano tutte vagamente avvilite o vagamente impazzite. Quelle grandi camminavano avanti e indietro nei loro settori. Quelle piccole si accucciavano sotto qualcosa e non si capiva se per proteggersi dall’acquazzone o per nascondersi. Io mi spostavo riluttante da un recinto all’altro. Volevo restare per sempre tra quegli animali tristi…”
Ma soprattutto alle differenze tra persona e persona e dunque anche tra animale e animale che, più o meno inconsciamente, creiamo ogni giorno.
Perché il ragno è brutto e la coccinella è bella? Perché trattiamo così male i maiali, tra i più intelligenti e sensibili animali della fattoria? Perché ci fermiamo a soccorrere un cigno ferito e lasciamo morire dissanguata una povera taccola?
Roy, il protagonista del libro, ci dà il suo punto di vista. Che poi non è così tanto sbagliato, in fondo. Cosa ne pensate?
“… Penso a tutte le altre creature che abbiamo visto da quando siamo partiti. Penso al ratto, alla volpe, al gattino, al tasso. Penso alla taccola, l’hai vista la taccola? Le siamo passati vicino in coda per superare il cigno. Il becco era spalancato, il cervello spremuto fuori.
Perché nessuno si è fermato per la taccola? Perché il cigno sembra un abito da sposa, ecco perché. Mentre la taccola sembra un sacco della spazzatura. Perché è questo il valore che la gente dà alla vita…”
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